Power to the people! Cause the people got the power! Tell me can you feel it? Getting stronger by the hour!  Queste parole sono state cantate a gran voce durante tutta la formazione nazionale di Fridays For Future Italia. Non sono le prime, non sono le uniche e non saranno le ultime, ma trasmettono con forza lo spirito di più di duecento attiviste e attivisti provenienti da ben 49 città diverse per partecipare ad un fine settimana di laboratori, tavoli di lavoro e dibattito.

C’è chi è arrivato da Mantova, come Lorenzo, chi da Aversa, come Samuele, e, ancora, chi è partita da Alessandria, come Elena, e poi Alice da Pistoia, Marco da Conversano, Geo da Alcamo, Majda e Thomas da Bolzano. La formazione si è tenuta a Brescia tra il 3 e il 5 dicembre grazie all’impegno del gruppo locale e alla collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, che hanno reso possibile la creazione di un luogo d’incontro di cui la pandemia ci aveva privato.

Fridays For Future: “Clima, si riparte: dopo Cop26, insieme per creare la speranza”

La prima di queste tre giornate si è aperta con un presidio nel centro della città, seguito da una conferenza sullo stato attuale della crisi in atto. Aumento delle temperature, soluzioni energetiche necessarie, finanza etica, PNRR e azione (o inazione) politica, comunicazione dell’emergenza climatica: questi i temi affrontati da Gianluca Ruggeri e Mario Motta (professori esperti di cambiamento climatico ed energia) Dario Brollo (BancaEtica), Francesca Bellisai (ECCO) e Simona Re (Climate Media Center).

Nella giornata di sabato attiviste e attivisti hanno partecipato a laboratori e tavoli di discussione in cui apprendere e confrontarsi. È stata un’occasione per riflettere su cosa siano la partecipazione e la democrazia, per ridefinirne il significato in una prospettiva sostenibile, politica, inclusiva e decolonizzata. Si sono condivise idee e competenze, ma anche dubbi e perplessità, così da costruire un dialogo plurale e progetti collettivi.

I momenti di formazione hanno lasciato spazio anche alla possibilità di conoscerci e di creare legami che hanno rinforzato un sentimento di appartenenza e identità comuni. Parlare di “movimento” significa, infatti, anche parlare di persone che intrecciano relazioni in grado di trasformare questo stesso moto, di tracciare direzioni differenti da percorrere insieme. Si è trattato di un momento fondamentale per stabilire delle basi solide da cui ripartire, senza dimenticare che, se siamo arrivate e arrivati fino a qui, dopo mesi di limitazioni e incertezze, è perché Fridays For Future non si è mai fermato. La pandemia non ha congelato la lotta al collasso climatico che, ricordiamolo, di fatto è una lotta per i diritti, per le persone, per tutti e tutte, la più grande sfida del nostro tempo.

 

La mattinata di domenica 5 dicembre è stata dedicata alla definizione delle strategie future e degli interventi concreti da portare avanti. Diversi gruppi di lavoro hanno ideato strumenti nuovi per affrontare problematiche strutturali e le sfide imposte dall’emergenza climatica, concentrandosi tanto sulla riorganizzazione del movimento nazionale quanto sulle esigenze dei gruppi locali. Il risultato di queste sessioni di lavoro è convogliato in una visione complessiva che animerà le future mobilitazioni e gli eventi previsti per i mesi a venire: lo sciopero globale di marzo, la prossima assemblea nazionale di Fridays For Future e il meeting internazionale del movimento che si terrà quest’estate a Torino.

Vogliamo ribadirlo: la pressione civile continua ad essere il mezzo in grado di fare la differenza. Proprio mentre in questi giorni il gas fossile veniva inserito nella tassonomia Ue per la finanza sostenibile, sono stati riaffermati gli obiettivi da raggiungere per realizzare la transizione ecologica: uscita completa dal fossile, limitazione dell’aumento della temperatura media mondiale a 1,5 °C, maggiori investimenti su energie rinnovabili e progetti sostenibili, passaggio ad un modello di produzione agroecologico e a un’economia circolare, disposizione di strategie di adattamento a una crisi che è già qui e va affrontata adesso.

È necessario, inoltre, che ciascuno Stato sostenga i costi sociali di questa transizione, affinché le fasce più deboli non debbano pagare il costo di una crisi che non hanno provocato, mentre le prime 100 aziende produttrici di combustibili fossili continuano a causare il 71% di tutte le emissioni industriali di gas serra. Fridays For Future è pronto a scendere nuovamente in piazza, con maggiore determinazione e dirompenza, e lo farà fino a quando il futuro verrà restituito a tutte e a tutti. Lo farà per una giustizia climatica vera, equa, inclusiva. C’è bisogno che sempre più persone camminino insieme sulla strada di creazione di cambiamento. Everyone is welcome, everyone is needed.


Fridays For Future