Un antico castello, una villa romana e un affascinante sito archeologico, affacciati sulle acque del più vasto lago italiano, da vivere tutto l’anno e ogni qual volta lo si desideri grazie al nuovo biglietto promosso dai Musei Statali del Garda. Tre meraviglie, piacevoli da visitare anche in inverno, che promettono ai possessori di Garda Heritage ( 21 euro) iniziative speciali a loro riservate, libero accesso agli eventi e, ultimo ma non ultimo, una bottiglia dell’olio prodotto dall’oliveto delle Grotte di Catullo, straordinariamente delicato e fuori commercio, o la nuova edizione della guida del Castello di Sirmione.
E il nostro viaggio alla scoperta dei tre musei inizia proprio dal maniero Scaligero di Sirmione, interessante esempio di fortificazione lacustre e una delle più spettacolari e meglio conservate rocche scaligere del Garda. Edificato dopo la metà del Trecento dalla famiglia Della Scala, che dominò su Verona e il suo territorio tra XIII e XIV secolo, è dotato di un porto fortificato: la darsena, costruita per accogliere la flotta. Dopo essere stato utilizzato come deposito di armi e vettovaglie, alloggio per le truppe, sede degli uffici comunali e delle poste e piccolo carcere, nel 2018 il castello è stato aperto al pubblico. Durante la visita si possono ammirare le torri scudate, ossia aperte verso l’interno, il camminamento di ronda e la suggestiva darsena.
La seconda tappa del nostro viaggio ci porta sulla vicina penisola di Sirmione dove si trova l’area archeologica che comprende i resti della vasta e lussuosa villa romana nota dal Rinascimento come “Grotte di Catullo” e risalente all’epoca augustea (fine I sec a.C. – inizi I sec d.C.). La denominazione di “Grotte” deriva dai resoconti dei primi viaggiatori che, nel Quattrocento, scambiarono le rovine dell’edificio, coperte dalla vegetazione, per grotte naturali. Anche il termine “ di Catullo” è errato dato che, anche se è certo che il poeta veronese possedesse una casa a Sirmione, alla quale dedicò celebri versi, la villa non può essere appartenuta a Catullo perché costruita dopo la sua morte. L’edificio, di pianta rettangolare su una superficie di circa due ettari, sembra appartenesse alla Gens Valeria, una famiglia aristocratica di Verona. Una villa importante, costruita in un luogo particolarmente affascinante, della quale oggi restano le imponenti fondazioni, un giardino circondato da un colonnato, alcuni resti di ambienti come il Grande Criptoportico e l’Aula dei Giganti, ambienti pavimentati a mosaico, le terme e la grande cisterna, che raccoglieva l’acqua necessaria per le necessità quotidiane. Con una viaggio di una decina di chilometri lungo la costa del lago si arriva infine alla Villa Romana di Desenzano del Garda, una delle più importanti villae tardo antiche dell’Italia settentrionale.
La Villa, edificata in diverse fasi tra il I sec a.C. e il IV secolo d.C, in origine affacciata in una splendida posizione panoramica direttamente sul lago, sorgeva poco a nord della Via Gallica, principale collegamento tra i centri di Bergamo (Bergomum), Brescia (Brixia) e Verona. Erano inoltre presenti propaggini costituite da moli, banchine e probabilmente da peschiere per l’allevamento ittico. Si tratta di una struttura complessa, che copriva una superficie di circa un ettaro, con ambienti residenziali e rustici che ancora oggi affascinano per i resti dei colorati pavimenti a mosaico, che raffigurano scene a carattere pagano. Nell’Antiquarium si ammirano i reperti più significativi rinvenuti nell’area della villa, come ceramica da cucina e da mensa, piccoli utensili in bronzo, frammenti delle statue che la decoravano, frammenti della decorazione ad affresco di uno degli ambienti.