“La grande impresa della sostenibilità” è il titolo del G&B Festival di quest’anno che chiama al confronto scienziati, studiosi, amministrazioni locali, cittadini e attivisti climatici per affrontare il riscaldamento globale. Tre giorni di dibattiti, workshop e interventi per capire assieme lo stato di salute del Pianeta e come possiamo intervenire per contrastare gli effetti devastanti del cambiamento climatico in atto, anche attraverso azioni di adattamento e la mitigazione. Nella prima giornata del festival, ospitato da IBM Studios Milano dal 3 al 5 giugno, ad avviare i lavori è stato – con la conduzione di Cristina Nadotti – il Green City Network, Conferenza nazionale delle “Nature-positive cities” che vede impegnate le città italiane in un percorso sostenibile illustrato da sindaci e assessori impegnati nella decarbonizzazione, dalla mobilità all’economia circolare fino alla biodiversità. A seguire le sessioni di approfondimento con le amministrazioni locali e l’intervento del neurobiologo e botanico Stefano Mancuso sulle soluzioni per raffreddare i centri urbani, a cominciare dal dare più spazio agli alberi. Il direttore del Copernicus Climate Change Service ECMWF, intervistato da Luca Fraioli, ha poi spiegato le conseguenze del global warming su mari, ghiacci, ghiacciai e aree desertificate che i satelliti monitorano per registrare i cambiamenti interpretati dagli scienziati per studiare il clima. Nel pomeriggio lo spazio, moderato da Andrea Frollà, dedicato alla mobilità e alle sfide dell’elettrificazione. A chiudere la serata, il panel “Attivismi: i giovani e l’Europa” con la partecipazion di Giorgio Brizio, attivista per il clima e i diritti umani, e l’esibizione di Marianne Mirage e Lotta, due voci dell’attivismo che si esprimono attraverso il canto e la musica per trasmettere e condividere l’impegno nel costruire un futuro migliore.
(foto: Nicola Marfisi)