La sua missione è “trovare un modo di vivere rispettoso nei confronti del Pianeta”. Marianna Mirage è una delle artiste più sensibili rispetto ai temi che riguardano la salvaguardia dell’ambiente e l’ecosostenibilità. La cantautrice romagnola (34 anni, vero nome Giovanna Gardelli) ha speso finora gran parte della sua attività artistica nel tentativo di trovare un equilibrio tra la musica, la natura e lo yoga. Il 3 giugno si esibirà sul palco del G&B Festival durante la serata.
Laureata in Lettere e Filosofia, ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia come attrice e insegna arti olistiche. Salita alla ribalta nel 2017 con la partecipazione a Sanremo Giovani con “Le canzoni fanno male”, scritta da Francesco Bianconi dei Baustelle, ha aperto i concerti italiani di grandi star internazionali come Benjamin Clementine e Patti Smith. Ha vinto un Nastro d’argento nel 2018 con il brano “The place”, scritto per l’omonimo film di Paolo Genovese, ha scritto le musiche per la serie tv “I leoni di Sicilia”, ha inciso fino a oggi tre album ma non ha mai smesso di cercare un punto di equilibrio tra la musica e l’ambiente.
“La natura non ragiona secondo le nostre categorie, buono, cattivo, giusto, sbagliato. La natura abbraccia qualsiasi forma di diversità, l’idea di bellezza e di unicità, e ho provato a cambiare il mio modo di pensare”. L’illuminazione, come ha raccontato lei stessa, è arrivata dall’album “Plantasia” di Mort Garson (1976): un disco concepito per essere ascoltato dalle piante.
“Lasciandomi ispirare da chi era stato ispirato dalla natura, ho ragionato sul fatto che siamo noi che abbiamo bisogno di leggi, la natura ne ha una e funziona benissimo da sempre”. L’amore per le piante l’accompagna da sempre e lei stessa lo descrive come una fratellanza con la natura: “Mi affascina conoscerne i nomi, scoprirne le geometrie diverse, le meravigliose diversità, comprendere quanto la bellezza sia anche irregolare, sorprendente”.
In questo suo percorso, Marianne Mirage ha cercato di ottimizzare anche le possibilità offerte dai social network, creando dirette su Instagram che potessero in qualche modo riuscire a mettere in armonia il suo pubblico e l’ambiente circostante. E in qualche modo, anche in questo tentativo ha fatto riferimento agli insegnamenti ricevuti dalla natura: “Perché dal mondo naturale possiamo imparare che l’unico modo per costruire un mondo migliore non è la competizione ma la convivenza, proprio come fanno le piante”.
Anche nel suo disco del 2021, Mirage, l’artista romagnola ha messo insieme elementi diversi come il jazz, le colonne sonore dei film anni 60 ma soprattutto l’introspezione e la pratica yoga, di cui è anche insegnante. Un disco pensato per chi pratica yoga con diversi momenti: meditazione, rilassamento del corpo e risveglio dei chakra.
“Qualcuno potrebbe pensare che non è possibile mettere insieme natura, yoga e musica, perché si ragiona per schemi. Ma se usiamo la sensibilità, scopriamo che le cose sono più connesse di quanto possa sembrare. L’armonia l’abbiamo presa in prestito, ma in realtà è ovunque”.
Appassionata di artisti come Billie Holiday e Bob Dylan e delle band anni 60 (Marianne e Mirage sono i nomi di due gruppi di quegli anni), ha sfruttato il tempo del lockdown per approfondire il suo rapporto sempre più simbiotico con l’ambiente che la circonda: “Ho cambiato il mio punto di vista, attraverso la meditazione ho provato a scoprire cose nuove di me e del mondo e il lockdown mi ha guidato in una direzione nuova”. Tra canzoni e pensieri, il suo viaggio tra l’Io e l’universo continua.