Una striscia verde divide in due la Germania. Dove un tempo correva il confine tra la Repubblica democratica e la Repubblica federale, in quella che un tempo era chiamata la “terra di nessuno”, oggi c’è una lunghissima Green Belt. Si tratta di un memoriale veramente particolare. Se da una parte conserva il ricordo inquietante della divisione innaturale della Germania e dell’Europa all’indomani della seconda guerra mondiale, dall’altra è oggi un lunghissimo parco lineare dove la natura ha preso il sopravvento. Un luogo da proteggere per preservare sia la memoria che l’ambiente, un luogo ideale per gli amanti del cicloturismo e delle attività outdoor.
Da “terra di nessuno” a “green belt”
Il confine che ha diviso le due Germanie per circa 40 anni ha causato importanti cambiamenti sia agli uomini che alla natura. Ha lacerato il paese lungo una linea di quasi 1.400 chilometri e ha plasmato il destino delle persone così come il volto del paesaggio. Ma la natura, sotto la “protezione” del filo spinato e delle pattuglie di frontiera, è stata lasciata a se stessa per decenni. Così sono nate foreste, praterie, prati umidi e paludi. Tutti elementi che oggi formano la Green Belt. Qui numerose specie in via di estinzione – come l’averla cenerina e il pettirosso comune – sono tornate. Così, subito dopo la riunificazione delle due Germanie, gli ambientalisti dell’ovest e dell’est chiesero che la striscia di confine doveva essere protetta “come green belt e spina dorsale ecologica dell’Europa centrale”. È stata l’associazione Friends of the Earth Germany (Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland e.V. – BUND) a fornire l’impulso alla realizzazione di questo progetto che si è concretizzato dopo 25 anni dalla riunificazione. Un progetto che oggi fa parte di una grande Green Belt europea lungo tutta l’ex Cortina di Ferro.
In bicicletta lungo l’ex confine
Questa Green Belt è diventata, così, il luogo perfetto per il turismo dolce e per gli amanti della cultura del ricordo. Ma anche dei cicloturisti che possono percorrere sulle due ruote quasi l’intero ex confine (anche se è bene sapere che il tracciato è interrotto in vari punti). È sufficiente seguire il il percorso del cosiddetto Kolonnenweg, il sentiero formato da due file di lastre di cemento forate, che era disposto parallelamente alla recinzione sul lato orientale. Era utilizzato dalle pattuglie di confine della DDR. Uno dei tratti più popolari lungo l’ex confine interno tedesco è l’Harz Border Trail (segnalato per tutta la sua lunghezza), che si distende per 90 chilometri. Lungo questo percorso, ogni chilometro c’è qualche segno di quello che fu il confine che spaccò in due la Germania. Da non perdere – all’inizio del percorso – la torre d’avvistamento vicino a Rhoden. Da lì il sentiero conduce sopra il Brocken, la montagna più alta dell’Harz (1.141 metri), nella nebbia per 300 giorni l’anno. Questa montagna, che ha ispirato Heinrich Heine e Goethe, è stata sede di una stazione di ascolto della Stasi (il servizio segreto della Germania dell’Est), conosciuta anche come Moschea della Stasi per la forma della cupola su base quadrata. Oggi l’edificio ospita il centro visitatori del Parco Nazionale dell’Harz. Il percorso prosegue poi verso il museo di confine all’aperto di Sorge, uno dei tanti musei della cintura verde, che documenta la storia attraverso reperti come torri di guardia e recinzioni di confine.
La “Piccola Berlino”
Lungo la Green Belt un posto molto particolare da non perdere è la cittadina di Mödlareuth, nota anche come la “Piccola Berlino”. L’abitato si trovava in parte in Baviera e in parte in Turingia e fu quindi divisa per oltre 30 anni come la città di Berlino. Oltre al muro, era il torrente Tannbach a definire il confine, un torrente che scorre nel centro del paese. A Mödlareuth è possibile visitare il “Deutsch-Deutsche Museum” con la sua sezione all’aperto che conserva una parte del vecchio muro di confine e una torre di avvistamento non originale ma fedele a quelle presenti nella parte della DDR.
Il punto “caldo” della Guerra Fredda
Nella valle dell’Ulstertal vicino a Geisa nel Rhön della Turingia c’è Point Alpha, uno dei punti più “caldi” della Guerra Fredda, oggi sito commemorativo. Si tratta di uno dei più importanti posti di osservazione della NATO. Era situato nel mezzo del “Fulda Gap”, una linea di difesa dove la NATO si preparava a resistere a un’eventuale invasione delle truppe del Patto di Varsavia.