L’arte di Gianluca Patti, pittore monzese di 47 anni, punta sulla sostenibilità e la rigenerazione sociale: nelle sue opere utilizza una tecnologia per sanificare l’aria, nel rispetto dell’ambiente. “Ho avuto una bellissima infanzia, vissuta – spiega Gianluca Patti – in totale libertà, libero di scorrazzare in giro per il mio paese, Vedano al Lambro, a due passi dal bellissimo Parco di Monza. Erano altri tempi, ben diversi da quelli che viviamo oggi. Ricordo però anche dei momenti passati in ospedale, circa otto mesi, a causa di una malattia respiratoria. Forse è per questo motivo che, una volta guarito e dimesso, ho sempre apprezzato il fatto di vivere all’aria aperta. Ho lavorato per tanti anni nel settore dell’editoria per gruppi italiani molto importanti e poi, un bel giorno, ho sentito questa forte vocazione per il mondo dell’arte e dopo qualche anno ho fatto il grande salto. Vi assicuro che è stata la scelta più pazza della mia vita”.

Patti sceglie di raccontare, attraverso la sua arte, un mondo che ha a cuore il nostro ecosistema, in primis la qualità dell’aria. “Recentemente – racconta – ho realizzato Respiro, un’opera murale presso la Cittadella degli Archivi di Milano. Possiamo definirla un’opera site specific per il luogo in cui è ospitata. Infatti, visitando questo archivio storico, mi sono imbattuto in un articolo di un giornale del 1929, Il Popolo d’Italia, dove già all’epoca si parlava di tematiche ambientali, come la cura delle aree verdi in città. Ho sentito l’esigenza di portare il mio respiro all’interno di quelle mura, pensando di dipingere un’opera che potesse essere vista come un prato fiorito di un parco. Ho utilizzato vernici ecosostenibili e una nanotecnologia che mi ha permesso di ‘assorbire’ l’inquinamento attraverso un processo fotocatalitico che si attiva con la combinazione di luce e aria. Pensate che Respiro è un’opera in grado di disgregare gli inquinanti atmosferici per un equivalente di cinque nuovi alberi piantati. I social mi hanno aiutato molto all’inizio per farmi conoscere e oggi li utilizzo per mostrare le mie opere e i miei progetti. Racconto semplicemente quello che faccio e spero che le persone possano cogliere i messaggi che desidero trasmettere. Molti mi scrivono e mi sostengono, condivido con loro le mie idee e ci confrontiamo. Respiro è stato un progetto virale che ha ottenuto un’ampia visibilità. Recentemente mi hanno persino definito il portabandiera italiano dell’art regeneration. Sorrido a questa definizione e continuo con determinazione il mio percorso”.

L’intento di Patti è quello di trasformare l’arte in un catalizzatore di benessere psicofisico.

L’arte ha sicuramente questo ruolo e un bravo artista è colui che, attraverso un’incessante ricerca, si impegna a raggiungere questo scopo. Sono particolarmente sensibile alle tematiche ambientali, in particolare alla qualità dell’aria che respiriamo. Purtroppo, ho avuto una brutta malattia respiratoria da piccolo e, sebbene ne sia uscito parzialmente, non posso non pensare a questo tema. Proprio per questo motivo ho deciso di avere un ruolo attivo e mi reputo molto fortunato di poterlo fare con la mia arte.

La tutela del nostro ecosistema resta il filo conduttore nella vita dell’artista. “Da sempre – conclude Patti – sono stato attento agli sprechi di ogni genere, in primis all’acqua. È la nostra fonte primaria e non dobbiamo assolutamente sprecarla. Anche per il cibo ho grande attenzione: provengo da una famiglia che ha conosciuto la fame, per cui mi impegno ogni giorno nell’organizzazione dei pasti per evitare sprechi. In generale, sono contro i consumi inutili e, quando posso, preferisco utilizzare la bicicletta o, ancor di più, spostarmi a piedi. Nel futuro vorrei far conoscere la mia arte nelle città italiane e, perché no, anche all’estero. Pensare a Respiro nelle nostre piazze, nelle scuole, negli ospedali e in molti altri luoghi. Vorrei che, passando davanti alla mia opera, chiunque possa ricordarsi di quanto sia importante porre attenzione alla condizione ambientale in cui viviamo e magari attivarsi con piccoli gesti quotidiani per salvaguardare il nostro pianeta”.