Viaggiare per l’Italia in compagnia dei racconti di Gianni Rodari. Un modo bellissimo per festeggiare il centenario della nascita dello scrittore e per incontrare le grandi città, i piccoli paesi, le alte montagne, i laghi e i fiumi che danno vita alla nostra geografia. In attesa che si possa riprendere a viaggiare prepariamoci a un piacevole tour virtuale navigando, magari in compagnia dei bambini, attraverso le tante mete presenti sulla mappa interattiva dedicata ad alcuni dei luoghi che popolano molte delle storie di Rodari. Non tutti ovviamente, perché sono quasi mille! Si parte dal Monte Rosa che in una filastrocca dello scrittore piemontese diventa un gelato dove “ la panna è la neve del Cervino, la fragola, tra burroni di cioccolato, è il Monte Rosa”.
Si passa quindi da Santhià dove “ per colpa di un accento un tale pensava di essere alla meta ed era appena alla metà” e si sbuca sul mare Ligure, a Bordighera la città dove è stato segnalato Eliso, il motociclista innamorato “ travestito da pensionato delle Ferrovie”. Entrando il Lombardia eccoci a Milano dove “ una volta il semaforo che sta in piazza Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi. – Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo? Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l’insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai”. Entrando in Veneto si scopre la sconosciuta Sambruson, non lontano da Venezia, con le sue ville storiche e quel “ pastore di Sambruson che insegnava alle capre a suonare il trombon”. Sfiorando il confine austriaco ecco il Brennero nelle cui vicinanze fu scoperta “l ‘Acca, mentre tentava di entrare clandestinamente in Austria, perché non aveva passaporto. Ma dovettero pregarla in ginocchio: Resti con noi, non ci faccia questo torto! Senza di lei, non riusciremmo a pronunciare bene nemmeno il nome di Dante Alighieri”. Meglio evitare Udine perché qui “ il primo che si sveglia farà la penitenza: andrà su una gamba sola da Udine a Potenza”.
Prendendo la strada del sud eccoci a Bologna dove però non si può ammirare quel “ palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore” tanto amato da quei “ bambini che venivano di lontano a dargli una leccatina”. Pisa accoglie i viaggiatori sulle orme di Rodari con la celebre Torre Pendente che a chi gli chiede “ allora, caschi?” risponde insolente “ ma casca un po’ tu!”. A Macerata si ammira lo Sferisterio e si cerca quel “ tale di Macerata, che insegnava ai coccodrilli a mangiare la marmellata” e a Perugia si incontra il professor Guidoberto che “parla e scrive correntemente in duecentoquattordici lingue e dialetti della Terra, imparati, si sa, soltanto nei momenti di ozio” ma che in trent’anni non è ancora riuscito “ a imparare l’etrusco”. Come non passare dalla capitale dove “ se ci fosse una Roma di gelato; il Campidoglio al pistacchio, il Pantheon al limone, il Colosseo al cioccolato… Se ci fosse una Roma per giocare: il Cupolone per andarci in giostra, gli obelischi per farci l’altalena, per fare a guardie e ladri piazza Navona e piazza di Siena”.
A Scanno, in Abruzzo, si va per incontrare quel “tale di Voghera o di Scanno che voleva fare ai gatti gli auguri di Capodanno” mentre da Napoli si ammira il Vesuvio che “una volta fumava. Gli veniva la tosse”. Ancora più a sud c’è Potenza dove fa freddo tanto che qui “ è gelata la coda di un asino”, non come la tiepida Puglia bagnata da quel mare Adriatico da “guardare gratis da Brindisi e da Porto Corsini” per poi chiedersi “ dove li mette i bastimenti, i delfini?” In fondo alla penisola si incontra Reggio Calabria dove “ anche i treni vanno in battello”, per poi proseguire questo fantastico vagabondaggio in Sicilia, a Palermo, per incontrare quel pescatore “ che una volta trovò nella rete, insieme ai pesci, una piccola sirena”. Il viaggio termina in Sardegna, a Bortigali ai piedi del monte Santu Padre, dove “ cominciò la storia del Matto con gli Stivali”.