Settecento luoghi solitamente inaccessibili in quattrocento città italiane. Sabato 26 e domenica 27 marzo tornano nel pieno rispetto del tradizionale calendario (dopo gli slittamenti degli ultimi due anni dovuti all’emergenza sanitaria) le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, che quest’anno festeggia la trentesima edizione.
Dal 1993 a oggi, grazie al Fondo per l’Ambiente Italiano, sono più di 14.000 i luoghi d’arte e di natura aperti in via eccezionale al pubblico (per un totale di oltre 11.600.000 di visitatori), valorizzandone l’importanza, l’arte, la storia. In questo weekend speciale, che segna l’avvio della primavera, gli appuntamenti da mettere in agenda sono moltissimi. Verranno aperti ville e giardini, palazzi storici e chiese antiche, aree archeologiche, castelli, biblioteche e musei. Ci saranno anche itinerari da seguire in mezzo alla natura e percorsi culturali attraverso i nostri borghi, si partirà alla scoperta di orti botanici e spazi verdi (l’elenco dei luoghi aperti e le modalità di partecipazione sono consultabili sul sito).
In questo gran tour dedicato alle bellezze italiane, sono tante le mete imperdibili, comprese autentiche chicche, come Villa Cortchacow: con la posizione privilegiata in cima al costone tufaceo e l’affaccio sul Golfo di Napoli, la Villa è uno degli edifici più importanti della penisola sorrentina, meta amata dalla nobiltà napoletana a fine Settecento. Attualmente parte dell’Hotel Parco dei Principi, venne fatta costruire nel 1792 dal conte di Siracusa Paolo Leopoldo di Borbone in stile neorinascimentale, con sontuosi saloni, scalinate di grande valore artistico e magnifiche stanze affacciate sul mare. Venne venduta nel 1885 ai principi russi Cortchacow, che la ristrutturarono commissionando a Filippo Palizzi il celebre pavimento del salone con decoro trompe-l’œil. Acquistata nel 1958 da Roberto Fernandes, la dependance divenne un albergo di lusso progettato da Gio Ponti, che realizzò un’opera visionaria, perfettamente integrata con il paesaggio.
Se ci spostiamo a Roma, da scoprire c’è il settecentesco Palazzo Corsini, sede dell’Accademia dei Lincei: è la più antica accademia scientifica al mondo, fondata nel 1603 da Federico Cesi, di cui si possono vedere anche gli appartamenti privati, di solito chiusi al pubblico. L’edificio del XVIII secolo è uno dei palazzi romani più belli. A volerlo era stato il cardinale Neri Corsini, nipote di Lorenzo Corsini, papa Clemente XII, che aveva acquistato Palazzo Riario e, dopo una serie di interventi, l’aveva trasformato nella sua dimora. Mobili antichi e opere d’arte accompagnano nel percorso, con i grandi finestroni che riempiono gli ambienti di luce naturale e offrono la vista sul giardino e sul Gianicolo.
Sabato 26 marzo, sempre a Roma, aprirà alle visite la Chiesa dei Santi Sergio e Bacco, piccola e antica chiesa di rito ucraino-bizantino: una gemma affacciata su piazza Madonna dei Monti, oggi sede dell’Esarcato Apostolico dedicato ai fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia.
Per gli appassionati di archeologia, una meta da non perdere è il Villaggio neolitico di Murgia Timone, a Matera, nel cuore del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano: in un viaggio nella storia del territorio, si visitano strutture funerarie, chiese rupestri, cisterne, strutture di raccolta dell’acqua. Non solo, si andrà anche alla scoperta della rete di villaggi trincerati che fanno del Materano una delle aree più significative nel panorama della Preistoria e Protostoria in Italia. Già che siete in zona, potete visitare un’altra chicca, la Cittadella della Musica, vero regno dell’arte con il Conservatorio fondato nel 1965 dal Maestro Nino Rota, da scoprire con una suggestiva passeggiata tra i palazzi votati alla musica.
A Genova, invece, vale la pena puntare su Castello Mackenzie. Realizzato tra il 1893 e il 1905 da Gino Coppedè, il Castello è la prima opera importante del famoso architetto fiorentino. A volerla era stato Evan Mackenzie, scozzese d’origine ma fiorentino d’adozione, che desiderava una sfarzosa dimora, eclettica e sontuosa. L’architetto visionario la disegnò come un maniero medievale, decorato con un insieme di stili neogotici e rinascimentali, elementi neoclassici e pezzi liberty (vedi le scale a chiocciola in ferro battuto o i motivi geometrici). Un ritmo che torna anche all’interno, tra le ottantacinque stanze, arredate con decori e lussi all’avanguardia per l’epoca, come il riscaldamento, l’acqua calda in tutti i bagni, l’ascensore e una piscina coperta riscaldata.
Milano non può mancare. Tra i luoghi aperti in via straordinaria per le Giornate FAI di Primavera, troviamo il maestoso Palazzo INPS, realizzato tra il 1929 e il 1931 da Marcello Piacentini e riqualificato di recente: si potranno ammirare gli interni, con ambienti di grande suggestione come la Sala Italia, l’ufficio del Direttore e il monumentale scalone elicoidale.
Arte, musica e spettacolo faranno invece da filo rosso a Trieste, per la visita dell’elegante Teatro Verdi, realizzato tra il 1798 e il 1801 dall’architetto Giannantonio Selva (autore del Teatro La Fenice di Venezia) e successivamente da Matteo Pertsch, che modificò facciata e interni. Si partirà dal foyer e dalla platea, per proseguire tra i piani dei palchi e al Ridotto, sede di memorabili balli pubblici e feste. Completa il percorso il Museo Teatrale Carlo Schmidl, piccolo segreto ben custodito, che documenta la storia del teatro e della musica a Trieste dal Settecento a oggi: tra gli oggetti più antichi esposti, una spinetta all’italiana del 1577, un baule e un costume di scena del Settecento.
Sono molti anche i percorsi e le passeggiate in programma. È pittoresco l’Itinerario sul mosaico nel borgo di Spilimbergo, sede della prestigiosa Scuola Mosaicisti del Friuli, un vero museo a cielo aperto in cui immergersi, ricco di opere ovunque. L’appuntamento delle Giornate FAI si unisce alle celebrazioni per i 100 anni dalla fondazione della Scuola. Con l’occasione si può vedere anche Villa Magenta, dove ammirare i pavimenti in mosaico realizzati dalla famiglia di artisti francesi Avon. E conoscere da vicino il mestiere dei maestri artigiani, che apriranno le porte dei loro laboratori. Un’esperienza diversa dalle solite, che vale il viaggio.