«In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso…». Così scriveva Italo Calvino e da sempre queste architetture fortificate affascinano per la loro storia, le loro leggende. Un’occasione per scoprirne un po’, da nord a sud della penisola, isole comprese, sono le giornate Nazionali dei Castelli in programma il prossimo fine settimana, 13 e 14 maggio. Una edizione – la XXIVesima, voluta dall’Istituto Italiano Castelli, onlus a carattere scientifico fondata da Piero Gazzola nel 1964 – che apre ed illustra gratuitamente 37 tra castelli, cinte murarie, palazzi fortificati (spesso non usufruibili dal pubblico) in 19 regioni e suggerisce altre 46 tra architetture ed itinerari a piedi, appositamente disegnati. Nell’insieme visite guidate, conversazioni, convegni e conferenze, mostre, presentazioni di libri, corteo di auto storiche, passeggiate patrimoniali, caccia al tesoro, colazioni, pranzi e cene a castello.
In Friuli Venezia Giulia protagonisti, domenica 14 maggio, sono i castelli di Meduno, Toppo e Solimbergo, tre architetture fortificate allo stato di rudere, nella pedemontana pordenonese. Sono previste visite guidate ed esperienze in forma di narrazione, laboratorio ed esibizioni musicali.
In Veneto, a Mestre, l’attenzione è sul Castelnuovo ed il Castelvecchio. Oltre alle visite dei siti ed a un convegno, sono previste due passeggiate patrimoniali guidate alla Mestre medievale con partenza dalla Torre dell’Orologio: l’obiettivo è l’indagine archeologica sulle tracce dei castelli scomparsi, dove i partecipanti potranno vivere una vera e propria caccia al tesoro, alla ricerca della Mestre antica diluita nella grande città contemporanea. Tra le novità, la ricostruzione virtuale della “Mestre Medievale”. I ragazzi delle Scuole Medie della città (Istituto comprensivo Berna) hanno ricostruito con stampanti 3D il Castelnuovo di Mestre nell’anno 1405 e il plastico rende bene l’idea di come era un tempo: ponti levatoi, bastioni, canali, scali fluviali, mercati, palazzi, in un’esperienza storico-didattica originale.
In Lombardia, invece, le visite sono incentrate sui castelli di Brescia (sabato 13 maggio), un’imponente struttura fortificata costruita sul colle Cidneo che domina la città, e sul castello di San Vigilio a Bergamo (domenica 14 maggio). Quest’ultimo, sorto in età altomedievale, segue, con alterne vicende, la storia della città fino al XIX secolo.
In Emilia Romagna, resta aperto il Castello di Castellarano, una residenza privata abitata dalla famiglia Casali in provincia di Reggio Emilia sulle sponde del fiume Secchia. In compagnia dei volontari della Sezione Emilia Romagna dell’Istituto Italiano Castelli si potrà scoprire la storia di quest’antica fortificazione e ammirare da vicino la ghiacciaia Estense, la Fondazza e i giardini da cui si gode una vista spettacolare della valle del Secchia. Oltre a questo, ci sono due itinerari aggiuntivi: la visita guidata gratuita ai monumenti del borgo antico, e il percorso Calanchi e Castelli che si snoda in 7 tappe per 28,6 km nei comuni di Castellarano, Scandiano e Casalgrande fra le colline dell’appenino reggiano, permettendo così di godere della bellezza dei calanchi e della natura impervia e di altri manieri: il castello di San Valentino e la sua Pieve romanica, il castello di Montebabbio, il castello della Torricella dove Matteo Maria Boiardo scrisse l’Orlando Innamorato, il castello di Casalgrande e la Torre di Dinazzano.
I soci volontari della sezione Marche dell’Istituto Italiano Castelli puntano i riflettori, sia sabato 13 che domenica 14 maggio, sul borgo di Acquaviva Picena, nell’immediato entroterra di San Benedetto del Tronto, con la sua ben conservata fortezza. È un borgo fortificato, munito di ben otto torri poligonali e cilindriche con tre porte di ingresso al recinto e un rotondo torrione detto “Fortezza verso mare”. In direzione opposta si erge invece la “Fortezza maggiore”, una poderosa fortificazione picena, prima e romana dopo, già compare in documenti risalenti al 947. La fortezza è un esempio di architettura rinascimentale e ogni estate diventa lo scenario per il Palio del Duca, rievocazione storica delle nozze nel 1234 tra la bellissima Forasteria d’Acquaviva con Rainaldo di Brunforte, signore di Mogliano.
L’Abruzzo, regione ricchissima di castelli, cinte murarie e torri, è protagonista domenica 14 maggio con Teramo dove sono stati messi a punto la visita di un castello e tre itinerari gratuiti prenotabili in autonomia con l’app Scopri Teramo che permettono la comprensione di architetture fortificate molto diverse. All’ottocentesco Castello della Monica, costruito come dimora personale dall’artista teramano Gennaro della Monica, si accompagna la cinta muraria della città con tutte le straordinarie porte di accesso al centro, infine il Duomo e Palazzo Melatino, signorile esempio di palazzo nobiliare del XIII secolo.
Nel Lazio visite guidate sia sabato che domenica 13 e 14 maggio, alle 10 e alle 12, a Castel Sant’Angelo (Roma), dove l’Istituto Italiano Castelli è nato ed ha una sede. Edificato intorno al 123 d.C., come mausoleo per l’imperatore e la sua famiglia, agli inizi del V secolo la Mole di Adriano, dismessa la sua originaria funzione, è divenuto un caposaldo essenziale dell’apparato difensivo di Roma, assumendo la denominazione di Castellum. Attualmente il complesso è sede del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo (Polo Museale Romano), nel quale sono conservate ragguardevoli collezioni di pittura, scultura, ceramiche e antiche armi.
Spostandosi al Sud, Il Castello Aragonese di Baia (Na) è il sito principale prescelto in Campania dai locali soci dell’Istituto in collaborazione con il Parco Archeologico del Campi Flegrei. Visite nelle giornate del 13 e 14 maggio a cui si aggiunge un itinerario archeologico da percorrere in autonomia, che suggerisce otto percorsi su terra e uno sommerso nei comuni di Cuma, Pozzuoli e Baia. La sua costruzione fu iniziata dagli Aragonesi nell’anno 1495, insieme a numerose opere di fortificazione nel Regno, in vista dell’invasione da parte di Carlo VIII. La fortificazione fu eretta in un’area di rilevante importanza strategica, con una particolare posizione geografica, da cui si dominava il vasto specchio di mare che si estende dal golfo di Pozzuoli all’acropoli di Cuma, con veduta di Capri, Procida ed Ischia. Il nucleo originario aragonese ingloba al suo interno i resti di una villa romana di epoca tardo – repubblicana (forse di Giulio Cesare).
A Valsinni, in provincia di Matera, ci si muove sulle orme di Isabella Morra (1520-1545), una delle voci liriche più importanti del XVI secolo, giovane poetessa, prima reclusa per futili “ragioni d’onore” e poi uccisa dai fratelli a 25 anni per aver stretto una relazione, letteraria o amorosa, con un nobile spagnolo Diego Sandovàl de Castro non gradito alla famiglia. Di proprietà privata perfettamente conservato ed edificato dal X all’XI sec. da probabile ampliamento di una precedente fortificazione longobarda, si erge in posizione dominante sul territorio circostante e, in particolare, sull’ultima chiusa del fiume Sinni prima che questo sfoci nel Mar Ionio. Da quassù “D’un alto monte onde si scorge il mare… “: il castello, infatti, lo si vede da ogni lato e da molti chilometri di distanza e forte è la “presenza” della poetessa. Sabato 13 maggio, dalle 10 visite, guidate gratuite senza prenotazione e domenica 14, alle 10, conferenza ‘Il Castello di Valsinni: storia, vicende costruttive e trasformazioni. Prospettive per il restauro e la valorizzazione (dalle 16.30 riprendono le visite guidate).
Il piccolo centro abitato è anche uno dei primi parchi letterari d’Italia e affascinante è il percorso di visita tra racconti, curiosità e leggende. Ogni tanto, qualcuno dice di vedere la sagoma evanescente di Isabella muoversi al di sopra dei bastioni. Per tutta l’estate, poi, va in scena “L’Estate di Isabella” che offre itinerari poetici, mostre temporanee, spettacoli teatrali e rassegne gastronomiche con giovani in costume che accolgono i visitatori sulle note dei menestrelli.
La Calabria celebra Crotone, una delle prime poleis greche fondata dagli esuli dell’Acaia nell’VIII sec. a.C.: un percorso gratuito di visita, conversazioni entro e attorno il celebre castello cittadino, che si è sviluppato sul sito dell’originaria acropoli e che domina ancora l’intera città. Quattro itinerari aggiuntivi sono stati messi a punto dagli studiosi e dagli esperti dell’Istituto, tra cui la visita del centro storico di Crotone con sedici tappe e una mostra permanente alla Casa della Cultura di Gaele Covelli e un percorso dedicato alle architetture religiose che vede, oltre alla basilica cattedrale, altre sette chiese coinvolte.
In Sardegna fari accesi sui ruderi del castello di Medusa a Samugheo (OR), costruito in quattro fasi tra l’età Tardoantica e l’Alto Medioevo. Aperto alle visite sia il 13 che il 14 maggio, sorge su un alto e scosceso dirupo nel territorio di Samugheo, antico centro abitato del Mandrolisai. Il maniero domina dall’alto una grande ansa del rio Araxisi, comunicazione fluviale tra le Barbagie e la pianura del Campidano. Visibili le possenti mura della corte centrale e alcuni ambienti testimonianze di vita quotidiana.
Visitare queste architetture fortificate disseminate lungo la penisola significa fare il pieno di immagini di rara emozione, entrare a contatto con echi non ancora sopiti di un passato glorioso di arte e cultura. Bisognerebbe poter avere il dono dell’ubiquità o del teletrasporto per andare velocemente da un sito all’altro.
“Un progetto adeguato di valorizzazione del patrimonio castellano consente alle generazioni future di ritrovare i segni tangibili della storia. Inoltre, il turismo castellano sarebbe capace di muovere grandi interessi e di risvegliare anche le aree più interne delle nostre regioni rivalutando l’economia e le risorse locali”, sostiene afferma l’imprenditrice siciliana Michaela Marullo Stagno D’Alcontres, nuova presidente della onlus organizzatrice.
E se in questo week end non si riuscirà a vederne molti, prendete nota. Il 16, 17, 23 settembre, in concomitanza con le Giornate Europee del Patrimonio, si replica. Per la prima volta, la manifestazione include anche delle date a fine estate, inizio autunno, riaprendo gli stessi siti di maggio ma anche alcuni selezionati solo per queste date.