Proteggere i delfini e segnalare in tempo reale, con foto, video e descrizione, i cetacei avvistati in mare. È l’obiettivo di Marine Ranger la nuova app che punta a sostenere la conservazione della specie nel mar Mediterraneo e sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della biodiversità e della pesca sostenibile. E sono proprio i giovanissimi a lanciare questa iniziativa nell’ambito del progetto europeo “Life Delfi”.

I primi a scaricare l’applicazione, realizzata dall’associazione croata Blue World Institute of Marina Research and Conservation, sono stati i giocatori e le giocatrici under 18 della scuola del Pescara Calcio. “I soli delfini che vogliamo in rete sono i nostri” hanno annunciato, indicando quelli già presenti nel logo della loro squadra. “Si avvicina il Natale – spiega a Green&Blue il presidente della società sportiva abruzzese Daniele Sebastiani – e abbiamo scelto quest’occasione per ricordare alle nostre atlete e ai nostri atleti quanto sia importante la tutela degli ecosistemi marini”.

“L’app, con l’aiuto degli utenti supporterà il nostro lavoro, e sarà un alert in caso di esemplari impigliati nelle reti dei pescatori – sottolinea Alessandro Lucchetti dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Cnr che coordina il progetto -. Ogni anno sulle coste italiane si spiaggiano circa 200 cetacei e, in molti casi, e la causa è da ricondurre ad interazioni con le attività antropiche”. Con Life Delfi, che vede la collaborazione di Legambiente, le università di Padova e Siena, Filicudi Wildlife Conservation, miriamo a ridurre questo fenomeno puntando sulle nuove tecnologie”.

Nelle quattro aree marine protette coinvolte (Isole Egadi, Tavolara Punta Coda Cavallo, Punta Campanella e Torre del Cerrano) si stanno testando i pinger, dissuasori acustici di ultima generazione da installare sulle reti da pesca. “Stiamo lavorando insieme alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche – aggiunge Lucchetti – per renderli veramente interattivi in modo che si attivino solo in caso di rilevamento dei cetacei, così i delfini non si abituano al suono emesso evitando trasformarsi in una fonte di richiamo”.