Seguire il corso dei torrenti tuffandosi, camminando sulle rocce, saltando, nuotando, scivolando oppure calandosi con corde. “È il canyonig, uno sport che permette di scoprire da un punto di vista inusuale, gole, cascate e scivoli naturali – creati dall’erosione millenaria dell’acqua” spiega Renata Rossi, valtellinese, la prima donna guida alpina in Italia, tra le prime in Europa.
Dopo una vita passata a salire lungo le vie ferrate, ha deciso anche di scendere sui torrenti. Con il marito “e mio compagno di avventura” Franco Giacomelli, anche lui guida alpina hanno deciso di affiancare alle discipline classiche della montagna nuove specializzazioni come il canyoning.
“Dal gioco con l’acqua alle calate su corda in cascata, dai salti nelle pozze profonde e scure al nuotare nelle acque trasparenti delle grandi anse. Il canyoning è la discesa dei torrenti con l’attrezzatura alpinistica, caschetto compreso e muta in neoprene” spiega Renata Rossi “un’attività sportiva che unisce l’aspetto tecnico tipico dell’alpinismo alla scoperta di ambienti di grande bellezza nel mondo d’acqua e di roccia del torrente”.
“Non è un parco giochi”
“Dimentichiamoci però che tutto questo sia simile a un parco giochi, saper nuotare e avere una buona forma fisica sono essenziali” avvisa Rossi “anche se i percorsi sono di livelli diversi di difficoltà, il canyoning, resta sempre una disciplina sportiva praticata sui torrenti. Quindi non siamo in una piscina, ma è acqua viva, ci sono scivoli naturali, correnti, rocce. Bisogna affrontare il torrente seguendo il flusso dell’acqua e biosgna farlo in sicurezza, avendo chiare sulle proprie possibilità. È un’attività, che può essere praticata anche da principianti, ma con l’aiuto delle guide“.
Val Bodengo: il torrente Boggia
Il suo consiglio è di avvicinarsi a questo sport adrenalinico, seguendo uno dei percorsi di canyoning in Val Chiavenna, poco distante dal confine con la Svizzera. Qui in Val Bodengo, il torrente Boggia (Sondrio) ha scavato un canyon tra la roccia ed è considerato dagli sportivi uno dei più belli d’Europa. Si parte da Gordona e si comincia a salire in quota con le guide fino all’inizio del percorso: dopo aver indossato muta, caschetto e imbracatura, si comincia a scendere a piedi nel cuore della montagna. Senza mezzi. “Ci sono tre percorsi a seconda della preparazione, aperti anche ai ragazzi con più di 12 anni” spiega ancora la guida alpina e bisogna prevedere una giornata. Le guide alpine con la specializzazione in cayoning insegnano le tecniche dello sport: salti, scivoli, cascate con l’uso della corda. “Si rimane in acqua del torrente circa due ore in mezza”.
Renata Rossi, è una celebrità tra la gente di montagna. Gli alpinisti trentini le hanno dedicato una via sulla parete est del Monte Colodri e da anni accompagna i turisti per le vie ferrate e i torrenti. Il problema della sicurezza, del vivere la montagna con la giusta consapevolezza, resta una sua priorità: “In montagna non c’è nulla di facile e anche il sentiero più tranquillo presente delle insidie, ma non è un ambiente ostile. Godersi le cime, i boschi e le vette bisogna farlo senza rischiare. Basta farsi accompagnare da gente esperta, anche solo da amici esperti. Conoscere l’ambiente dove vogliamo praticare sport e sapere quali sono i propri limiti, significa avere rispetto anche per la montagna”.