Ha iniziato producendo e vendendo succo di mela nel terreno di famiglia, che dalle sue parti si chiama “maso”: andava al liceo, guadagnava qualche euro facendo il maestro di sci e lo reinvestiva così: “Un’esperienza divertente – ricorda – che mi ha insegnato ad applicare le prime strategie di marketing”. Oggi, a 29 anni, Nikolaus Widmann, altoatesino di nascita e berlinese di adozione, è uno dei 100 giovani leader d’Italia del futuro per Forbes. Il suo segreto? Anticipare il futuro, immaginarlo. E, il più delle volte, realizzarlo. Perché, come recita il suo personale mantra, “non esiste chilowattora più rinnovabile di quello risparmiato“.
Non a caso con la sua inewa, una ESCo (Energy Service Company) nata nel 2020 con sede a Bolzano, ha curato la progettazione, l’autorizzazione e la direzione lavori dell’impianto di upgrading per BioEnergia Trentino Srl. Un impianto che, dal luglio dello scorso anno, trasforma i rifiuti organici del Trentino in biometano per alimentare i 67 autobus che circolano nella città di Trento. “Si è trattato di un percorso graduale, partito dalla volontà di trovare nuove forme di utilizzo e sviluppo degli scarti organici, che contribuisse a superare la dipendenza dalle fonti fossili generando, allo stesso tempo, anche benefici sulla qualità dell’aria e per l’ambiente”, racconta Nikolaus, che è anche il più giovane amministratore delegato di Elevion Group. “Per noi, che già implementiamo questa soluzione nei nostri impianti, si è trattato di sostenere un percorso di economia circolare sul nostro territorio con un partner consolidato e abbiamo curato la progettazione e l’iter autorizzativo”.
I risultati? Straordinari. “Oggi l’impianto lavora circa 60mila tonnellate di rifiuti organici e di verde urbano provenienti da tutto il Trentino e può arrivare a produrre circa 2.000.000 di standard metro cubo di biometano all’anno, che vengono ceduti a Trentino Trasporti per alimentare tutti e 67 gli autobus a metano che oggi circolano a Trento. Il biometano ottenuto dai rifiuti organici copre circa il 57% delle percorrenze, percentuale che si traduce in un risparmio di più di 3 milioni di chilogrammi di CO2 equivalente“.
Sembrerebbe un caso virtuoso da mutuare altrove. “Proprio così”, annuisce Widmann. “Il biometano può essere una soluzione nella logica strategica di diversificare le nostre fonti di approvvigionamento. Sicuramente il trasporto privato si indirizzerà più sull’elettrico ma il metano potrà essere una alternativa sostenibile in particolare per il trasporto pesante. Non a caso – aggiunge – già molti operatori del mercato stanno implementando questa soluzione. Il biometano non sarà funzionale solo al settore dei trasporti ma anche alle industrie come alternativa al gas di importazione, in un’ottica di economia circolare in sinergia con il settore agricolo, e potrà contribuire alla decarbonizzazione di questo settore“.
Decarbonizzazione è, del resto, la parola chiave. “Ancor di più oggi, con l’effetto del conflitto in Ucraina – dice Nikolaus – e con le tensioni geopolitiche già evidenti prima del conflitto, che avevano avuto ripercussioni sul mercato dell’energia. Questa guerra ha messo a nudo le nostre debolezze strutturali, ma le politiche energetiche non si improvvisano dall’oggi al domani. Sicuramente non si è fatto abbastanza nei decenni passati. L’Europa è un continente povero di materie prime e la nostra economia è ancora troppo basata sui combustibili fossili di importazione. Mi auguro che la nuova situazione dia una spinta forte a una transizione energetica basata su efficienza energetica e rinnovabili: sono convinto che in Italia e in Europa sia necessario investire fortemente in ricerca e sviluppo per migliorare la tecnologia esistente ed essere indipendenti anche dal punto di vista tecnologico”.
Per Nikolaus è importante agire ora per costruire un sistema energetico ed economico sempre più resiliente, anche se gli effetti li vedremo solo tra qualche anno. “Per puntare con forza sulle rinnovabili – sottolinea – è necessario avere una strategia condivisa a livello europeo, pur con i singoli paesi dell’Unione Europea che devono poter sviluppare e decidere quale sia la politica ambientale migliore in base al proprio potenziale energetico. Ci sono Paesi che hanno forte capacità sul fotovoltaico, altri sull’eolico. Un altro potenziale sono le biomasse: qui l’Italia è sicuramente all’avanguardia e infatti è già in grado di sviluppare strategie e progetti di filiera nel biometano. Questo è il momento per attuare le soluzioni per mettere in sicurezza i nostri sistemi economici e attrezzarci a resistere a nuove fluttuazioni dei prezzi causate da crisi geopolitiche e sanitarie. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale investire in tecnologie sostenibili e trovare in Europa dei partner affidabili con cui cooperare per riuscire ad avere una autoproduzione stabile di energia”.
Cervello italiano e cosmopolita, in pieno spirito europeista, Nikolaus ha iniziato all’estero e ancora oggi lavora nei Paesi in cui opera il Gruppo Elevion, di cui la sua inewa è parte, operando sul mercato italiano, dove realizza progetti su misura, trasparenti e sostenibili. “In un anno abbiamo aumentato il fatturato del 64%, acquisendo due nuovi impianti di biogas e avviando la costruzione di 16 nuovi impianti fotovoltaici. Abbiamo realizzato 26 interventi di efficienza energetica e 190 progetti di consulenza, per un valore contrattualizzato della produzione di oltre 60 milioni di euro”.
Nikolaus è ottimista di natura, malgrado il mondo non se la passi particolarmente bene. “L’impatto dell’uomo sul Pianeta – sottolinea – ha ripercussioni soprattutto sul futuro della nostra specie: la Terra esisterà a prescindere dalla presenza dell’uomo, perché la Natura si trasforma e a volte si ribella per cercare di resistere. Per questo credo che noi dobbiamo impegnarci soprattutto per salvare il genere umano, prima ancora che il nostro stesso Pianeta”. Per questo, anche per questo, Nikolaus si rimbocca le maniche.