Nell’estate dei mari italiani bollenti, tra meduse e alghe, mucillagini e tratti inquinati (come accaduto ad Ansedonia), sotto l’ombrellone ci si interroga sullo stato di salute delle acque italiane. Come stanno davvero i nostri mari? A tentare di dare una prima risposta è il bilancio di Legambiente che con Goletta Verde e Goletta dei Laghi fornisce alcune indicazioni su coste e bacini del Belpaese: secondo l’associazione ambientaliste, mare e laghi italiani non godono oggi di ottima salute.
Lungo le coste ad esempio in media c’è un punto inquinato ogni 76 chilometri, un dato in crescita rispetto agli ultimi anni. Oltre un terzo dei campioni delle acque marine e lacustri, il 36%, risulta poi essere fuori dai limiti di legge su diciannove regioni monitorate. Nei laghi inoltre c’è stato un incremento del 10% dei punti inquinati rispetto allo scorso anno.
Ad incidere sulle condizioni attuali delle nostre acque, secondo l’associazione, sono più fattori: si va per esempio dall’inquinamento legato ai fiumi che sfociano in mare in punti critici sino all’impatto della crisi del clima, passando però anche per condizioni di mala depurazione e scarichi abusivi.
Con effetti simili a quelli riscontrati per la Senna durante le olimpiadi, dove nonostante gli impianti di depurazione le piogge intense hanno contribuito prima dei Giochi ad alzare i livelli di batteri e inquinanti, per alcuni tratti delle coste e dei laghi italiani pesa poi anche l’intensificazione degli eventi meteo estremi, quella collegata alla crisi climatica innescata dall’uomo con le sue emissioni.
Un terzo dei mari e laghi analizzato è “oltre i limiti”
Di fatto, fa sapere Legambiente, su 394 punti campionati tra giugno, luglio e inizio agosto da Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2024, oltre un terzo è stato giudicato complessivamente “oltre il limite” con 101 punti che in particolare hanno ricevuto il giudizio di “fortemente inquinato” e almeno 39 di “inquinato”.
Rispetto al passato poi, è soprattutto il mare, a mostrare uno stato di salute in peggioramento: “Il trend dei punti oltre il limite risulta in lenta crescita passando dal 31% del 2022, al 36% del 2023 fino al 37% di quest’anno” fanno sapere da Legambiente. Una crescita collegata allo stato di salute di fiumi e corsi d’acqua: quasi la metà dei prelievi fatti, il 47%, è infatti avvenuto presso le foci dei fiumi e “nel 59% dei casi il giudizio è stato “oltre il limite”. Meglio invece i laghi: solo il 14% dei campioni effettuati nei punti critici hanno ricevuto un giudizio negativo.
L’ipotesi di esposti da parte di Legambiente
Inoltre in 18 luoghi considerati “critici”, sia tra le coste sia per esempio nei laghi Maggiore, Orta, Trasimeno e Bolsena, sono stati ripetuti più prelievi (almeno tre) per comprendere la presenza di inquinanti nel tempo.”Su 45 campioni, 32 lungo la costa e 13 nei laghi, il 69% ha mostrato concentrazioni al di sopra dei limiti di legge anche nei mesi precedenti al periodo estivo. Legambiente valuterà se ci sono i presupposti per fare esposti alle autorità competenti e chiedere maggiori monitoraggi e controlli” scrive l’associazione.
Entrando nel dettaglio dei dati a livelli di coste italiane su 265 punti campionati in 15 regioni costiere il 37% è stato giudicato oltre il limite e nello specifico il 25% dei campioni è risultato “fortemente inquinato”, mentre il 12% “”inquinato”. Circa il 63% risultavano invece “entro il limite”.
I punti critici: fiumi e canali che sfociano in mare o nei laghi
Come detto però alle foci dei fiumi la situazione cambia: il 44% di quelle analizzate era “fortemente inquinato”, dettaglio a cui si aggiunge un 16% di punti “inquinati” e solo il 40% entro i limiti. In generale, molto meglio i laghi dove su 129 campionamenti eseguiti il 67% dei punti è risultato entro i valori limite, il 28% fortemente inquinato e il 5% inquinato.
Ovviamente non si tratta di dati ufficiali di Arpa o enti di controllo, ma il report stilato dall’associazione Cigno Verde fornisce comunque una fotografia importante sia sullo stato di salute di laghi e mari, sia per esempio sull’impatto della crisi climatica che “preoccupa dall’emergenza siccità mai finita sino all’aumento degli eventi meteo estremi che mettono sotto stress gli impianti di depurazione” ricordano gli ambientalisti rammentando anche l’attuale “tropicalizzazione del mar Mediterraneo, soprattutto dell’Adriatico, con l’invasione delle specie aliene come il granchio blu”.
Sos crisi climatica
Tra le minacce per lo stato di salute della qualità delle acque di mare e laghi, preoccupa anche l’accelerata della crisi climatica nel 2024: dall’emergenza siccità mai finita che ha colpito soprattutto il sud Italia con laghi quasi in secca, all’aumento degli eventi meteo estremi (soprattutto le piogge intense che hanno colpito il nord Italia) mettendo sotto stress gli impianti di depurazione; dalla tropicalizzazione del mar Mediterraneo, soprattutto dell’Adriatico, all’invasione delle specie aliene come il granchio blu. Un bilancio, in sintesi, preoccupante quello delle Golette su cui per Legambiente bisogna intervenire.
“Serve un piano nazionale per mare e laghi”
Per questo Legambiente lancia un appello per “un piano nazionale per la tutela di mare e laghi che abbia al centro l’ammodernamento e il completamento del sistema di depurazione, l’applicazione dei piani di adattamento al clima, più aree protette entro il 2030 e una virata decisa verso le rinnovabili e l’eolico offshore”.
“Anche quest’anno Goletta Verde e dei laghi, insieme agli osservati speciali – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci ricordano come i fiumi ed i canali che si immettono in mare e nei laghi possano essere veicolo di inquinamento dovuto ad una cattiva o assente depurazione. Un tallone d’Achille del nostro Paese che ha già pagato sanzioni pecuniarie per oltre 142 milioni di euro. Per questo oggi lanciamo la proposta di un piano nazionale per mare e laghi basato su quattro pilastri per contrastare anche la crisi climatica”.
Crisi che deve essere messa al primo posto dell’agenda politica dato che, anche le condizioni dei nostri laghi e dei nostri mari, sono sempre più collegate agli eventi meteo estremi.
Come chiosa Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, “i risultati di Goletta Verde e dei Laghi risentono spesso anche delle differenti condizioni metereologiche avute nei mesi estivi di questi ultimi due anni, in cui si è passati da una condizione di siccità dominante in tutto il territorio del centro nord della penisola, con fiumi in secca e canali prosciugati, ad un’estate come quella in corso che è stata caratterizzata invece da frequenti ed abbondanti piogge che possono aver mandato in sofferenza gli impianti di depurazione. Evidenze che si sono viste soprattutto nel corso della Goletta dei laghi dove, rispetto al 2023, quest’anno è cresciuta la percentuale complessiva di punti oltre il limite di legge, passando dal 23% dell’anno scorso al 33% del 2024”.