Ci siamo ormai abituati alle notizie catastrofiche che vedono protagonisti i coralli della Grande Barriera Corallina. Solo negli ultimi anni più volte sono stati lanciati gli allarmi sullo sbiancamento dei coralli causato all’aumento delle temperature di quella lunga striscia lungo l’Oceano Pacifico, che mette a rischio non solo i coralli ma anche tutte le specie che la abitano. Ma quanto sono stati anomali questi eventi? Tanto, al punto che ondate di calore simili sono un’eccezione nel corso degli ultimi 400 anni. Questo il responso che arriva da un team di ricercatori di diverse istituzioni australiane, dalle pagine di Nature, che aggiunge: la colpa, neanche a dirlo, è nostra, lasciando poche speranze per il futuro dei coralli.
Lo sbiancamento dei coralli, lo ricordiamo, è il prodotto di uno stress legato (soprattutto ma non solo) all’aumento delle temperature, che porta all’espulsione delle alghe dai coralli (alghe e polipi dei coralli vivono in simbiosi). La Grande Barriera Corallina – ma non solo questa – ne è stata vittima in maniera massiccia nel 2016, nel 2017, quindi ancora nel 2020, nel 2022 e poi quest’anno. E quella dello sbiancamento non è l’unica minaccia che incombe su questi ecosistemi, messi in pericolo anche da pesca eccessiva, cicloni o dalle infestazioni di alcune stelle marine, ricordano gli autori. Nel lavoro su Nature gli scienziati si sono concentrati sull’analisi delle temperature sperimentate dalle acque che lambiscono la Grande Barriera Corallina nel corso degli ultimi secoli, facendo affidamento tanto alle misurazioni effettuate in epoca più recente (a partire dal ventesimo secolo) che a quelle dedotte analizzando gli scheletri dei coralli, in un vero e proprio esercizio di paleoclimatologia che si basa sull’analisi di abbondanza e rapporto di diversi isotopi.
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Nel complesso gli esperti sono riusciti a mettere insieme una finestra temporale dell’andamento delle temperatura che spazia dal 1618 ai giorni nostri. Le analisi si sono concentrate sui diversi periodi annuali che vanno da gennaio a marzo, quelli più critici per il Mar dei Coralli spiegano. Procedendo in questo modo hanno osservato che gli ultimi anni sono stati davvero eccezionali. In particolare, scrivono, le ondate di calore e sbiancamento del 2004, ??2016, 2017, 2020, 2022 e 2024 sono state quelle con temperature più calde degli ultimi quattro secoli. Ma non solo: le ondate dei periodi più critici si collocano soprattutto a partire dal 1900 e in modo più spiccato a partire dagli anni Sessanta. “È praticamente certo che gli impatti antropogenici sul clima siano il principale motore di questo riscaldamento a lungo termine nel Mar dei Coralli”, scrivono gli scienziati.
Rischiamo aumenti di temperatura ben superiori ai due gradi entro la fine del secolo, anche negli scenari più ottimisti per le misure di mitigazione del riscaldamento globale, continuano gli autori. Questo significa prepararsi a scenari “catastrofici” per le barriere coralline, concludono dalle pagine di Nature, visto che aumenti già di un grado hanno prodotto sbiancamenti massicci.