Non solo per spegnere più rapidamente, ma anche per prevenire laddove possibile. Lo sviluppo tecnologico dei droni consente di avere a disposizione un’arma in più contro gli incendi.
L’esperienza americana
Il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti ha iniziato già dieci anni fa a progettare sistemi di aeromobili senza pilota per aiutare a mappare gli incendi e determinare la direzione verso cui si sviluppavano. Più recentemente, sono stati realizzati droni in grado di individuare i punti focali di un incendio (con l’invio delle coordinate gps ai vigili del fuoco) e per appiccare strategicamente fuochi controllati che eliminano il potenziale combustibile per incendi costituito da vegetazione fiaccata dalla siccità. I droni stanno anche piantando semi in aree devastate dal fuoco per ricostituire foreste e pascoli.
Sviluppi tecnologici che si concretizzano proprio quando c’è più bisogno, considerato che questa estate verrà ricordata per il boom di incendi in giro per il mondo, favorito dalla diffusa siccità e dalle temperature elevate.
Funzioni predittive
Un progetto pilota condotto da docenti della Georgia State University, dell’Università del Missouri e di quella del Kansas promette di portare gli sviluppi dei droni a un nuovo libello. Infatti, il nuovo drone denominato KHawk è in grado di trasmettere informazioni su venti e incendi, inclusi dati predittivi su dove le fiamme potrebbero svilupparsi. Una funzionalità in grado dunque di prevenire, prima ancora che di contrastare gli incendi.
Battaglia a tutto tondo
Uno studio del Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences dell’Università del Colorado Boulder ha rilevato una forte crescita negli ultimi anni di incendi notturni e durante le stagioni diverse dall’estate. L’aumento delle temperature sta gradualmente riducendo i livelli di umidità che solitamente caratterizzavano l’aria notturna e favorisce la diffusione di incendi durante tutto l’anno.
L’Italia è all’avanguardia su questo fronte. FireHound Zero, letteralmente “segugio del fuoco”, è un drone creato dalla Npc di Imola e dalla Vector Robotics di Mogliano Veneto, lungo solo 87 centimetri e con un’apertura alare di due metri, pesa un chilo e mezzo e sulle sue ali ha mezzo metro quadrato di celle fotovoltaiche che ricaricano la batteria e permettono al motore elettrico di volare con un raggio di azione di circa 10 km. Con le sue otto ore di autonomia e con i suoi sensori all’infrarosso può scansionare più di 500 ettari di terreno ogni ora e trasmettere informazioni tempestive sui primi momenti degli incendi, in modo da consentire di circoscrivere rapidamente le fiamme. Gli ideatori hanno avviato da tempo il dialogo con i ministeri interessati per le procedure autorizzative, con l’obiettivo di arrivare il prima possibile all’operatività.