Un piccolo gioiello in mezzo al mare, nel Golfo Argolico, la prima tra le insenature della costa Sud del Peloponneso, una volta oltrepassato il Canale di Corinto, se si arriva da Atene o dalla terraferma. Un’isola-fortezza modellata dai Veneziani nel Quattrocento, che ora, dopo anni – decenni – di abbandono, torna visitabile. 

Si tratta della fortezza di Bourtzi, situata davanti – neanche 500 metri da Napflio (Nauplia), località situata a un paio d’ore d’auto dalla capitale ellenica, e da lì facilmente raggiungibile con piccole imbarcazioni turistiche, che impiegano una decina di minuti dalla terraferma. Chiusa e inaccessibile dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso, è stata riaperta da poco una settimana fa, a coronamento di un lungo progetto di recupero, le cui radici risalgono alla prima metà  del decennio scorso. Per chi bazzicasse da quelle parti, l’ingresso è gratuito fino al prossimo 17 agosto. Orario di accesso 9-20.

Grecia, il castello di Bourtzi, fortezza veneziana davanti al Peloponneso

Costruita durante la prima dominazione veneziana nell’area, tra il 1471 e il 1477, porta la firma dell’architetto, di origine bergamasca, attivo nella Repubblica in quei tempi, Antonio Gambello. Per 350 anni fu utilizzata per la difesa della città che aveva di fronte, subendo diversi restauri e modifiche. Durante la guerra d’indipendenza greca (1821-29) giocò un ruolo decisivo nella liberazione della stessa Nauplia, che è stata la prima capitale della Grecia moderna, fino al 1834. In seguito, dopo il 1865 ebbe una riconversione in stile Alcatraz, diventando un luogo di detenzione per i condannati alla pena capitale in attesa di esecuzione.

L’essere stata proclamata monumento nazionale giù nel 1922 e successivamente impiegata come sede locale della nascente organizzazione del turismo greco non impedì la sua riconversione in hotel, già nei primi anni Trenta del secolo. Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, l’albergo di lusso si era via via ridotto al rango di ristorante-bar, fino alla chiususa, nella metà degli anni Novanta.

La complicanza della doppia giurisdizione sull’isola, che appartiene all’ETDA, l’impresa immobilare di Stato, ma in quanto monumento nazionale va gestita sotto l’egida del ministero della Cultura di Atene, ci sono voluti 20 anni prima di dare il via a un progetto di restauro che ha riportato l’isola, la cui edilizia è magistralmente modellata sull’orografia che gli architetti si sono trovati a modellare, ritrovasse il suo splendore.