Grecia, via alla stagione turistica 2023. Un momento più che atteso, in un Paese che negli anni migliori dai flussi vacanzieri è riuscito a trarre quote superiori al 20 per cento del suo prodotto interno lordo. Cominciata prima che mai – a Rodi addirittura a marzo, fatto senza precedenti nella terra di Omero e Pericle e nelle sue isole, sta via via prendendo piede nelle località marine, sulla terraferma e sulle isole.
A Paro/Paros, dove i primi turisti si sono visti la settimana scorsa, i primi ospiti e i media che li hanno seguiti hanno trovato i villaggi dell’isola in pieno fermento edilizio, con i rumori dei martelli pneumatici a echeggiare nei villaggi, come quello, pittoresco, di Naoussa, un classico villaggio di pescatori con le tipiche case dipinte di bianco, dove i cantieri sono in piena attività ovunque.
Il rimbalzo del turismo greco, dopo due anni di crisi, ha riportato in Grecia, già nel 2022 flussi e introiti vicini a quelli dell’epoca pre-covid. Quest’anno le isole dell’Egeo in particolare sperano di fare ancora meglio.
“È pazzesco – racconta all’agenzia francese Afp Nikos Kritikos, idraulico locale, mentre martella un vecchio tubo della fognatura in una casa in ristrutturazione -. Tutti in questo momento aggiustano, pitturano pareti…”.
Nella casa accanto, dove presto saranno disponibili tre nuove stanze in affitto, gli operai scaricano da un camion casse di piastrelle e lastre di ceramica, mentre dall’altra parte della strada prende forma un complesso con piscina di proprietà di un fondo immobiliare.
Nel 2022, secondo dati della Banca di Grecia, gli arrivi di turisti internazionali in Grecia sono stati 27,8 milioni, con un incremento di poco inferiore al 90 per cento rispetto all’anno precedente. Secondo le stime dell’Associazione delle imprese turistiche del Paese ellenico, gli introiti annui del turismo, nella peggiore delle ipotesi, dovrebbero eguagliare i 17,6 miliardi di euro, mentre secondo la previsione più favorevole potrebbero superare i 18,1 miliardi conseguiti nel solito 2019.
“La stagione turistica di quest’anno sarà la migliore di sempre – è convinto Markos Kovaios, il sindaco di un’isola, Paro, che l’estate scorsa ha quintuplicato la sua popolazione “normale” di quindicimila anime.
Con la sua capacità di generare più del 20 per cento del Pil greco, il turismo ha contribuito al sostentamento dell’economia locale persino negli anni neri della pandemia. Ma ora, con in ritorno delle masse, anche là si cominciano ad avvertire quei contraccolpi da overtourism che stanno attanagliando le mete più ambite in tutto il mondo: da Barcellona a Venezia, dalla Riviera Ligure alle Hawaii.
“Tutto per il profitto, senza limiti – lamenta Kostantis Haniotis, proprietario di un bar nel villaggio tradizionale di Lefkes. Nei pressi, stanno prendendo forma complessi turistici e ville di lusso, alcune letteralmente incastonate nelle creste rocciose -. Lo sfruttamento del turismo ha provocato un incremento del costo della vita”.
Nel passato, Paro, come molti altri luoghi turistici di fama, in Grecia e non solo, era riuscito a salvaguardare certe sue tradizioni, come quella di una sua vita agricola. Oggi sopravvivono solo alcuni boschetti di olivi e qualche vigneto. La stessa pesca si è dovuta adeguare alle richieste della gastronomia globalizzata e industriale.
“Negli anni ’90 del secolo scorso, le famiglie costruivano ancora le case per i propri figli – ora è un’edilizia non stop per il turismo”, racconta l’idraulico Kritikos, aggiungendo il suo timore che Paro finisca per Mikonos-izzarsi, alludendo alla vicina Ciclade, ormai meta di elezione per il jet set internazionale.
Un’altra delle Cicladi, Sifnos (Sifanto), a inizio mese si è rivolta al goveno centrale affinché si sforzi di mettere argine alla “sfrenata” crescita del turismo. Tornando a Mykonos, sono in molti ormai a ritienere che nell’isola più popolare la situazione ormai sia sfuggita di mano. Il mese scorso, un archeologo che era stato incaricato di monitorare le possibili illegalità edilizie nell’isola è stato aggredito e malmenato nei pressi della sua abitazione di Atene. Una divisione della polizia greca specializzata nel crimine organizzato sta indagando sui fatti. Lo stesso premier Kyriakos Mitsotakis ha convocato una riunione di gabinetto sulla questione, promettendo che farà rispettare le leggi edilizie e che potenzierà la polizia a Mykonos. “Avere un’isola dove certe persone pensano di essere sopra la legge è inconcepibile – ha detto il premier, che affronta elezioni politiche nel prossimo maggio.
Secondo la presidente dell’Associazione degli archeologi greci, Despina Kutsoumba, i controlli dello stato arrivano spesso troppo tardi, quando il permesso di costruzione è già stato accordato dai funzionari locali dell’urbanistica. E i costruttori non sono particolarmente spaventati dalle possibili sanzioni economiche, vista la loro irrisorietà rispetto ai guadagni che quel tipo di business garantisce loro.
Jally Paraschi, che possiede una villa a Lefkes, teme che l’edilizia selvaggia possa far perdere a Paro il suo “carattere tradizionale”. “La rete stradale è molto limitata e non può essere cambiata perché lo spazio disponibile è ormai stato predo dalle costruzioni”.
Panagiotis Galanis, avvocato specializzato in diritto urbanistico, è convinto che le autorità locali “siano spesso negligenti per ragioni economiche”. Il sindaco Kovaios controbatte che un nuovo ufficio addetto alla pianificazione ediliza è stato creato l’anno scorso proprio allo scopo di “intensificare i controlli”. Ma nemmeno lui può negare che con il progressivo aumento degli affitti l’isola è sempre più al di fuori della portata degli addetti pubblici e di chi opera nel turismo.