A volte la fantasia e l’animazione sono più potenti di mille slogan. Talmente tanto che le vicissitudini di un procione geneticamente modificato, mammifero antropomorfo che difende la galassia, fanno molto più presa sul grande pubblico – in tema di diritti e difesa degli animali – rispetto a mille appelli o proclami. Per questo la Peta, associazione internazionale che si batte per un trattamento etico delle creature che con noi vivono su questo pianeta, ha deciso di conferire un premio speciale “Not a Number Award” a James Gunn, regista di Guardiani della Galassia Vol. 3, pellicola appena uscita targata Marvel che, attraverso una storia di fantasia, rappresenta come nessun altro “la crudeltà dei test sugli animali” ricorda la Peta.
Senza imporre spoiler, nella terza puntata della saga uno dei protagonisti – il procione Rocket che viene doppiato da Bradley Cooper – subisce torture e modifiche mediche da parte dei cattivi. Per come viene descritto questo passaggio, “attraverso Rocket, James Gunn ha dato un volto, un nome e una personalità ai milioni di animali vulnerabili che subiscono torture nei laboratori” ha detto Lisa Lange, vicepresidente senior di Peta, aggiungendo che l’organizzazione internazionale celebra la pellicola “come il miglior film sui diritti degli animali dell’anno per aiutare il pubblico a vedere gli animali come individui e suggerendo che solo perché possiamo sperimentare su di loro non significa che dovremmo”.
Di recente diversi film hanno scelto di porre le tematiche ambientali al centro – come ad esempio Don’t Look Up sulla crisi climatica – ma secondo Peta quello appena uscito è davvero un “film capolavoro per i diritti degli animali”, tanto che sempre più persone sui social network stanno inviando all’associazione animalista messaggi di sostegno dopo aver visto Guardiani della Galassia 3, un prodotto per il cinema internazionale e molto amato dal grande pubblico di appassionati Marvel.
Insomma, per gli attivisti si tratta davvero di “un film sulla gioia e la compassione e sull’imparare a vedere oltre i confini del proprio mondo e avere empatia per tutte le creature viventi” scrivono sul blog della People For the Ethical Treatment of Animals ricordando come quella che appare sugli schermi anche se è una storia di fantasia rispecchia perfettamente “esperimenti crudeli, violenti e a sangue freddo, reali e che stanno accadendo proprio ora”.
Infine, a coronare l’impegno animalista del film, anche l’approvazione dell’American Humane Association, che con tanto di bollino certifica come “nessun animale è stato ferito” durante la realizzazione dell’opera.