C’è una nuova onda da cavalcare alle Hawaii ed è decisamente verde. In quello che è già stato definito come un “accordo storico”, il governo ha stretto un’intesa con un gruppo di giovanissimi querelanti e annunciato un nuovo percorso, con vincoli, che porterà le Hawaii a decarbonizzare il proprio sistema di trasporti entro il 2045. Per capire l’importanza di questa intesa bisogna partire dalla causa intentata da un gruppo di 13 giovanissimi, tutti tra i 9 e i 18 anni al momento della presentazione del caso. I teenager del clima chiedevano un cambio di rotta netto da parte dello Stato sostenendo che stava violando il diritto garantito dalla Costituzione delle Hawaii a crescere e “vivere in un ambiente salubre”  e dove lo Stato, per Costituzione, deve “conservare e proteggere la bellezza naturale delle Hawaii e tutte le risorse naturali”. In particolare l’attenzione dei giovanissimi era rivolta al settore dei trasporti e all’intenzione di ulteriori piani per ampliare la rete autostradale anziché concentrarsi sulle innovazioni elettriche e sulle energie rinnovabili.


 

Così nel giugno 2022 è nata la causa, che tira in ballo lo Stato,  ex governatori e il dipartimento trasporti, facendo appello appunto alla Costituzione. L’azione legale è stata chiamata “Navahine”, proprio come uno dei ragazzi querelanti, in questo caso un sedicenne la cui famiglia coltiva da generazioni la terra di un angolo delle Hawaii ma che per via di siccità, inondazioni e innalzamento del livello del mare ha visto impatti immediati sui raccolti. “Vedere gli effetti e il modo in cui stavamo lottando per guadagnare soldi per la nostra fattoria, mi ha spinto verso questa causa” ha spiegato Navahine. Così i giovani hawaiani si sono uniti per chiedere al governo di dare priorità, per esempio, all’elettrificazione dei trasporti pubblici o a promuovere gli spostamenti a piedi e in bicicletta e mettere un freno  ai “livelli insostenibili di emissioni di gas serra”. Per Lucina, 17 anni, la causa era un modo “per avere speranza”, perché “per molti di noi è quasi tutta la vita che vediamo le nostre spiagge sprofondare e le nostre barriere coralline scomparire”.

Nelle ultime ore il governo delle Hawaii ha accettato una intesa con i ricorrenti e il governatore dem Josh Green ha annunciato un accordo rivoluzionario, di fatto il primo caso climatico condotto da giovani che invocano zero emissioni nei trasporti. Ora le Hawaii agiranno per decarbonizzare il proprio sistema di trasporti entro il 2045. “Stiamo affrontando gli impatti del cambiamento climatico oggi e, inutile dirlo, questa è una priorità perché ora sappiamo che il cambiamento climatico è qui. Non è qualcosa che consideriamo in modo astratto in futuro” ha spiegato Green. Nell’accordo le Hawaii si impegnano a sviluppare una tabella di marcia per raggiungere emissioni zero per i suoi sistemi di trasporto aerei, via terra e marittimi, entro il 2045, anno in cui lo stesso stato puntava già da tempo a diventare carbon neutral. In più il patto prevede la creazione di un consiglio giovanile volontario per consigliare il dipartimento dei Trasporti, settore che dedicherà circa 40 milioni di dollari all’espansione della rete pubblica di ricarica dei veicoli elettrici entro il 2030.

Secondo Leinala Ley, avvocato dei giovani attivisti di Earthjustice, “l’accordo dà alle Hawaii una spinta nella corsa contro il disastro climatico e offre un modello di migliori pratiche che anche altre giurisdizioni possono implementare”. Nonostante una serie importante di impegni climatici finora gli sforzi delle Hawaii sono stati giudicati insufficienti in determinati settori, tanto che tra il 2020 e il 2021 le emissioni di carbonio sono aumentate di oltre il 16%. Anche a partire da queste cifre i giudici della corte hanno preso sul serio, a differenza di altre climate litigation (cause sul clima) negli Usa, la richiesta da parte dei giovani e dopo un lungo tira e molla  si è arrivati all’intesa. Proprio la natura cooperativa dell’accordo legale, che vede ora governo e adolescenti impegnati a cavalcare la stessa onda, viene vista dagli esperti di cause climatiche come un significativo passo avanti, un modo per unire e spingere “una comunità insulare come le Hawaii, in cui le persone sono sulla stessa barca insieme” ad andare nella giusta direzione per il futuro.