Migliorare la raccolta differenziata di carta e organico, sensibilizzare i clienti e promuovere la pratica del riciclo in tutti i ristoranti McDonald’s. Sono le basi dell’accordo tra la catena della ristorazione e Hera, una delle maggiori multiutility italiane con oltre 9mila dipendenti al servizio di circa 5 milioni di cittadini localizzati prevalentemente in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana e Abruzzo. Si tratta del primo operatore a livello nazionale nella filiera ambiente, con un parco impiantistico all’avanguardia di un centinaio di strutture in grado di trattare ogni tipologia di rifiuto. Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato Orazio Iacono.
Le priorità sono riciclare di più e consumare meno. Quali sono gli spazi per agire su questi due filoni?
“Comincerei col dire che il cambio di paradigma nella direzione di un’economia circolare impone la definizione di nuovi modelli di produzione e consumo, la ricerca di soluzioni per il massimo recupero possibile di materia ed energia, per cambiare significato alla parola rifiuto. Le sfide che abbiamo davanti a noi richiedono, infatti, una sempre maggiore valorizzazione di quelli che fino a ieri chiamavamo rifiuti e che invece, oggi, devono essere sempre più visti come risorse: opportunità per consumare meno materie prime e per creare e sostenere un’industria del recupero efficiente che contribuisca al benessere e alla prosperità delle nostre comunità”.
Nel vostro caso questo ragionamento cosa comporta?
“Per Hera, l’economia circolare è uno dei tre driver per la creazione di valore condiviso che fa parte dello scopo sociale dell’impresa, così come indicato nel nostro statuto. Chiudere il cerchio è una logica che applichiamo in modo trasversale a tutti i nostri business, un fronte sul quale operiamo anche per rigenerare le risorse naturali e promuovere un loro più efficace utilizzo”.
Avete recentemente pubblicato la tredicesima edizione del report “Sulle tracce dei rifiuti” per raccontare i tanti volti della raccolta differenziata. Di cosa si tratta?
“È un report tematico che rendiconta il viaggio con cui i rifiuti differenziati dai cittadini tornano a nuova vita sotto forma di materia riciclata o energia. Tracciando il percorso dei rifiuti urbani desideriamo, quindi, valorizzare l’impegno quotidiano dei cittadini per l’economia circolare. Nel 2021, in particolare, la raccolta differenziata del territorio servito da Hera si è attestata al 65,3%, corrispondente a 316 kg di rifiuti per abitante. Più in dettaglio, rispetto al 91% della differenziata avviata a recupero, l’84% è stato riciclato mentre il 7% è stato convertito in energia. Il riciclo complessivo dei rifiuti (calcolato dunque tenendo conto di rifiuti differenziati e indifferenziati) è arrivato al 57%, anticipando e superando l’obiettivo europeo al 2025, fissato al 55%. Per noi il coinvolgimento dei cittadini è da sempre un impegno fondamentale, perché è solo muovendoci in squadra che possiamo migliorare ulteriormente gli ottimi risultati già raggiunti. La strada è quella giusta, e gli obiettivi europei superati con largo anticipo lo dimostrano chiaramente”.
Il messaggio è che ciascuno di noi può scegliere ogni giorno di fare la cosa giusta.
“Esatto. Dai rifiuti organici correttamente separati è possibile ricavare biometano, un biocarburante rinnovabile al 100% e a basso impatto ambientale. I rifiuti organici differenziati nelle case e nelle aziende che collaborano con noi tornano, infatti, al servizio della comunità sotto forma di gas rinnovabile che, immesso in rete, alimenta il trasporto cittadino pubblico e privato, aiutando quindi un settore sempre più esposto al tema delle emissioni di anidride carbonica. Dal riciclo di carta, plastica e vetro si ottengono materie prime seconde di qualità, che possono utilizzate per produrre nuovi beni senza ulteriori consumi, e così via. I piccoli gesti del quotidiano sono indispensabili per alimentare l’economia circolare”.
Tornando a voi, che ruolo giocano le partnership con altri soggetti?
“Partiamo dalla constatazione che, di fronte ai cambiamenti economici, ambientali e sociali in atto, diventa sempre più importante anche per le aziende unire le forze su obiettivi comuni. È quindi un gioco di squadra tra realtà anche apparentemente molto distanti nelle loro attività quotidiane che devono e possono trovare un terreno comune per portare avanti insieme questo importante cambiamento, perché ciascuno deve fare la propria parte nella salvaguardia delle risorse del Pianeta, l’azione della singola impresa non basta”.
In coca consiste l’accordo con McDonald’s?
“E’ stata la prima intesa riguardante un progetto pilota di sostenibilità ambientale firmato dal gruppo Hera ed è attivo dal gennaio 2020. La collaborazione mira alla riduzione della quantità di rifiuti e al miglioramento della qualità della raccolta differenziata in 30 ristoranti dell’insegna in Emilia-Romagna per una media di quasi 49 mila clienti McDonald’s al giorno. L’obiettivo è chiudere il cerchio massimizzando le quantità di rifiuti avviati a riciclo, potenziando la raccolta differenziata dei rifiuti riciclabili come carta e organico, attuando un monitoraggio che valuti la quantità ma soprattutto la qualità dei rifiuti prodotti, puntando alla riduzione dei quantitativi complessivi prodotti, in particolare della plastica”.
Ci sono nuovi step in vista?
“L’obiettivo è continuare a massimizzare le quantità di rifiuti avviati a riciclo, riducendo al contempo i quantitativi complessivi prodotti, in particolare di plastica, e mantenendo alta l’attenzione verso temi importanti per entrambe le realtà, come la lotta al littering. Aziende come le nostre hanno il dovere di dare l’esempio soprattutto alle generazioni future, ed è quello che facciamo. I giovani, che sono anche uno dei target principali degli store Mc Donald’s, devono capire che anche i piccoli gesti quotidiani sono indispensabili per alimentare l’economia circolare”.