Da dominio di caccia del re a riserva protetta. Compie cento anni il Parco Nazionale Gran Paradiso, la più antica area protetta d’Italia, nata per garantire la sopravvivenza dell’animale simbolo del luogo, lo stambecco. Istituito il 3 dicembre del 1922, quando lo Stato italiano gli diede vita, dopo aver ricevuto da Re Vittorio Emanuele III i territori dell’ex riserva reale di caccia, si trova a cavallo tra Valle d’Aosta e Piemonte, abbracciando i suggestivi scenari intono al massiccio del Gran Paradiso.

Ben 71.043,79 ettari di praterie, boschi, laghi e soprattutto monti: il Gran Paradiso è l’unico massiccio montuoso d’Italia che superi di oltre 4000 metri di altitudine interamente su suolo italiano. Fitto di vegetazione e animali selvatici, offre ai visitatori ambienti ancora selvaggi e tante attività outdoor per immergersi nella natura. Per scoprirne le varie anime, si attraversano i due versanti del Gran Paradiso, grazie a una rete di sentieri, belvedere e antiche mulattiere, che arrivano fino a 3000 metri di quota e regalano panorami incredibili.

In occasione dell’anniversario, il Parco festeggia in grande, con tanti eventi da vivere nella sua straordinaria cornice, invitando a seguire un lungo racconto sulle tradizioni e le usanze delle culture locali. Il programma si aprirà a fine aprile, ma sarà solo con l’arrivo dell’estate che le celebrazioni entreranno nel vivo.

Si comincia a Cogne, dove il 15 giugno inaugura una mostra nelle sale della storica Maison Daynè, dedicata alle vicende e ai cambiamenti che hanno segnato i 100 anni di storia dell’area protetta. I festeggiamenti si spostano, tra il 17 e il 19 giugno, a Valsavarenche: la valle, l’unica interamente compresa nel territorio protetto, si farà portavoce dell’importante riserva d’acqua che rappresentano i grandi ghiacciai. Per evidenziare questo tema le guide alpine e gli alpinisti si arrampicheranno sulla cima del Gran Paradiso, per piantare la bandiera ufficiale del Centenario, che resterà sulla vetta per tutta l’estate.

Si prosegue a Ronco Canavese. Qui, il 2 e 3 luglio si parlerà della magia del bosco, luogo primordiale e ricco, habitat ideale di tanti animali, a partire dal lupo, che stavolta sarà il protagonista della due-giorni.

A Noasca (dal 6 al 10 luglio) il focus saranno i vari paesaggi che queste vette custodiscono, come le immense praterie alpine. Le guide del parco accompagneranno alla scoperta della bellezza straordinaria di questi ambienti, terre dove a fare da re è lo stambecco, simbolo del parco stesso.

Vale la pena visitare Locana, poi. Cercate di capitare in zona il 16 e 17 luglio, quando si svolgerà una festa dedicata alla montagna, per celebrare ogni simbolo della cultura alpina, con i suoi sapori, i prodotti e i lavori dell’uomo.

A fine luglio (28 -31) in occasione del centenario si celebra anche la riapertura del castello medievale di Aymavilles, che torna ad accogliere i visitatori dopo un lungo lavoro di recupero.

Una parte significativa della vita d’alta quota riguarda le coltivazioni tipiche: un tema importante, di cui si parla a Campiglia Soana (31 luglio), con un evento che spiegherà le tante proprietà della canapa sativa, un prodotto tradizionale della zona coltivato non solo a uso alimentare, ma anche per la produzione dei filati che vengono impiegati per le calzature del posto, chiamate ‘scapin’, ancora oggi prodotte dalle donne di Ronco.

A proposito di coltivazioni tipiche montane, anche la segale è un ingrediente di questi territori: un appuntamento da segnare in agenda è quello del 13 agosto a Rhemes-Saint-Georges, dove si racconteranno storie e impieghi di questo cereale.

Non poteva mancare un capitolo dedicato al vino. Se ne parla a Villeneuve il 14 agosto, con un evento che avrà lo scopo di illustrare le estreme condizioni dei vigneti di montagna, che producono vini dalle caratteristiche inconfondibili.

Ma sono molti gli appuntamenti in calendario fino al 3 dicembre, quando, al Castello di Sarre si chiuderanno i festeggiamenti con un evento commemorativo sulla nascita della riserva. Oltre a essere il primo parco nazionale in Italia, il Gran Paradiso è anche il più importante sul piano scientifico e della conservazione. Simbolo del rapporto tra uomo e natura, lancia infatti un invito alla sostenibilità, sollecitando visitatori e turisti a diventare parte attiva per proteggere il verde, imparando a usare sempre e dovunque le buone abitudini adottate nell’area protetta, anche nella vita quotidianità.