Per l’Europa alcuni sono innocui come il coleottero dei chicchi di caffè, un parassita che attacca piante che in Europa crescono solo in un paio di campi sperimentali in Sicilia. Altri insetti della stessa famiglia sono, al contrario, molto più pericolosi. Ad esempio quelli del genere Euwallacea, appartenenti al gruppo dei coleotteri dell’ambrosia, colonizzano il legno sotto la corteccia degli alberi e per sopravvivere coltivano funghi che poi conducono la pianta al capolinea.
Nel 2021 ai giardini Trauttsmandorf in provincia di Bolzano è stato necessario bruciare tutte le piante della serra tropicale, comprese 500 orchidee, per l’introduzione accidentale di uno di insetti originari del sudest asiatico, sbarcato in Europa una volta sola, per sbaglio, in Polonia nel 2017.
Ora l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha identificato 12 specie aliene di questi coleotteri ad alto rischio di introduzione nei paesi dell’Unione. Sono tutti scolitidi, una famiglia che comprende 6.495 specie delle quali circa 350 native, e innocue, del nostro continente. Colpiscono in particolare le latifoglie, un genere che include tanti alberi importanti sia per la biodiversità forestale come il faggio o il frassino, e altri di valore economico come il noce, il ciliegio e il castagno.
“Ci sono due fattori che negli ultimi anni hanno aumentato in modo significativo le probabilità di invasione da parte di specie aliene, il cambiamento climatico e il commercio internazionale. – spiega Massimo Faccoli, ordinario di entomologia forestale dell’Università di Padova che ha coordinato lo studio dell’EFSA – Le temperature più alte consentono a questi insetti spesso di origine tropicale e subtropicale di sopravvivere ai nostri inverni più miti mentre l’impennata del traffico globale delle merci, in questo caso legate al legno e alle piante arboree, agisce come via preferenziale di ingresso”.
Ai primi posti della black list si trova Pityophthorus juglandis, un coleottero di origine centro americana che negli Stati Uniti ha mandato al tappeto la coltivazione del noce, compreso quello nero molto richiesto dall’industria del legname. Mentre il genere Euwallacea, di origine asiatica, conta quasi la metà delle specie della lista nera ed è tra i più insidiosi.
“Spesso i materiali infestati non sono riconoscibili perché questi insetti hanno dimensioni di pochi millimetri e colonizzano la parte interna del legno potendo così viaggiare in incognito a bordo di pallet, nel tondame, bonsai e in molti altri prodotti legnosi. – prosegue l’entomologo – I coleotteri del genere Euwallacea non si cibano del legno, che non avrebbe sostanze nutritive sufficienti per sostenerne la crescita in tempi rapidi, ma trasportano funghi patogeni per l’albero che sono alla base della dieta delle larve. Li coltivano in camere scavate nel legno come fossero campi con monoculture di funghi grazie ai quali completano il ciclo di sviluppo in poche settimane uccidendo l’albero. Colonizzando solo le piante dove i funghi possono crescere hanno centinaia di potenziali ospiti”.
I parrocchetti monaci e i rischi per la nostra salute
Qualche anno fa uno studio analogo è stato realizzato dallo stesso team di ricercatori padovani sugli scolitidi delle conifere il cui numero complessivo di specie è minore rispetto alle latifoglie (circa 800 specie) e gli alberi ospiti sono circoscritti all’emisfero settentrionale (ad esclusione delle piantagioni di conifere in Sud America, Nuova Zelanda e Sudafrica).
Grazie alla nuova black list negli scali internazionali più a rischio dei Paesi membri, come grandi porti e aeroporti, saranno intraprese misure per l’intercettazione di queste 12 specie esotiche potenzialmente dannose per le nostre foreste. Come l’uso di trappole, già presenti in altre parti del mondo, attivate con particolari odori e in grado di attirare i coleotteri a rischio di introduzione.
Poiché i parassiti e le malattie delle piante rappresentano una significativa minaccia economica e sociale per l’Europa, l’EFSA sta conducendo la campagna #PlantHealth4Life in collaborazione con la Commissione europea e gli Stati membri dell’UE. Questa iniziativa pluriennale mira a sensibilizzare i cittadini europei sull’importanza della salute delle piante e sulla responsabilità di tutti nel salvaguardarla.