Originario dell’America centrale, il Tagete è conosciuto anche come “calendula messicana”, “fiore dei morti” o “garofano indiano”. I suoi colori brillanti lo rendono esteticamente affascinante, ma sono la sua resistenza, la sua generosità e la sua incredibile fioritura duratura a fare di lui un fiore estremamente apprezzato. Pianta annuale o perenne, fa parte della famiglia delle Asteraceae e gode anche di importanti proprietà medicinali. Le sue foglie, infatti, diventano spesso parte di infusi volti a combattere l’insonnia e migliorare la digestione. In alcune culture il Tagete è simbolicamente associato a riti religiosi e spesso, proprio per questo, si utilizza durante i rituali funebri, ma non solo.
Tagete, “il fiore dei morti”
In apparenza così semplice, il Tagete nasconde una serie di caratteristiche che lo rendono unico e affascinante. Nasce nel Messico, dove è sempre stato utilizzato durante la nota celebrazione del Dia de los Muertos, ma i suoi usi non sono solamente “spirituali”, bensì anche curativi e, ovviamente, decorativi. Il suo spiccato adattamento a ogni tipologia di terreno fa del Tagete una pianta molto versatile e resistente: lo si può osservare fare capolino durante tutto l’anno sia in giardino, sia in terrazzo, in aiuole, fioriere o bordure. La sua composizione rende il fiore dei morti delicato ma allo stesso tempo vivace: le foglie sono setose, mentre i fiori, simili a garofani, colorati e molto duraturi: da maggio a ottobre è possibile osservarne la bellezza e conoscerne le sfumature.
Dove, come e quando: coltivazione del Tagete
Le destinazioni del Tagete sono diverse. Questo fiore, talvolta definito “gigante” quando raggiunge gli 80 cm di altezza, può essere coltivato sia in vaso, sia in giardino, ma anche direttamente in orto, dato che gode di importanti proprietà disinfettanti che allontano parassiti come afidi, mosche bianche e altiche. Se si ha a disposizione un semenzaio, invece, è consigliabile seminare il Tagete a partire da febbraio-marzo e quando le piantine saranno nate, travasarle in un vaso più grande verso aprile-maggio. In alternativa, sempre nel periodo tra aprile e maggio si può seminare direttamente in vaso o in giardino, facendo attenzione alla temperatura esterna. I semi del Tagete vanno posizionati a una profondità di 0,5 cm, mentre la distanza tra semi e piantine dovrebbe sempre mantenere i 25 cm (si scende a 20 per il Tagete nano); in questo modo si darà il giusto spazio alla pianta di crescere nel modo più corretto e naturale possibile.
Come raccogliere i semi del Tagete
Una delle curiosità che rendono il Tagete una pianta unica nel suo genere riguarda proprio i suoi semi. Di solito, infatti, quando i capolini dei fiori appassiscono, sarebbe meglio tagliarli per consentire una fioritura continua e rigogliosa durante tutta la stagione estiva. Tuttavia, ed è qui la bellezza del fiore, è possibile anche raccoglierne i semi, ma in questo caso bisogna lasciare i fiorellini appassiti sulle piante fino a quando non saranno ben secchi. I semini che si ottengono, una volta liberati completamente dalle parti essiccate, si potranno conservare in un sacchetto di carta in un luogo fresco e asciutto. Lo scopo? Seminarli nella nuova primavera!
Esposizione e annaffiatura del Tagete
Il Tagete conta almeno 50 varietà: può essere nano, può essere alto, annuale o perenne. Non importa quale sia la sua caratteristica, perché rimane una pianta che ama il caldo, motivo per il quale posizionarlo alla luce sarà sempre un’ottima scelta. Annaffiarlo regolarmente è importante, specie durante l’estate, quando le irrigazioni aumenteranno per consentire al terreno la giusta umidità. Come per la maggior parte delle piante, però, anche il Tagete teme i ristagni idrici, che possono provocare l’asfissia del fiore e fare marcire le sue radici. Il Tagete teme il freddo, ma teme anche il cosiddetto “male bianco”, malattia di origine fungina che tende a svilupparsi quando si bagnano foglie e chioma del fiore. Conclusa la stagione estiva e con l’arrivo di quella autunnale, le annaffiature diminuiranno e saranno più scaglionate nel tempo.
Il Tagete in inverno
I fiori ricordano le sfumature del Sole e forse è proprio per questo che il Tagete ama il caldo. È infatti risaputo che tutte le specie di questa rigogliosa pianta temono il freddo in inverno, quindi in caso di varietà perenni come il Tagetes lucida (fini medicinali e anche culinari), è importante adottare misure di protezione ad hoc contro i danni che il freddo può provocare. Intanto, l’esposizione: luoghi luminosi e freschi andranno benissimo, ma attenzione alla temperatura, che ovviamente non dovrà essere troppo bassa. A parte qualche varietà, la maggior parte dei Tagete seminati in vaso o in giardino sono annuali: in inverno il loro ciclo di vita si conclude.
Come prendersi cura del Tagete
Prendersi cura del Tagete non è così complesso. Questa pianta dai colori raggianti è adatta anche a chi si trova alle prime armi con il giardinaggio o a chi, invece, non ha molto tempo a disposizione per dedicarsi a questo hobby. Il fiore dei morti non ha particolari esigenze in merito al terriccio, tant’è che riesce a crescere molto bene anche su terreni sassosi. Importanti sono la semina, il rispetto delle distanze di semi e piantine, l’esposizione alla luce, la giusta dose di acqua e l’eventuale raccolta di semi appassiti da conservare. Il resto lo faranno i suoi colori, il suo profumo acre in grado di allontanare insetti sospetti e sfavorire la crescita delle erbacce e le sue innumerevoli proprietà antibatteriche. Beatitudine, capacità di comprendere e calore delle relazioni: con il Tagete ci sarà colore duraturo e una simbologia tutta da scoprire.