Ramona Magno, responsabile dell’Osservatorio Siccità dell’Istituto di BioEconomia del Cnr, ha appena elaborato con i suoi colleghi gli ultimi dati relativi alle piogge sull’Italia nei primi 22 giorni di giugno. Le mappe delle precipitazioni sul nostro Paese ormai sono sempre più un puzzle di tasselli color arancio e rosso bordò, indicatori rispettivamente di siccità severa e siccità estrema. Una volta completata l’analisi, i dati confluiranno nel bollettino mensile dell’Osservatorio Siccità.

Dottoressa Magno, ci può dare una anticipazione? Qual è la situazione fotografata dagli ultimi dati in vostro possesso?

“Purtroppo le piogge dal primo fino al 22 giugno confermano una situazione di siccità, in diverse zone del Piemonte e del Veneto orientale. Ma l’emergenza si sta allargando anche alla Liguria orientale, a buona parte della Toscana e a quasi tutta l’Umbria. Ma va ricordato che i dati mensili (giugno 2022 confrontato con giugno 2021, ndr) in questi casi hanno poco senso, bisogna fare analisi relative al medio e lungo periodo”.

Intende dire che un giugno secco non necessariamente sarebbe sinonimo di siccità se fosse piovuto e nevicato nei sei mesi precedenti?

“Esatto. E invece il problema è che se si valuta la situazione nei sei o dodici mesi precedenti, alcune zone d’Italia si trovano ormai ad affrontare una siccità estrema”.

Quali?

“Da inizio anno e dal luglio dell’anno scorso la siccità è estrema nelle regioni del Nordovest, Piemonte e Lombardia, ma anche su parte della costa tirrenica: Lazio e una parte della Campania. In particolare sui dodici mesi sono la Pianura Padana e il Delta del Po a soffrirne di più, con Veneto e Friuli. Insomma, le precipitazioni di giugno confermano la gravità della situazione”.

Al di là delle precipitazioni, quanto influiscono le temperature?

“La siccità di questi mesi si conferma sempre più essere una siccità idrologica, dove la scarsità di innevamento invernale e di precipitazioni degli ultimi se mesi sta intaccando le riserve idriche superficiali principalmente nel nord Italia. Ma certamente il caldo contribuisce a far evaporare le acque dai suoli, dalle superfici dei laghi e dei fiumi e a far traspirare l’umidità dalle piante. Sappiamo che il maggio scorso, per temperature, ha battuto lo stesso mese record del 2003, il giugno 2022 al momento è al secondo posto tra quelli più caldi. Ma la tendenza, purtroppo, è che da qui alla fine dell’estate le temperature saranno abbastanza superiori alla media”.

Ci sono previsioni anche sulle precipitazioni per le settimane a venire?

“Tutti i modelli concordano che potrebbe essere una estate più secca del normale, anche se per fine giungo è previsto qualche temporale. Ma ripeto, il problema saranno soprattutto le temperature che andranno a incidere su territori in cui le piogge sono state molto scarse negli ultimi sei-dodici mesi”.

Come raccogliete i dati sulla siccità?

“Con stazioni meteo a terra, ma anche misure da satellite. Il tutto elaborato da modelli matematici al computer. Se ci limitassimo, come si faceva un tempo, ai millimetri di pioggia misurati in singole stazioni, non avremmo un quadro fedele di quello che accade sul territorio nazionale, ma solo puntuale lì dove avviene la misura. Ecco perché ormai si usano i satelliti che fotografando le nuvole e la loro capacità di riflettere la luce ci aiutano a fare stime affidabili della pioggia caduta”.