Pandemia e caro bollette. Per musei, cinema e teatri sono stati anni difficili, tra chiusure per Covid e la crisi energetica. Ma la via della sostenibilità sembra essere l’unica soluzione possibile per sopravvivere, soprattutto per i grandi musei. “L’arte ha sempre anticipato i cambiamenti di ogni epoca, dovrà farsene carico anche questa volta”, ammette il professor Maurizio Vanni, museologo e docente di Economia all’università di Tor Vergata a Roma, autore del libro “Biomuseologia. Il Museo e la cultura della sostenibilità“.
E per capire l’impatto che sta avendo il caro bollette sui bilanci dei musei, basta fare l’esempio delle Gallerie dell’Accademia di Venezia dove, nel giro di due anni, le utenze sono salite da 260mila a semestre a 490mila euro per i consumi dei primi sei mesi del 2022. Edificio storico e la delicatezza del contesto urbano al momento sembrano lasciare pochi spazi di manovra. Ma i responsabili del museo e il Comune stanno cercando un modo di abbassare i consumi.
“Bisogna investire nelle infrastrutture in modo che gli edifici possano trasformarsi in modo efficiente dal punto di vista energetico, ecologico e sostenibile”. A lanciare l’allarme per primo è stato NEMO, il Network of European Museum Organisations, la rete delle organizzazioni museali europee che, guardando le previsioni sui costi dell’energia elettrica e del gas, ha rivolto un appello ai governi per fare il possibile per permettere ai musei, già messi a dura prova dalla riduzione dei visitatori a causa della pandemia, possano fare fronte alle spese. E a chi propone come soluzione per attutire il colpo delle superbollette di spegnere anticipatamente le luci e il riscaldamento, i responsabili di Nemo hanno risposto: “Non è la soluzione. La chiusura e o la riduzione del servizio dei musei ha un impatto minimo in termini di risparmio energetico, ma un impatto significativo sul tessuto sociale culturale“. Dunque, per rispondere alla richiesta di efficienza e transizione ecologica, magari puntando sull’uso di fonti rinnovabili, l’unica possibilità è accedere a nuovi finanziamenti. La transizione energetica costa. E con i musei chiusi non si può stare. Allora dove trovare i soldi?
Il PNRR Cultura
Per quanto riguarda l’Italia, la transizione ecologica dei musei italiani è inserita tra le misure previste dal PNRR nel capitolo Cultura. Si tratta di 3 miliardi di euro destinati non solo al miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei, ma anche per il rilancio dei borghi (a cui va un miliardo), per l‘architettura rurale e i parchi, fino agli spazi per custodire e restaurare le opere d’arte. Si legge sul sito del PNRR Cultura: “L’intervento è finalizzato al risparmio energetico e agli obiettivi ambientali affinché generi effetti positivi sul rilancio degli investimenti, attivando il settore dell’impiantistica e delle costruzioni nonché il mondo dei professionisti e degli altri settori produttivi che operano nel settore di materiali e tecnologie dell’efficienza energetica”. Secondo il piano, entro settembre 2023, sono previsti progetti di riqualificazione e di efficienza energetica per un investimento di 300 milioni di euro su 274 cinema, 348 teatri e 120 musei e siti culturali.
Mecenati di oggi
Ma forse questi soldi da soli non basteranno. Spiega il professor Vanni nel suo libro: “Il museo deve entrare nel mercato del tempo libero e il visitatore deve essere al centro di ogni offerta culturale. I musei devono ampliare una gestione delle strategie innovative e piani economici, modelli capaci di integrare le risorse messe a disposizione della pubblica amministrazione. In ogni caso, tutti i progetti devono essere improntati a modelli di sviluppo sostenibile da condividere con il visitatore e il territorio”. Per questo, c’è bisogno di nuove specializzazioni. Per trovare i fondi ma anche per comunicare i possibili finanziamenti che già ci sono, ma non si conoscono.
“Ad esempio, chi conosce fino in fondo l’Art Bonus, l’agevolazione fiscale prevista per chi vuole sostenere il patrimonio culturale italiano? Pochi, eppure è previsto un credito di imposta pari al 65% dell’importo in caso di erogazioni a sostegno del patrimonio culturale italiano? Pochi. Tra gli interventi da sostenere ci sono anche progetti di riqualificazione energetica e sostenibilità in molti musei che stanno soffrendo. Basta andare sul sito e ognuno di noi può scegliere quale monumento vuole contribuire a salvare oppure quale museo aiutare. Si possono perfino fare segnalazioni. Eppure, non è pubblicizzato”.