Sarà l’Olimpiade più verde o quella più calda? Probabilmente i Giochi di Parigi (dal 26 luglio all’11 agosto) batteranno entrambi i record: temperature mai così alte sui campi di gara e un abbattimento delle emissioni di CO2 mai tentato prima per un evento di queste dimensioni: 35 sedi da gara, 10.500 atleti, 6.000 giornalisti, 45.000 volontari, più di 600.000 pasti serviti ogni giorno al Villaggio Olimpico e Paralimpico.


Cinque cerchi roventi

“Gli atleti che gareggeranno ai Giochi di quest’estate potrebbero affrontare livelli di caldo pericolosi”. L’allarme è stato lanciato il 20 giugno scorso dal rapporto Cerchi di fuoco: il rischio calore alle Olimpiadi di Parigi 2024, redatto dalla Associazione britannica per lo sport sostenibile. Un dato da solo rende l’idea del cambiamento in atto: “Le temperature medie di luglio e agosto sono aumentate rispettivamente di 2,4°C e 2,7°C, nel corso dei 100 anni trascorsi dall’ultima volta che le Olimpiadi si sono svolte in Francia nel 1924”, scrivono gli autori dell’indagine.Ma che tempo farà sulla Francia nei giorni in cui gli oltre diecimila atleti di tutto il mondo si contenderanno podi e medaglie? Nel mese di maggio, il servizio meteorologico francese Météo France ha previsto temperature più elevate del normale da giugno ad agosto in tutto il Paese, e condizioni particolarmente calde e secche lungo la costa mediterranea, dove si terranno alcuni eventi olimpici.


Cento anni dopo

C’è una foto che meglio di ogni descrizione riassume i cambiamenti verificatisi nel secolo trascorso dai Giochi che si tennero nella capitale francese nel 1924. Ritrae gli atleti di una nazionale che riposano nel primo villaggio olimpico della storia (anche se gli edifici ricordano più le baracche di una caserma dell’epoca). Colpisce l’abbigliamento dei giovanotti: pantaloni lunghi, camicia, cravatta e pullover. Va detto che la VIII Olimpiade dell’era moderna si svolse dal 4 maggio al 27 luglio del 1924, e non sappiamo in quale momento di quel lungo periodo fu scattata la foto. Ma certamente gli atleti non sembrano soffrire il caldo, come invece temono i loro colleghi odierni, 100 anni dopo e 2,4 gradi in più. È anche vero che i partecipanti ai Giochi 2024 troveranno ad attenderli un villaggio olimpico che sarà agli antipodi delle baracche del 1924: un esempio di sostenibilità e di soluzioni a basso impatto ambientale.

Per ridurre al minimo i lavori, sono state ristrutturate diverse costruzioni esistenti sul sito. Sono stati affittati degli studi cinematografici esistenti nella zona per farne palestre per gli atleti. E quando si sono costruiti nuovi edifici, lo si è fatto utilizzando legno e materiali riciclati, con processi, dicono gli organizzatori, che hanno ridotto l’impronta di carbonio del progetto del 30%. Un terzo di tutti i tetti del villaggio sono dotati di pannelli solari, mentre un altro terzo ha giardini che abbassano la temperatura all’interno degli edifici. La disposizione dei palazzi è stata ideata per convogliare l’aria fresca della Senna quanto più lontano possibile dal fiume, proprio per contrastare il temutissimo caldo. Nel cemento dei marciapiedi sono state inserite conchiglie: i gusci dovrebbero assorbire la pioggia e nelle giornate calde l’acqua immagazzinata dovrebbe evaporare rinfrescando i passanti.


Ricette per la sostenibilità

Nell’aprile scorso, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, il Comitato olimpico internazionale ha svelato le cinque strategie adottate.La prima consiste appunto nel ridurre l’impatto della manifestazione, tagliando del 50% le emissioni di CO2 rispetto alla media di Londra 2012 e Rio 2016. Oltre a utilizzare il 100% di energia rinnovabile, sarà ridotto al minimo il ricorso a gruppi elettrogeni, che saranno comunque alimentati da biocarburante, idrogeno o batterie.Le parole d’ordine della seconda strategia sono: ridurre, affittare e riutilizzare. Dei due milioni di attrezzature sportive, tre quarti verranno noleggiate o fornite dalle federazioni sportive. E oltre i tre quarti degli apparecchi elettronici come schermi, computer e stampanti, saranno affittati.Strategia numero tre: rigenerazione. Finiti i Giochi, il Centro Acquatico diverrà un polo multi-sportivo per la comunità locale. Il villaggio olimpico sarà trasformato in un nuovo quartiere residenziale e commerciale, fornendo posti di lavoro per 6.000 persone e appartamenti per altre 6.000.


La quarta strategia riguarda i 13 milioni di pasti che saranno serviti: raddoppiata la percentuale di ingredienti di origine vegetale, l’80% delle materie da produzione agricola locale, riduzione dello spreco alimentare, dimezzamento della plastica monouso. Infine i trasporti. Oltre l’80% dei siti olimpici è situato entro 10 km dal villaggio, riducendo al minimo i tempi di viaggio per gli atleti. La flotta di veicoli destinata ai partecipanti includerà veicoli elettrici, ibridi e alimentati a idrogeno, e sarà comunque ridotta di circa il 40% rispetto alle edizioni precedenti.


Pronti, partenza, via

Tutto questo sulla carta. Solo dopo il via alle gare si capirà quanto le soluzioni pianificate saranno efficaci (per il clima) e funzionali (per atleti, addetti ai lavori, pubblico).

Le polemiche degli ultimi giorni sulla mancanza di aria condizionata nel villaggio olimpico (sostituita da metodi di raffrescamento naturali) sono solo il caso più emblematico. Ci sono nuotatori che non intendono gareggiare nella Senna. E chi teme che i pasti a “basse emissioni” siano anche a basso contenuto energetico.


Ma resta il caldo l’avversario più temuto. E allora potrebbe essere utile un ripensamento, d’altra parte già in corso per i Giochi invernali per la crescente scarsità di neve. Con l’aumentare delle temperature anche i Giochi estivi troveranno sempre meno Paesi con le condizioni climatiche ideali. A meno che non li si traslochi in un altro periodo dell’anno: Giochi “primaverili” o “autunnali”. Nel frattempo le Olimpiadi “molto estive” di Parigi 2024, in quanto evento mediatico globale (quattro anni fa le gare di Tokyo furono viste da oltre tre miliardi di persone), saranno comunque un’ottima occasione per divulgare concetti come mitigazione, adattamento, sostenibilità. Anche con atti puramente simbolici, come l’eco-podio svelato poche settimane fa: in legno a chilometri zero e plastica riciclata. Coloro che saliranno sul gradino più alto potranno dire di aver vinto una Olimpiade davvero green.