Sono ben sette i gruppi di monumento storici che, dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia, testimoniano la presenza dei Longobardi  in Italia fra il VI e l’VIII secolo d. C. Da poco più di dieci anni i monasteri, le chiese e le fortezze lasciateci in eredità da queste tribù germaniche sono diventate parte del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, riconosciuto come Patrimonio mondiale UNESCO e gestito dall’Associazione Italia Langobardorum. Il nostro viaggio alla scoperta del mondo dei Longobardi e della loro capacità di sintetizzare, rielaborandoli in maniera originale, gli elementi culturali derivanti dalle radici germaniche con i fondamenti della tradizione classica e l’eredità romano-cristiana, parte dall’area della Gastaldaga di Cividale del Friuli. Qui si  trovava l’antica capitale del ducato longobardo del Friuli con il Tempietto Longobardo, ora inglobato nel complesso monastico benedettino di Santa Maria in Valle, noto per essere uno degli edifici più complessi e originali della tarda età longobarda (seconda metà dell’VIII secolo), provvisto di un ricco apparato decorativo costituito da stucchi figurati e da affreschi, purtroppo solo in minima parte conservati, come il Cristo Logos tra gli arcangeli Michele e Gabriele. Da visitare anche il Museo Archeologico Nazionale di Cividale che ospita reperti provenienti dall’antico Complesso Episcopale e il Museo Cristiano/Tesoro del Duomo che conserva due tra le più importanti opere della produzione scultorea longobarda: il Tegurio di Callisto, un’edicola ottagonale che copriva il fonte battesimale e l’Altare del duca Ratchis, realizzato in pietra istriana. Due i siti Longobardi UNESCO lombardi. A Brescia, capitale dell’omonimo ducato, si visita il complesso di San Salvatore – Santa Giulia, oggi sede del Museo della città,  straordinario palinsesto architettonico edificato nel suo nucleo originario nel 753 per volere di Desiderio, al tempo ancora duca di Brescia ma destinato a diventare re dei Longobardi,  che ingloba anche il cinquecentesco monastero femminile di Santa Giulia e la basilica di San Salvatore con la sua cripta.

Nell’oratorio di Santa Maria in Solario, aggiunto in epoca romanica al complesso originario, si può ammirare la splendida “Croce detta di re Desiderio”, risalente all’VIII/IX secolo d.C.  Tra i comuni di Castelseprio e Gornate Olona, in provincia di Varese, si incontrano i resti del castrum  di Castelseprio-Torba, sito fortificato  di età tardo-romana riutilizzato dai Longobardi e poi distrutto dai Visconti.

Castelsepio (VA). Santa Maria foris portas 

Qui si  conservano le mura, alcune abitazioni  e il complesso religioso di San Giovanni Evangelista, ristrutturato dai Longobardi nel VII secolo e composto da basilica e battistero paleocristiano. È d’obbligo anche una sosta alla chiesa di Santa Maria foris portas, così chiamata perché posta  al di fuori delle mura di cinta, con un ciclo di affreschi sul tema dell’infanzia di Cristo, ispirato ai Vangeli apocrifi. Nella vicina località di Torba si ammira la Torre, utilizzata per scopi militari da Goti, Bizantini e Longobardi e quindi trasformata nell’VIII secolo in monastero benedettino femminile. Anche in Umbria i siti Longobardi UNESCO sono due. A Spoleto troviamo la  basilica di San Salvatore, frutto del reimpiego di colonne, basi, capitelli e cornici di epoca romana, originariamente eretta in memoria dei martiri cristiani Concordio e Senzia e poi reintitolata al Salvatore nel periodo longobardo. La Rocca Albornoziana ospita il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto che raccoglie le più importanti testimonianze longobarde e narra l’organizzazione territoriale dai primi insediamenti cristiani del IV secolo, alla costituzione del ducato longobardo di Spoleto ad opera di Faroaldo I, avvenuta presumibilmente tra il 575 e il 576.

Nel territorio di Campello sul Clitunno, in provincia di Perugia, si visitano invece il nucleo antico di Campello Alto raccolto attorno al castello di forma ellittica, fondato nel X secolo dal cavaliere borgognone Rovero di Champeaux (da cui Campello), e l’area naturalistica delle fonti del Clitunno, già frequentata in epoca romana. Qui si trova il Tempietto del Clitunno, sacello costruito in epoca longobarda, tra gli inizi del VII secolo e il pieno VIII secolo, in forma di tempio corinzio adoperando, come nel caso di Spoleto, materiale romano di reimpiego. Spostandoci in Campania e precisamente a Benevento  che dal 570 circa fu capitale dell’omonimo ducato, incontriamo il Complesso di Santa Sofia, costruito intorno al 760 per volontà di Arechi II, duca di Benevento, come cappella personale e santuario nazionale per la salvezza del popolo longobardo. Il monastero annesso, costruito in epoca successiva, è oggi  sede del Museo del Sannio con importanti testimonianze della civiltà longobarda.  Il nostro viaggio attraverso gli antichi territori longobardi termina in Puglia, a Monte Sant’Angelo, visitando il complesso della Basilica-Santuario di San Michele Arcangelo, costruito per fasi successive attorno alla grotta utilizzata come luogo di culto pagano, divenuta dal VII secolo santuario nazionale dei Longobardi e centro della devozione popolare per il principe degli angeli.