Li trovi anche lì dove non ti aspetti, in un oggetto di uso quotidiano e decisamente intimo come la carta igienica. A sorpresa – e sono gli stessi autori della scoperta a non nasconderlo – i PFAS si ritrovano anche lì infatti. E dal momento che parliamo di sostanze a lunga persistenza e non degradabili – in inglese sono infatti spesso soprannominati come forever chemical – e con potenziali effetti sull’uomo, sapere che le sostanze per e polifluoroalchiliche si nascondono anche nella carta igienica è un’informazione importante, tanto per la salute dell’ambiente che la nostra. I dettagli sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Science & Technology Letters dell’American Chemical Society.
Di PFAS come inquinanti ambientali si parla da tempo, e da tempo sono sotto gli occhi di medici e ricercatori per capire quali siano gli effetti sulla salute di questa vasta classe di sostanze (se ne contano migliaia) presente in tantissimi prodotti, come vernici, pesticidi, tessuti, stoviglie, contenitori per cibo, cosmetici. Si ritene che possano influenzare i sistemi ormonali, modificare i livelli di colesterolo, alterare il funzionamento di reni e fegato, e avere effetti sulle donne incinte, per esempio causando basso peso alla nascita.
L’esposizione ai PFAS è stata collegata anche al rischio di alcuni tumori. Regolamentarli, controllarli, così come capire da dove vengono è il primo passo per contenerne la dispersione e l’accumulo nell’ambiente, concordano gli esperti.
Per allargare la conoscenza sulle possibili fonti di PFAS, i ricercatori guidati da Timothy Townsend della University of Florida sono andati a cercare queste sostanze nella carta igienica di diversi paesi (America, Africa ed Europa i continenti coperti) e nei fanghi da depurazione delle acque reflue della Florida. Una trentina i PFAS analizzati. Scopo dell’indagine non era tanto capire se i PFAS sono presenti nei fanghi – è noto: diversi sono i prodotti che possono contaminare le acque reflue – ma cercare di far luce sul contributo della carta igienica. Infatti, come spiegano gli scienziati, i PFAS possono essere aggiunti durante il processo di produzione o contaminazioni di PFAS essere presenti nei prodotti usati per carta igienica riciclata.
I risultati hanno mostrato che sì, anche la carta igienica contiene PFAS, sei di quelli analizzati, e soprattutto uno (il 6:2 diPAP), probabilmente rimasuglio della produzione delle carte igieniche, scrivono gli autori, sebbene in piccole concentrazioni. Nei diversi paesi il contributo di questo inquinante che deriva dalla carta igienica alla quota totale ritrovata nei fanghi varia – il paper è pieno di stime al riguardo – ma il messaggio è che anche la carta igienica andrebbe considerata una fonte di PFAS nei sistemi di trattamento delle acque reflue. Insieme ovviamente a quelli provenienti dagli altri prodotti ben noti.