Le cime delle Alpi si vedono soltanto in lontananza, per il resto il paese è un insieme di case basse. Eppure, il primo indizio che Magliano Alpi è un comune molto speciale si ha nell’anonimo parcheggio a lato dell’altrettanto anonimo municipio. Ci sono due colonnine per la ricarica delle auto elettriche e una donna inserisce la sua tessera fiscale per fare il pieno. “Abito nel comune vicino, Rocca De’ Baldi – dice la signora Silvia Manassero – ma la ricarica è gratis anche per noi, così ho scelto di comprare un’auto elettrica. Mi sono registrata sul sito del Comune, è tutto gratis. Per ora ringrazio Magliano e chiedo al nostro sindaco che faccia una comunità energetica come questa: sono pronta a contribuire, anche mettendo pannelli solari sul tetto di casa mia”.
La colonnina di ricarica capace di orientare la scelta d’acquisto della signora Manassero è alimentata dagli impianti fotovoltaici installati sul tetto del municipio e della palestra comunale di Magliano Alpi, che assicurano 20 kWp e sono alla base della prima comunità energetica italiana. Sopra il portone del Comune un display, mentre andiamo a conoscere i pionieri della prima associazione tra produttori e consumatori di energia da fonti rinnovabili, indica che la potenza attuale è di 13 Kw, l’energia prodotta dall’avvio della comunità è 34.265 kWh e si sono evitate emissioni per 17.132 kg di CO2. Se i numeri sembrano modesti, la storia su come è nata la CER di Magliano e le ricadute che sta avendo sul territorio sono straordinarie, esempio della nascita di un “ecosistema sociale” capace di espandersi nei territori vicini e far cooperare pubblico, privato e istituzioni universitarie, di interpretare insomma il termine “comunità” nella sua accezione migliore.
Ci sono competenze ben definite tra gli artefici del modello di Magliano, eppure tutti parlano sempre al plurale, senza remore nel riferire delle perplessità e difficoltà iniziali, né del giusto orgoglio per quello stanno facendo. A partire dal sindaco, l’architetto Marco Bailo, 43 anni, primo cittadino da 13 anni con una lista civica, ma iscritto di recente a Fratelli d’Italia. “Proprio perché ricopro questo ruolo da tanto non potevo andare avanti con l’amministrazione di routine”, dice. “Avevo bisogno di qualcosa di nuovo per non appiattirmi e ho avuto la fortuna di trovare un gruppo che mi ha seguito”. Il “nuovo” nel paese in provincia di Cuneo è arrivato con una delibera della Giunta del 28 aprile 2020, con cui il Comune ha aderito al “Manifesto delle Comunità Energetiche per una centralità attiva del Cittadino nel nuovo mercato dell’energia“, promosso dall’Energy Center del Politecnico di Torino.
Il secondo pilastro per il progetto innovativo di Magliano, dopo l’attivismo del sindaco, è stato infatti avere a disposizione un polo di eccellenza per la ricerca sui temi energetici e delle smart city. L’Energy Center è un laboratorio multidisciplinare, nato all’interno del campus del Politecnico di Torino, per sviluppare modelli e scenari per la nuova transizione energetica. A dirigerlo c’è Romano Borchiellini, ordinario di fisica tecnica industriale: “Da qualche tempo studiavamo la direttiva europea sulle CER – dice il direttore – e nel 2019 abbiamo organizzato dei workshop proprio per venire incontro alle tante domande di chi si rivolgeva a noi per capire come fondare una comunità energetica. Di fronte a un piatto di polenta, con il sindaco Bailo, imprenditori nel campo degli impianti e i nostri esperti ci siamo chiesti come potevamo ribadire che in questa forma di produzione e consumo crediamo davvero. Così è nato il “Manifesto””.
Il documento è molto più di una dichiarazione di intenti, è una guida per chi vuole fondare una CER e ha bisogno di capire come funziona la legge, come orientarsi nella realizzazione pratica e come coinvolgere i cittadini e le aziende. “Ora in tanti ci contattano per essere seguiti in fase istruttoria – continua Borchiellini – e questo ha creato una rete di relazioni sempre più ampia. Le cose sono avviate e ora è necessario vigilare perché lo spirito originario delle CER non vada perduto, visto che sono anche una grande opportunità per i gestori dell’energia. Per questo noi ci proponiamo come ente terzo, senza fini di lucro, per dare voce univoca agli sforzi di recepimento delle Direttive europee e declinarle in modo più attento ai bisogni degli utenti energetici pubblici e privati”.
Magliano però ha bruciato le tappe, complice anche il lockdown: “Il tempo a disposizione ci ha aiutato tanto”, dice il sindaco. “Quando Sergio Olivero (il braccio operativo dell’Energy Center per l’avvio delle CER, ndr) mi ha mandato in anteprima il Manifesto abbiamo subito aderito al progetto con la delibera e bloccati in casa abbiamo avuto modo di studiare e capire come proporre alla gente di partecipare”. “Imparare” è un termine che i pionieri di Magliano ripetono spesso: quando hanno avviato la costituzione della CER, infatti, c’era soltanto una direttiva europea. Lo sa bene Laura Baudino, segretaria comunale che ha elaborato l’atto giuridico per la CER: “Abbiamo optato per un’associazione semplice – spiega – in cui il Comune è una delle parti costitutive e poi ci sono soggetti privati, cioè i cittadini, che abitano nella zona di riferimento possibile allora. Stilare l’atto costitutivo e lo Statuto, nonostante la consulenza dell’Energy Center, non è stato una passeggiata: nessuno lo aveva fatto prima, non avevamo esempi ai quali fare riferimento. Esulava dai miei soliti compiti, ma è stato stimolante”.
Intanto il Manifesto era pubblicato sul sito del Comune e affisso con alcuni avvisi, mentre il sindaco andava casa per casa a interpellare le persone che abitavano nel raggio della cabina secondaria di riferimento. Il passaparola però è stato più rapido e “sono arrivate moltissime richieste”, racconta Bailo. “In tanti mi dicevano che volevano aderire e piazzare pannelli sulle loro case o sui loro terreni, a prescindere da un possibile risparmio, soltanto perché trovavano fosse una iniziativa importante”. La prima CER di Magliano Alpi e d’Italia è diventata così pienamente operativa il 18 dicembre 2020, con codice fiscale e approvazione del Gestore dei servizi energetici. “Ribadire questi aspetti formali non è secondario – osserva Sergio Olivero, responsabile Business & Finance Innovation dell’Energy Center – perché ancora adesso molte CER in Italia non hanno completato il loro iter. La prima CER è stata un grande successo e, visto che molte piccole imprese e cittadini hanno chiesto di aderire, si è deciso con il sindaco Bailo di soddisfare il maggior numero di persone, tenendo conto di dove abitano rispetto alle 13 cabine secondarie di Magliano. Fatta una mappa, si è visto come fare altre due aggregazioni di soci in grado di costituire una CER e si sono avviate le CER 2 e 3: tecnicamente non hanno ancora completato l’iter, ma ci portiamo avanti in attesa dei decreti attuativi, che dicano come far convivere CER di cabina primaria e di cabina secondaria. Il Comune intanto ha investito per comprare i contatori in modo da monitorare i flussi di energia e creare maggiore consapevolezza nei cittadini”.
Secondo lo spirito del “Manifesto”, Magliano vuole condividere le sue conoscenze. Sono così nati il progetto MaCaDo (Magliano, Carrù, Dolceacqua) per progettare altre due CER di cabina primaria e il GoCer, il Gruppo operativo comunità energetiche rinnovabili. “La nascita della CER2, poiché è di cabina primaria, è particolarmente importante – sottolinea Olivero – perché presuppone un forte interesse da parte delle aziende e può stabilizzare e abbassare il prezzo dell’energia prodotta”. E infatti per la CER2 è arrivato subito l’interesse di Ilma, impresa che costruisce tetti e case in legno per la bioedilizia. “Volevamo diventare autosufficienti dal punto di vista energetico ben prima che scoppiasse la crisi a livello europeo – spiega l’amministratore delegato di Ilma per Oriental Capital Partners, Marco Alberani – e visto che c’è l’opportunità di farlo all’interno di un progetto radicato nel territorio, la CER ci è sembrata la via migliore. Avremmo comunque installato i pannelli sul nostro stabilimento, l’autoproduzione rientra nella nostra coscienza ambientalista, anche perché riduciamo ulteriormente il nostro impatto carbonico”.
Quando sarà a regime, l’impianto della CER2 di Magliano realizzato con Ilma produrrà circa 690 MWh/anno, di cui circa il 60% (414 MWh) sarà autoconsumata dall’azienda, che abbatterà i costi delle proprie bollette. L’energia rimanente, circa il 40% (276 MWh), sarà immessa in rete, oltre a essere a disposizione dei consumatori della CER, che otterranno così anche gli incentivi del GSE. Il GoCer, l’altro spin off maturato nel progetto di Magliano, è invece la prima rete locale delle capacità professionali necessarie per avviare una comunità energetica. Si propone di diffondere tra i cittadini la consapevolezza dei vantaggi delle CER e di proporre loro aziende e professionisti locali capaci di realizzarle.
Luca Barbero è il coordinatore operativo di GoCer, titolare di un’azienda di Cuneo e progettista di impianti fotovoltaici da 15 anni, coinvolto fin dagli esordi nel progetto di Magliano. “Per fare una CER rispettando il suo spirito comunitario non basta l’iniziativa commerciale, ci vogliono organismi di garanzia come il Comune e competenze. Ho cominciato a studiare le CER quando nel 2018 è uscita la direttiva Ue e mi sono reso subito conto che fare gli impianti è la cosa più semplice, la cosa più difficile è trovare le persone da coinvolgere, aggregare consumatori e produttori e fornire loro gli strumenti per realizzarle. – dice – Anche il progetto “Magliano&Friends” nasce per questo: stiamo collaborando e condividendo le nostre conoscenze con comuni in tutta Italia e abbiamo avuto anche una delegazione dalla Lettonia”. Il sindaco si congeda: “Siamo stufi di sentirci dire bravi. Servono i decreti attuativi, noi siamo pronti”.