L’ultima promozione è arrivata dall’agenzia di rating Msci Esg Ratings, con la promozione da BB a BBB, motivata con l’impegno societario nell’integrazione dei fattori Esg all’interno dei propri modelli di business. In particolare la capacità di relazione e ascolto nei confronti delle comunità locali e l’impegno costante per minimizzare l’impatto delle attività sul territorio e sull’ambiente.
Per Atlantia si tratta di un ulteriore passo nel cammino verso la sostenibilità. Nell’indice FTSE4Good (che viene utilizzato dagli operatori di mercato per creare e valutare fondi di investimento responsabile) e dall’inserimento, da parte di Refinitiv (che cura una banca dati globale per i mercati finanziari e fornisce valutazioni Esg per oltre 10 mila aziende), fra i 25 titoli più green di Piazza Affari.
Percorso avviato
“Questi riconoscimenti sono tasselli di un percorso avviato da tempo, che considera la sostenibilità non solo come un atto di responsabilità nel modo di fare impresa, ma una scelta strategica”, racconta Katia Riva, chief sustainability officer di Atlantia. Consapevole che questo approccio porta vantaggi in termini di business, “a cominciare dal rapporto con il mercato dei capitali”.
Un anno fa la controllata Aeroporti di Roma ha collocato un green bond da 300 milioni di euro, a fronte di ordini superiori a 3,6 miliardi. La somma raccolta serve proprio a finanziare le azioni sostenibili della società capitolina, che tra le altre cose punta a raggiungere zero emissioni nel 2030 (soprattutto attraverso la costruzione di due impianti fotovoltaici, l’elettrificazione di tutta la flotta veicoli e la conversione della centrale di cogenerazione alimentata a combustibile fossile) e a ridurre fino al 10% nel 2030 le emissioni di CO2 per passeggero legate all’accessibilità in aeroporto, attraverso l’installazione di almeno 500 colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
In questa direzione si inquadra anche l’emissione (la prima tra gli scali aeroportuali di tutto il mondo) di un sustainability-linked bond da 500 milioni, il cui tasso è legato al raggiungimento di risultati concreti nella tutela dell’ambiente.
La carta del dialogo
Quanto alle strategie alla base di questi risultati, Riva indica in primo luogo la “costante disponibilità al dialogo con gli stakeholder”. Un percorso di “trasparenza, che aiuta anche noi a fissare anche le priorità per il futuro”, aggiunge. Nei mesi scorsi il cda di Atlantia ha deliberato di inserire i criteri Esg (attenzione all’ambiente, all’inclusione sociale e alle buone regole di governo aziendale) tra i fattori da considerare al momento di effettuare un investimento, accanto a quelli tradizionali, come opportunità, rischi e ritorni attesi.
Infine Riva pone l’accento sulle strategie di diversity adottate dalla holding, grazie alle quali oggi il 30% del personale è under 30 e c’è un 40% di manager donne. “Anche in questo caso a guidarci non sono solo ragioni di giustizia sociale, ma la consapevolezza che team diversificati sono più capaci di generare innovazione e quindi aggiungono valore competitivo per le aziende”.