I rischi associati al cambiamento climatico sono enormi e minacciano la vita e i mezzi di sussistenza di milioni di persone. Tuttavia, al momento non è possibile quantificare in maniera robusta le conseguenze economiche di molti di tali rischi. Parte del problema a proposito deriva dai “rischi assenti” e cioè quei rischi associati ai processi fisici e socio-economici e alle loro interazioni che non sono attualmente inclusi nelle valutazioni economiche. Questo è dovuto alla nostra comprensione limitata dei processi in oggetto o perché i modelli economici esistenti non captano questi processi in modo sufficientemente dettagliato. La pratica comune di impegnarsi solo con i livelli di impatto previsti (che non tengono conto di tali rischi assenti) può minare la capacità di prendere decisioni che effettivamente proteggano la popolazione ed escludere tali rischi dalle valutazioni economiche equivale a porre una probabilità pari a zero che si verifichino.
Nel contesto del cambiamento climatico, i “rischi” sono visti come cambiamenti incerti e dannosi attribuibili alle conseguenze dell’aumento delle emissioni antropogeniche di gas serra. L’obiettivo nella quantificazione di un rischio climatico è solitamente quello di produrre una distribuzione di probabilità dei possibili impatti ed esprimere il risultati in quantità, quali metri di innalzamento del livello del mare, diminuzione dell’indice di biodiversità, persone colpite da un tipo di evento o perdite percentuali sul Pil. Il cambiamento climatico antropogenico, tuttavia, porta il sistema climatico/sociale in una situazione mai sperimentata prima, con la conseguenza di non avere probabilità solide e affidabili.
Esiste, inoltre, un notevole ritardo tra la comprensione del sistema naturale dei rischi fisici e di quelli economici e dell’interazione tra i due sistemi. Altri fattori importanti a tale proposito sono gli alti livelli di incertezza associata ad alcuni processi e all’incompleta comprensione di alcuni processi fisici che spingono gli scienziati a essere prudenti nel trasferirli nelle stime economiche.
Un’intera gamma dei rischi derivanti dal cambiamento climatico è, dunque, attualmente assente dalle valutazioni economiche. Nel nostro articolo, pubblicato questa settimana sulla rivista Nature, classifichiamo diverse categorie di rischi attualmente assenti nelle stime economiche degli impatti del cambiamento climatico e suggeriamo potenziali soluzioni su come iniziare a integrarle negli studi attuali e futuri. Le categorie si basano sui motivi alla base delle loro esclusioni, con i motivi stessi che forniscono informazioni su come possono essere presi in considerazione nel prossimo futuro.
Un primo gruppo di rischi assenti è legato all’incapacità di incorporare molti rischi climatici in modelli economici in maniera rapida. Scienziati ed economisti si sforzano per trovare un linguaggio comune per discutere le possibili conseguenze del cambiamento climatico e colmare queste lacune richiederà una collaborazione interdisciplinare di coloro impegnati nei vari aspetti del problema.
Un secondo gruppo di rischi trascurati dalle stime è legato alle variazioni spaziali e demografiche degli impatti. I modelli attualmente utilizzati rappresentano spesso il mondo in termini spaziali che sono altamente aggregati, descrivendo solo risultati globali o tra regioni multinazionali quando, invece, è importante cercare di entrare in modo capillare per capire i diversi impatti.
Un altro gruppo di rischi assenti consiste nei processi di “feedback” (retroazione), che sono onnipresenti nel sistema climatico, ambientale ed economico, e nelle interazioni tra questi tre. Rischi critici e talvolta trascurati derivano, per esempio, dalla complessa interazione tra cambiamento climatico, variabilità climatica, cambiamenti demografici, insicurezza economica e processi politici.
Infine, dobbiamo menzionare gli eventi cosiddetti black swan (cigno nero) e deep uncertainty (incertezza profonda), caratterizzati dalla loro imprevedibilità, dalla loro natura estrema e dalle conseguenze di lunga durata. Questi eventi sono difficili da prevedere e spesso derivano da instabilità interconnesse. Esempi storici di questi eventi includono gli attacchi dell’11 settembre negli Usa, la pandemia dovuta al Covid-19, nuove tecnologie, ecc.
Molti dei rischi attualmente assenti nelle stime economiche del cambiamento climatico sono sconosciuti e non sono inclusi nelle valutazioni economiche dell’impatto del cambiamento climatico. Tuttavia non possiamo ignorarli. Migliorare la nostra comprensione dei rischi mancanti nelle valutazioni economiche degli impatti dei cambiamenti climatici è cruciale e richiede un maggiore coordinamento tra le diverse comunità coinvolte. Allo stato attuale delle nostre conoscenze possiamo però offrire già un quadro migliore dei rischi economici associati al cambiamento climatico, impegnandoci in un lavoro dettagliato e integrativo della raccolta delle conoscenze esistenti e dall’interpretazione dei risultati nel contesto dei rischi “assenti”. Non lasciamoci fuorviare dal termine “assente”: questi rischi sono quelli che potrebbero rendere il lavoro svolto finora vano e minacciano, nell’ombra, il nostro quotidiano.
(*Marco Tedesco è uno scienziato del clima, esperto glaciologo, del Lamont – Doherty Earth Observatory presso la Columbia University e ricercatore del Goddard Institute of Space Studies (GISS) della NASA)