Col nome di ibisco ci si riferisce in realtà ad un genere che comprende non solo le tipiche piante erbacee e gli arbusti più noti, bensì anche alcuni alberi, per un totale di oltre 300 specie. Le origini dell’ibisco sono da ricercare nelle aree tropicali tra l’Asia e l’America, sebbene si possano trovare delle specie anche in aree dal clima temperato in Europa, Africa ed Oceania. L’ibisco è noto per le sue eleganti fioriture, che possono essere solitamente di colore rosso, bianco, giallo, rosso-arancio, giallo-arancio o rosa. Nella maggior parte dei casi, l’ibisco è una pianta dalla ridotta rusticità, sebbene la varietà syriacus – molto diffusa nel nostro paese – rappresenti un’eccezione. Quando cerchiamo un omaggio floreale che sottolinei l’eleganza, la bellezza o l’amore, possiamo scegliere questa pianta: il significato dell’ibisco è infatti una sintesi di ciò.

Coltivazione in vaso

L’ibisco può essere coltivato in vaso senza particolari problemi, ma dobbiamo ricordarci di adottare alcune particolari accortezze. Il terreno dev’essere leggermente acido, non compatto e soprattutto ben drenante: possiamo quindi unire della vermiculite e della corteccia al terriccio. Possiamo rinvasare l’ibisco ogni anno, scegliendo un contenitore che sia di un paio di dita più grande del precedente. La pianta richiede costantemente un buon livello di umidità, che dobbiamo garantire con l’innaffiatura regolare, nonché tramite la nebulizzazione di acqua sulla stessa. Possiamo aggiungere anche della ghiaia nel sottovaso e lasciare sempre circa un centimetro di acqua: in questo modo, ci sarà sempre una leggera risalita di umidità verso la pianta. Il fondo del vaso, però, non dovrà mai entrare a contatto con l’acqua. Per quanto riguarda la concimazione, ricordiamoci di aggiungere, due volte al mese, del fertilizzante liquido alla nostra annaffiatura. L’ibisco richiede la concimazione solo tra il periodo primaverile ed estivo, dopodiché va sospesa. La pianta non sopporta nemmeno gli eccessi di concimazione, giacché risponde riducendo (o addirittura sospendendo) la fioritura.

Dove possiamo posizionare l’ibisco?

Se lo coltiviamo in piena terra perché il clima lo consente, privilegiamo sempre un luogo molto luminoso e con un buon livello di soleggiamento. Gli esemplari coltivati in ambienti interni possono essere spostati all’esterno solo tra la primavera e l’estate, scegliendo per un paio di settimane un luogo in ombra dove posizionare l’ibisco. Solo in seguito, sarà possibile spostare la pianta in un’area più soleggiata: dovremo preferire però un luogo dove l’ibisco non sia esposto al sole diretto nelle ore centrali della giornata. Trascorso questo ulteriore periodo di adattamento all’ambiente esterno, l’ibisco può essere lasciato in pieno sole, sebbene in tanti casi la pianta possa manifestare alcuni segni di stress a causa di questa nuova collocazione.

Come riparare la pianta in inverno

Non essendo particolarmente rustica, come detto, questa pianta può essere coltivata in piena terra solo nelle aree più miti: in tutto il resto del paese, l’ibisco in inverno dev’essere ricoverato in un ambiente con una temperatura di almeno 13-15 gradi. Ricordiamoci però di scegliere un locale che sia particolarmente luminoso, giacché la pianta non ama gli ambienti con poca luce. Infine, non dobbiamo trascurare l’importanza dell’umidità nell’aria, giacché quando è troppo secca può provocare l’insorgenza del ragnetto rosso.

Potatura: come e quando farla?

La potatura dell’ibisco è utile soprattutto per dare una forma e, soprattutto negli esemplari che hanno oltre i quattro anni di età, per renderne più vigorosa la crescita. Nel caso di piante più giovani, l’intervento più comune è quello dell’eliminazione di rami rovinati o con segni di avversità, oltre al taglio delle cime per favorire lo sviluppo orizzontale e l’infoltimento. Per potare l’ibisco si attende solitamente il periodo che precede la stagione vegetativa, cioè l’ultima decade di marzo.

Parassiti e malattie

L’ibisco può manifestare alcuni sintomi di tipici errori nella coltivazione, come del resto, essere attaccato da alcuni insetti: vediamo nel dettaglio alcune situazioni comuni. Quando la pianta presenta una grande quantità di foglie a fronte di una fioritura assente, la causa è spesso da cercare in un eccesso di concimazione: in questo caso, basta ridurre o sospendere temporaneamente l’uso dei fertilizzanti. L’ibisco può manifestare un ingiallimento delle foglie piuttosto repentino a causa del freddo o delle correnti d’aria: in queste circostanze, è sufficiente cambiarne l’esposizione. Quando le foglie ingialliscono e tendono ad avere un aspetto patito, la ragione è spesso un ridotto apporto di azoto: scegliamo quindi un fertilizzante ad hoc.

Se la pianta sembrasse crescere nel suo complesso a fatica, potrebbe essere giusto il momento di effettuare un rinvaso, poiché le radici hanno bisogno di un contenitore più grande per svilupparsi. Un’altra problematica tipica dell’esposizione in un ambiente con poca luce è il mancato sbocciamento dei fiori: in questo caso, troviamo un luogo più luminoso per la nostra pianta. Qualora l’ibisco avesse le foglie con macchie scure (o biancastre) sul lato inferiore, potremmo essere alle prese con la cocciniglia bruna o cotonosa: per rimuoverla, possiamo usare un batuffolo di ovatta con alcol. Nei casi più gravi, la soluzione è il ricorso ad un antiparassitario ad hoc. Se notassimo delle macchie gialle e brune, e un seguente accartocciamento e perdita delle foglie, potremmo avere la sgradita presenza del ragnetto rosso. In questo caso, possiamo nebulizzare dell’acqua sulla pianta, in modo tale da renderla meno ospitale per questo insetto. Infine, i pidocchi si manifestano con macchie della tonalità tra il bianco e il giallo: possiamo trattare questa avversità con un antiparassitario.