Divieto a chi non risiede di acquistare proprietà come villette o appartamenti. I politici delle Baleari fanno pressione su Madrid perché si faccia intermediaria con le autorità di Bruxelles, spingendole ad approvare una simile misura, che sarebbe al momento contraria a regole e trattati europei. I prezzi a Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera sono schizzati alle stelle ormai da anni e l’amministrazione locale vuole evitare, in particolare, di alimentare ancora di più il fenomeno dei “villaggi fantasma” fatti di case vuote per la maggior parte dell’anno, di territori impoveriti da un turismo stagionale intenso, aggressivo e limitato nel tempo e di poche opportunità per chi vive sulle antiche Pitiuse e Gymnesiane.
Una posizione assunta in particolare da Juan Pedro Yllanes, vice-presidente delle Baleari dal 2019 ed esponente di Podemos, secondo il quale l’arcipelago dovrebbe “seguire l’esempio del Canada”. A cosa si riferisce? Al bando biennale approvato dal governo canadese ed entrato in vigore all’inizio dell’anno in virtù del quale gli stranieri (con l’eccezione degli immigrati e dei residenti permanenti) non possono acquistare alcun genere di proprietà. Fino al 2025, dunque, il mercato immobiliare sarà in qualche modo limitato a chi effettivamente risieda nel paese proprio con l’obiettivo di contrastare l’impennata dei prezzi registrata a partire dalle prime fasi della pandemia. Prezzi che tuttavia già nel corso del 2022 hanno iniziato a scendere rispetto ai picchi di un anno fa. Nelle Baleari, però, il provvedimento investirebbe anche gli spagnoli non residenti nell’arcipelago.
Tornando dall’altra parte dell’Atlantico, il problema sembra riproporsi ma in chiave tutta interna alle regole e alle speculazioni continentali: “Molti europei e cittadini di altri paesi possono permettersi di acquistare proprietà a prezzi impossibili per chi abita sull’isola” ha spiegato Francina Armengol, presidente socialista del governo delle Baleari. Un bando di questo tipo, e questo è ben noto alle autorità locali, contrasterebbe sotto molti aspetti con il principio del libero movimento delle persone e dei capitali, due delle quattro libertà fondamentali garantite dall’ordinamento giuridico dell’Unione Europea insieme a quella relativa alle merci e ai servizi. Eppure secondo gli spagnoli qualche eccezione ci sarebbe, come alcune zone delle Alpi austriache protette per la loro particolare importanza naturalistica dall’”eccessiva pressione esterna”.
Per quanto anche le Baleari siano paradisi naturalistici e marini dagli equilibri delicati – basti pensare alle praterie di posidonia di Formentera – non sembra tuttavia il riferimento più appropriato per un simile bando. Più affine, come ricorda il Guardian, il divieto sull’acquisto di seconde case imposto dal governo finlandese per le isole Aland, l’arcipelago all’ingresso del golfo di Botnia e di lingua svedese. Oppure alcuni limiti presenti in alcuni paesi dell’Ue, come quello legato all’acquisto di terre a uso agricolo in Croazia: per farlo non basta essere cittadini europei ma occorre risiedere nel paese da almeno dieci anni.
Il governo delle Baleari vuole anche altro. E forse la richiesta è così forte proprio al fine di ottenere risultati in termini di politiche interne: la pressione su Madrid è infatti anche orientata a spingere il governo centrale a dichiarare le isole una “zona sotto pressione”, cioè un territorio in cui l’affitto o il costo di un mutuo supera il 30% del reddito medio locale, così da provare a contenere i prezzi. Al momento a Maiorca e Formentera i prezzi al metro quadro sono fra i più elevati del paese e non ci sono state particolari fluttuazioni neanche nel corso delle varie crisi degli ultimi vent’anni, da quella del 2008 al Covid-19.
Un esempio? Il piccolo borgo di Deià, 800 abitanti nella parte occidentale di Maiorca e fra i più amati dai turisti inglesi anche grazie al fatto che divenne la residenza di una vita del poeta Robert Graves dalla fine degli anni ’20 – la lasciò solo in poche occasioni – e dove l’autore di “I, Claudius” è sepolto. Il villaggio, incluso fra l’altro in un sito Unesco (la catena montuosa della Sierra de Tramuntana), è il secondo comune con i prezzi immobiliari più elevati della Spagna: un appartamento con due camere da letto viene per esempio proposto da alcune agenzie immobiliari a 1,6 milioni di euro per un costo di oltre 6mila euro al metro quadro.
Ma gli esempi, analizzando gli annunci online, sono moltissimi e in gran parte di questo tenore. Secondo l’ufficio statistico nazionale, per esempio, il rapporto fra acquirenti stranieri e locali alle Baleari è del tutto sproporzionato: quasi il 39% degli acquisti di case nel 2022 è legato appunto a stranieri, comparato al 12,6% nazionale. A Deià, delle circa 700 abitazioni presente 200 sono vuote e il 37% è di proprietà di stranieri, il 23% dei quali ovviamente britannici e i provvedimenti del consiglio comunale, che ha raddoppiato l’addizionale locale sugli appartamenti e sulle ville lasciate vuote per gran parte dell’anno, non ha sortito alcun effetto. Un quadro complesso che non può non avere ricadute sulle attività commerciali, sul mercato del lavoro locale e sulla capacità d’acquisto di chi è nato e cresciuto sull’isola.