Il 2024 è stato confermato dal Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S) come l’anno più caldo mai registrato a livello globale e il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1.5°C il livello preindustriale.
L’andamento delle temperature mensili fornisce un indizio cruciale per comprendere alcuni dei fattori che hanno portato il 2024 a diventare l’anno più caldo mai registrato. La prima metà dell’anno è stata particolarmente calda: ogni mese ha registrato temperature globali più elevate rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ciò ha contribuito a una striscia di 13 mesi di temperature mensili da record, che si è conclusa a giugno. Da luglio in poi, le anomalie della temperatura globale sono rimaste significativamente al di sopra della media. L’agosto 2024 è stato caldo come l’agosto 2023, e gli altri mesi da luglio a dicembre si sono classificati come i secondi più caldi della storia, dopo il 2023. In particolare, il 22 luglio ha segnato il giorno più caldo mai registrato, con una temperatura globale di 17.16° C, secondo l’ERA5. La persistenza di temperature medie mensili globali eccezionalmente elevate nella prima metà del 2024 ha reso probabile, a partire dalla fine dell’estate, il superamento del 2023 come anno più caldo mai registrato.
Inoltre, il 2024 è stato il primo anno a registrare un’anomalia di temperatura annuale superiore alla soglia di 1.5°C rispetto al livello preindustriale. Anche la media del biennio 2023-2024 supera questa soglia. Sebbene questo non significhi che abbiamo superato il limite fissato dall’Accordo di Parigi – che si riferisce alle anomalie di temperatura mediate su almeno 20 anni – sottolinea che le temperature globali stanno aumentando al di là di quanto l’uomo moderno abbia mai sperimentato.
Il C3S è implementato per conto della Commissione europea dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF), i cui scienziati hanno monitorato i principali indicatori climatici e documentato record di temperatura giornalieri, mensili e annuali senza precedenti per il 2024. Il cambiamento climatico indotto dall’uomo rimane il principale responsabile delle temperature estreme della superficie dell’aria e del mare; anche altri fattori, come l’Oscillazione Meridionale El Niño (ENSO), hanno contribuito alle temperature insolite osservate durante l’anno. Quest’anno le seguenti organizzazioni coinvolte nel monitoraggio del clima globale – ECMWF, NASA, NOAA, UK Met Office, Berkeley Earth e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) – hanno compiuto uno sforzo congiunto per coordinare il rilascio dei loro dati, evidenziando le condizioni eccezionali sperimentate nel 2024.
“Tutti i dati sulla temperatura globale prodotti a livello internazionale mostrano che il 2024 è stato l’anno più caldo dall’inizio delle registrazioni nel 1850. – spiega Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, ECMWF – L’umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica deve basarsi sull’evidenza. Il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro”.
Per Samantha Burgess, Strategic Lead for Climate, ECMWF “ogni anno dell’ultimo decennio è uno dei dieci più caldi mai registrati. Siamo ormai sull’orlo per superare il livello di 1.5ºC definito nell’Accordo di Parigi e la media degli ultimi due anni è già al di sopra di questo livello. Queste alte temperature globali, unite ai livelli record di vapore acqueo atmosferico nel 2024, hanno comportato ondate di calore e forti precipitazioni senza precedenti, causando sofferenza a milioni di persone.”
Temperature superficiali marine (SST) elevate in tutto l’oceano mondiale
Le alte temperature superficiali marine (SST) sono state uno dei fattori più significativi alla base della prevalenza di alte temperature globali nel 2023 e 2024. Uno dei fattori alla base di queste elevate SST è stata l’evoluzione dell’Oscillazione Meridionale El Niño (ENSO). Questo ENSO ha raggiunto il suo picco nel dicembre 2023 e ha continuato a influenzare le temperature globali nella prima metà del 2024.
Anche se l’evento El Niño è terminato e la transizione verso condizioni più neutre nel Pacifico orientale equatoriale è avvenuta, molte regioni hanno continuato a sperimentare SST insolitamente elevate, con il risultato che la SST globale è rimasta più alta della media. Nel 2024, la media annuale delle SST nell’oceano extrapolare ha raggiunto un livello record.
Le condizioni climatiche possono influenzare gli eventi meteorologici estremi
Nel 2024 sono stati osservati in tutto il mondo eventi meteorologici estremi, che vanno da forti tempeste e inondazioni a ondate di calore, siccità e incendi. L’aumento della frequenza e dell’intensità di questi eventi rappresenta un rischio significativo per il sostentamento delle persone in tutto il mondo. La quantità totale di vapore acqueo nell’atmosfera ha raggiunto un livello record nel 2024, circa il 5% in più rispetto alla media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020, un valore significativamente più alto rispetto al 2023. Questa abbondante disponibilità di umidità ha amplificato il potenziale di eventi piovosi estremi. Inoltre, insieme alle elevate temperature della superficie del mare, ha contribuito allo sviluppo di grandi tempeste, tra cui i cicloni tropicali.
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Le temperature elevate possono portare a situazioni in cui il corpo è sottoposto a stress da surriscaldamento. Oltre alla temperatura, anche altri fattori ambientali come l’umidità possono influire sullo stress da calore. Nel 2024, in gran parte del mondo si sono registrati più giorni della media con almeno “forte stress da caldo”. Alcune regioni hanno anche registrato più giorni della media con “stress da caldo estremo”, livello al quale è indispensabile intervenire per evitare un colpo di calore.
I prolungati periodi di siccità in diverse regioni hanno creato condizioni favorevoli agli incendi boschivi. In tutte le Americhe sono stati registrati incendi su larga scala e persistenti. In termini di emissioni di carbonio da incendi, la Bolivia e il Venezuela hanno registrato i livelli più alti mai registrati, mentre il Canada ha registrato il secondo livello più alto, in base ai dati del Servizio di monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service – CAMS).
Ghiaccio marino nell’Artico e nell’Antartico
L’estensione del ghiaccio marino nell’Artico e intorno all’Antartide è un indicatore essenziale della stabilità del clima terrestre, monitorato dal C3S. Nel 2024, l’estensione del ghiaccio marino in queste regioni è stata significativamente inferiore alla media.
L’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto valori record o quasi record per il secondo anno consecutivo. Da giugno a ottobre, l’estensione mensile è stata la seconda più bassa dopo il 2023 e la più bassa a novembre, per i rispettivi mesi. Al minimo annuale di febbraio, l’estensione mensile si è classificata al terzo posto tra i valori più bassi registrati dal satellite. Nell’Artico, l’estensione del ghiaccio marino è stata vicina alla media del periodo tra il 1991 e il 2020 fino a luglio, ma è scesa ben al di sotto della media nei mesi successivi. Al suo minimo annuale a settembre, l’estensione mensile si è classificata al quinto posto tra le più basse registrate dal satellite.
Gas a effetto serra in costante aumento
Il fattore determinante nell’evoluzione di molti indicatori climatici chiave nel 2024 è stato l’aumento della temperatura globale, che è in gran parte associato alla crescente concentrazione di gas serra (GHG) nell’atmosfera, conseguenza delle attività umane. Il monitoraggio dei gas serra fornisce informazioni a sostegno dell’attuazione delle politiche di mitigazione. Il tasso di aumento dell’anidride carbonica è stato superiore a quello osservato negli ultimi anni. Il tasso di aumento del metano è stato significativamente inferiore a quello degli ultimi tre anni.
Laurence Rouil, direttore del CAMS di ECMWF, conclude: “Questo rapporto dimostra il valore critico delle nostre attività di monitoraggio. Nel 2024, i gas serra atmosferici hanno raggiunto i livelli annuali più alti mai registrati nell’atmosfera, secondo i dati C3S e CAMS. Le concentrazioni di anidride carbonica nel 2024 erano superiori di 2.9 ppm rispetto al 2023 e quelle di metano di 3 ppb. Questo aumento ha portato la stima annuale della concentrazione atmosferica di anidride carbonica a 422 ppm e di metano a 1897 ppb. I nostri dati indicano chiaramente un costante aumento globale delle emissioni di gas serra, che rimangono il principale agente del cambiamento climatico”.