Il 3 luglio 2023 potrebbe essere stato il giorno più caldo della Terra. I dati dello U.S. National Centers for Environmental Prediction, in attesa di essere certificati, indicano infatti che lunedì scorso la temperatura media globale ha raggiunto 17,01°C, superando il precedente record dell’agosto 2016 di 16,92°C.

Ovviamente si tratta di una media, su cui pesano le condizioni di caldo estremo degli ultimi giorni nel sud degli Stati Uniti, le ondate di calore in Cina con 35 gradi raggiunti in diverse località e le drammatiche temperature toccate in Nord Africa, dove si sono sfiorati a più riprese 50°C. Anche in Antartide, dove attualmente è inverno, si sono registrate temperature “estreme” con punte di 8,7°C a inizio luglio.

 

Molto probabilmente, spiegano gli scienziati, il nuovo record potrebbe essere stato influenzato sia dal fenomeno meteorologico e naturale di El Niño, che tende a portare condizioni siccitose e caldo in alcune aree del mondo, sia dal costante aumento delle emissioni climalteranti da parte dell’uomo, quelle che favoriscono l’aggravarsi della crisi del clima.

 

Quello registrato il 3 luglio, sia per El Niño sia per il fatto che durante l’estate del nostro emisfero si verificheranno in serie nuove ondate di calore, è un record che potrebbe presto essere superato e di sicuro è “una pietra miliare per cui non c’è nulla da celebrare” ha ricordato lo scienziato del clima Friederike Otto del Grantham Institute for Climate Change and the Environment, dato che è “una sentenza di morte per persone ed ecosistemi”.

Come ha aggiunto Zeke Hausfather dell’Berkeley Earth, “sfortunatamente potrebbe essere solo il primo di una serie di nuovi record quest’anno legati all’incremento delle emissioni e la crescita di El Niño”.

 

Anche i dati, sempre non ufficiali, del progetto Climate Reanalyzer, sostengono che il 3 luglio sia stato il più bollente di sempre: record sono stati battuti in Quebec in Canada, in Perù, nelle città degli Stati Uniti come Tampa, oppure a Pechino dove per nove giorni consecutivi la colonnina di mercurio segnava oltre trentacinque gradi.

Texas & northern Mexico have been sweltering in record-breaking heat, with temperatures up to 115°F (46°C). Shown here is “brightness temperature,” which is a measure of the heat radiating away from land, clouds, or water. Dark red indicates hot areas, while blues are cooler. pic.twitter.com/Z3iBlW1k8d

— NASA Climate (@NASAClimate) June 29, 2023

Sarà poi la National Oceanic and Atmospheric Association (NOAA) basandosi sull’archivio storico (a partire dal 1880) a dover certificare i record raggiunti (che invece si basano su dati risalenti alle registrazioni satellitari, dal 1979) ma si tratta comunque di indicazioni importanti sul pericoloso aumento delle temperature.

 

Va ricordato per esempio che nel 2022, tra Europa e Regno Unito, le ondate di calore hanno contribuito alla morte di 15mila persone, colpendo soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione. Le stesse ondate di calore a causa della crisi del clima diventeranno più frequenti e intense e senza mitigazione e adattamento le vittime potrebbero crescere entro fine secolo “anche di 30 volte” suggeriscono gli scienziati.

Sempre nel Regno Unito il giugno appena trascorso è stato dichiarato come il “più caldo” da quando sono iniziate le registrazioni nel 1884, ha aggiunto il Met Office Uk. A preoccupare maggiormente gli scienziati è in particolare l’aumento della temperatura dell’acqua negli oceani. In certe zone, come nel Mare del Nord, l’aumento è stato addirittura di 4°C, con conseguenze devastanti sia per gli ecosistemi, sia per l’andamento del clima stesso (influenzato dai mari).

 

??? Temperatures will remain around average for most this week, reaching the low 20s in the south, and the mid/high teens further north

?? There are hints that temperatures will gradually increase into the weekend, but there’s uncertainty on timings as it’s still a few days away pic.twitter.com/7Pcj07eZTV

— Met Office (@metoffice) July 3, 2023

Non solo, sempre intorno al 3 luglio la condizione della banchisa antartica è apparsa desolante: mai così negativa dall’inizio delle osservazioni satellitari del 1979 e all’appello, rispetto alla norma, mancavano quasi 3 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio.

 

Longform

Cosa sono le isole di calore e come cambia la vita in città

di Dario D’Elia, Matteo Marini, Cristina Nadotti

Tutte condizioni che ricordano la necessità di prepararci: nel 2023 sono già stati battuti diversi record di temperature in superficie, negli oceani, così come a livelli di CO2 nell’atmosfera o come detto di ghiaccio antartico mancante.

 

Segnali inequivocabili di una crisi del clima che accelera e che, combinata con il fenomeno naturale di El Niño, porterà a nuovi importanti stravolgimenti per la vita di persone, animali e flora già a partire dalle prossime settimane, temono gli esperti.

Come ricorda Karsten Haustein, dell’Università di Lipsia, è addirittura  “probabile che luglio 2023 sarà il mese più caldo di sempre e con mese più caldo di sempre intendo dire dall’Eemiano, periodo che risale a circa 120.000 anni fa”.