Il cotoneaster – noto anche come cotonastro o cotognastro – è un genere di arbusto che fa parte della famiglia delle rosacee. Il cotognastro è diffuso in modo particolare in Europa, Asia (soprattutto Cina e area himalayana) e Africa Settentrionale. Il suo habitat ideale è soprattutto negli ambienti boschivi temperati. Vi sono più di 100 specie di cotoneaster che si possono classificare tra erette, striscianti e, infine, alcune orizzontali: in quest’ultimo caso, la pianta si definisce spesso come cotognastro prostrato. Le foglie sono solitamente di forma ovale, lanceolata con disposizione alternata e, nel caso delle specie caducifoglie, assumono una caratteristica colorazione rossa durante l’autunno. Tra le specie più diffuse, possiamo citare:
- il cotoneaster horizontalis salicifolia, sfruttato soprattutto nei giardini con pendii o terreni che tendono a franare;
- il cotoneaster dammeri, apprezzato per realizzare piacevoli bordure, grazie alla sua delicata fioritura bianca e le bacche di tonalità rosso-aranciata.
Qual è l’esposizione più indicata per la pianta?
Il cotoneaster è una pianta particolarmente rustica e senza esigenze colturali impegnative, la cui esposizione ideale è in pieno sole o, in alternativa, in penombra. Nel caso delle specie sempreverdi, evitiamo di esporre gli esemplari alle correnti di aria fredda. Le varietà di cotognastro a foglie caduche possono tollerare senza problemi l’esposizione in pieno sole e sopportano temperature minime fino ai -15 gradi.
Il terreno ideale per la sua coltivazione
Il cotoneaster è piuttosto versatile per quanto riguarda il terreno in cui coltivarlo. La pianta predilige i terreni mediamente fertili, sebbene sia in grado di crescere anche in quelli calcarei o argillosi. In ogni caso, è molto importante che il terreno sia ben drenante, in modo tale che non vi sia del ristagno di acqua tra le radici. Il momento ideale per trapiantare il cotoneaster è compreso tra il tardo autunno e la prima metà dell’inverno, quando il terreno non è inzuppato, ghiacciato o innevato. Per la messa a dimora, scaviamo una buca profonda tra i 30-50 centimetri, in fondo alla quale sistemiamo della ghiaia per favorire il drenaggio. Per stimolare la crescita del cotognastro, possiamo anche arricchire il terreno con un po’ di concime stagionato. Durante l’operazione di trapianto, prestiamo attenzione a non danneggiare l’apparato radicale: la stessa accortezza adottiamola anche qualora dovessimo rinvasare la pianta. In quest’ultimo caso, scegliamo un contenitore che abbia un diametro di circa 2 centimetri più ampio rispetto al vaso precedente.
Innaffiatura, concimazione e potatura
Il cotoneaster richiede un’innaffiatura regolare nel corso del primo anno di vita, soprattutto durante il periodo compreso tra primavera-estate nelle aree climatiche più siccitose. Seppure sia necessario mantenere un buon livello di umidità, è altrettanto importante evitare di inzuppare il terreno, giacché un eventuale ristagno idrico a livello radicale potrebbe essere molto dannoso per la pianta. Per la concimazione del cotoneaster possiamo usare del concime granulare a rilascio lento, a partire dalla fine dell’inverno e sino alla conclusione dell’estate. Le specie a foglia caduca di cotoneaster possono essere potate quando l’inverno è concluso. Nel caso delle varietà sempreverdi, invece, la potatura deve avvenire al più tardi verso metà primavera. In ogni caso, teniamo presente che le varietà di cotoneaster tappezzante richiedono unicamente degli interventi di potatura per rimuovere i rami morti o danneggiati.
Il periodo di fioritura del cotoneaster
Il cotoneaster giunge a fioritura nel periodo compreso tra la primavera e l’estate, regalando una miriade di piccoli fiori che possono essere di color bianco o rosa, o con sfumature rosate. Nel corso dell’autunno, invece, la pianta produce dei piccoli frutti, drupe, che nell’aspetto ricordano delle piccole mele di una tonalità cromatica tra il rosso-rosaceo o aranciato. Queste drupe sono particolarmente persistenti e molto gradite agli uccelli.
Come moltiplicare la pianta
Possiamo moltiplicare il cotoneaster tramite la semina o la talea. Il momento ideale per seminare il cotognastro è nel periodo autunnale, procurandoci i semi dai frutti e sistemandoli in vasetti con terriccio che facilita la germinazione. In alternativa, possiamo ottenere una talea semi-legnosa durante il periodo primaverile. In entrambi i casi, attendiamo l’anno seguente per trapiantare questo nuovo esemplare di cotoneaster.
Le malattie e i parassiti più comuni
Il cotoneaster può essere colpito da diversità avversità, tra le quali, il cosiddetto “colpo di fuoco batterico” è quella più pericolosa. Questa malattia, particolarmente infettiva, è causata dal batterio erwinia amylovora, che può essere trasportato da insetti, uccelli o anche utensili contaminati. Quando il cotoneaster è colpito da questa malattia i fiori diventano scuri e tendono a seccarsi velocemente, mentre i tralci e le foglie dell’arbusto si imbruniscono e si seccano. Se la pianta è colpita da questa avversità, purtroppo non resta altro da fare che rimuoverla. Il cotoneaster può essere inoltre attaccato dalla cocciniglia: in questo caso, le foglie presentano delle macchie marroni. Per eliminare l’avversità, possiamo sfruttare un batuffolo di ovatta imbevuto di alcol. Infine, il cotognastro può essere soggetto al marciume radicale causato dall’armillaria mellea, che provoca un aspetto stentato e l’ingiallimento della pianta. Possiamo contrastare questa avversità con un fungicida a base di rame.