Le isole di plastica, i danni della pesca intensiva, lo sbiancamento dei coralli, l’acidificazione delle acque, lo sfruttamento dei minerali e la ricerca ossessiva delle materie prime nei fondali. Non basta tutto questo per sfruttare l’oceano. Adesso arrivano anche le proposte di matrimonio davanti ai resti del Titanic a bordo di un sommergibile. La tutela dell’oceano e dei suoi abitanti non è mai stata tanto attuale. Accendere i riflettori non solo sulle criticità più urgenti, ma anche su ciò che ognuno di noi, nel proprio quotidiano, può fare, diventa determinante. Per avviare un’inversione di rotta. Lo dicono gli scienziati, lo ribadisce chiunque l’oceano lo conosce e ci vive ogni giorno come il grande velista Giovanni Soldini e la surfista delle onde giganti, Maya Gabeira. Perché ormai lo sappiamo: salvaguardare l’habitat marino dipende sì dalle scelte di governi e istituzioni, ma anche dalle nostre. Eppure si continua a mettere a dura prova l’ecosistema dell’oceano, soprattutto se sfruttandolo c’è la possibilità di guadagnare soldi. Molti soldi. Come il business degli underwater wedding, trend diffuso in tutto il mondo, ma che non sembra accontentarsi dei fondali marini.
Ci sono coppie infatti che preferiscono promettersi amore eterno negli abissi dell’oceano, davanti al relitto del Titanic per la precisione. Una promessa di matrimonio a 3.800 metri di profondità e che per questo sono disposti a comperare costosi pacchetti “tutto compreso”: dal noleggio di un sommergibile fino ai fiori e la musica. Costo? Un milione di euro. L’agenzia che ha escogitato l’ennesimo business che sfrutta l’oceano è la canadese ApoteoSurprise, descritta come “specializzata nell’organizzazione di proposte di matrimonio strepitose” e che ora si lancia a ricercare i potenziali Jack e le Rose in tutto il mondo.
La discesa
“Nella località balneare di St. John’s, nella provincia canadese di Terranova e Labrador, incontrerai l’equipaggio della spedizione e salirai a bordo della nave che ti condurrà due giorni dopo al luogo dell’affondamento del Titanic”, si legge sul sito dell’agenzia. Dopo aver navigato per 400 miglia nautiche nell’Oceano Atlantico settentrionale, accompagnati da un capo spedizione e due scienziati, i futuri sposi saliranno a bordo di un sommergibile super tech progettato per l’esplorazione di grandi profondità. Da quel momento inizia l’immersione nell’oceano più profondo.
“A poco a poco il mondo acquatico in cui affonderai si oscurerà e strane forme di vita incolori sfileranno davanti all’oblò panoramico del sottomarino”, si legge ancora sul sito. Il fondale si raggiunge dopo due ore di discesa, a 3.800 metri di profondità: a quel punto si cominceranno a vedere, tra le tante creature, i detriti e alcuni oggetti personali appartenuti ai passeggeri del Titanic che da un secolo dorme nell’oscurità. Non è finita qui: sempre all’interno del piccolo sommergibile lui e lei risaliranno lungo la monumentale parete di acciaio, per poi scivolare lungo gli oblò e per quasi due ore potranno esplorare gli angoli più nascosti del celebre transatlantico: ponte di passeggiata, cabine degli ufficiali, sala radio, plancia del capitano, Grande scalone (proprio quello). Quando all’improvviso partirà My Heart Will Go On di Céline Dion, appariranno la prua del Titanic con la sua famosa balaustra. Previsto perfino lo champagne per il brindisi con i membri della spedizione e un mazzo di rose per la futura sposa. Poi si risale. Per ore, passando davanti alle creature marine.
Sappiamo che gli animali hanno la capacità di discernere, valutando socialmente gli esseri umani. Chissà cosa penseranno di quella coppia che spende un milione di euro per organizzare la promessa di amore eterno in un luogo dove sono morte oltre mille persone. E la tutela dell’oceano? Come sottolinea Greenpeace: “I nostri oceani subiscono di tutto per colpa dell’avidità umana. Spesso sono proprio le zone d’Alto Mare, al di fuori della giurisdizione degli Stati costieri, a diventare prede degli interessi di pochi Stati ricchi e potenti o di aziende spregiudicate. Per difendere il fragile e meraviglioso ecosistema marino, serve creare una rete di Santuari d’Alto mare su scala planetaria”. E forse è arrivato davvero il momento di farlo.