La caccia può andare a braccetto con la salvaguardia del territorio. Alla faccia dei luoghi comuni – che circolano tutto l’anno e non son tenuti a rispettare calendari o aree “protette” – le associazioni venatorie di tutto il Belpaese, da nord a sud, dalla Sicilia alle Alpi, collaborano con gli agricoltori, con gli Enti Locali e con tutti gli altri soggetti (associazioni, fondazioni ecc) coinvolti attivamente nella conservazione, valorizzazione e cura dell’ambiente. Ambiente, territorio, biodiversità. Qualcuno (anzi, più di qualcuno) non sa e non immagina neanche lontanamente che il cacciatore, i cacciatori sono in prima fila quando si tratta di impegnarsi in tal senso.
Con l’Operazione Paladini del Territorio – questo il nome dell’iniziativa lanciata da Fondazione UNA (Uomo, Natura, Ambiente) – per la prima volta i circoli locali delle associazioni venatorie di tutta Italia hanno collaborato allo svolgimento di oltre 100 attività in favore dell’ambiente, a beneficio di oltre 2 milioni di persone.
3000 volontari coinvolti, dai più giovani ai più anziani, in tutte le Regioni. Altri numeri? 20 tonnellate di rifiuti abbandonati illegalmente raccolte. Come dire il peso di 320 persone, una sopra l’altra. Rifiuti di tutte le tipologie, compresi quelli “pericolosi” come le siringhe o l’eternit trovato a Montelupone (MC). Poi quelli ingombranti (materiali edili, materassi, pneumatici, elettrodomestici…).
L’Operazione Paladini del Territorio è andata avanti per un’intera settimana, dal 21 al 29 maggio; una scelta non casuale visto che il 22 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Biodiversità. Non solo pulizia: ci si è dedicati anche ad azioni di ripristino di sentieri, percorsi urbani o rurali, creazione di strisce “tagliafuoco” per prevenire la diffusione degli incendi…
Centinaia di volontari, ragazzi e ragazze anche giovanissimi assieme ai più anziani, quelli che il territorio lo conoscono centimetro per centimetro; lo conoscono, lo amano e lo rispettano. Tutti insieme appassionatamente, come si è visto in Val Chisone (TO): vecchi cacciatori, insieme ai giovani volontari, si son dati da fare per ripulire e riaprire sentieri. Qui è stata raccolta circa una tonnellata di rifiuti ingombranti abbandonati nel bosco o sulle rive dei torrenti. Soprattutto sono state rimosse le barriere generazionali: voler bene al proprio territorio, rispettarlo, salvaguardarlo è qualcosa che unisce; perché riguarda la nostra storia, le nostre radici ma anche – e soprattutto – il nostro futuro.
“Gli straordinari risultati raggiunti dall’Operazione – ha detto Maurizio Zipponi, presidente di Fondazione UNA – ricompensano gli sforzi che la Fondazione sta compiendo per la tutela dell’ambiente e della biodiversità. La massiccia partecipazione delle associazioni dei cacciatori (Federcaccia, Arcicaccia, Enalcaccia) a livello regionale e territoriale, dimostra quanto il mondo venatorio sia orientato, da sempre, al rispetto del patrimonio naturale”.
In fin dei conti è questo il “Dna” di Fondazione UNA: attraverso una nuova filiera ambientale composta da attori che alimentano un dibattito vivo e attuale (ambientalismo, agricoltura, scienza e mondo venatorio), si impegna nella tutela e nella gestione della natura contribuendo al benessere della comunità. Attori diversi, diverse “sceneggiature” ma tanti obiettivi e progetti comuni.
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