La distesa d’acqua di Tulelake ha lasciato il posto a una superficie simile alla corteccia di quercia rossa. Il lago Mendocino viene attraversato da bambini in sandali e pantaloni corti. L’acqua sta diventando un ricordo. Il Metropolitan Water District del sud della California ha dichiarato lo stato d’emergenza idrica e avviato il razionamento acqua per sei milioni di persone. L’area sud di Los Angeles, le contee di Ventura e San Bernardino sono i nuovi deserti urbani: fontane chiuse, cisterne semivuote, prati ingialliti dalla siccità. In alcune aree anche il solo lavare il Suv davanti al giardino di casa è considerato eversivo. A Nord la situazione è quasi identica. E il peggio, aspettando l’estate, deve ancora arrivare.
La riduzione del consumo idrico, da giugno, dovrà scendere del 30%. Chi sprecherà le risorse verrà multato per un minimo di duemile dollari. Questo succede ormai periodicamente nello Stato più ambientalista d’America che è arrivato a coprire il fabbisogno della rete elettrica con fonti rinnovabili al 97%, l’eden della tecnologia, delle risorse green, ma che si è trasformata in una terra sempre più sabbiosa e arida. Gli ultimi tre anni sono stati gli anni più poveri d’acqua della storia. La teoria della cospirazionista repubblicana Marjorie Taylor Green, secondo cui gli incendi che hanno devastato milioni di ettari sono stati provocata da una famiglia ebrea con l’uso di laser spaziale, naturalmente – ma bisogna precisarlo di questi tempi – è senza fondamento.
Po, la siccità è sempre più grave: le immagini aeree mostrano un paesaggio spettrale
La California ha sete e brucia perché ha registrato una siccità record e una media delle temperature più alta di sempre. Il lago Mead, nella riserva naturale dove scorre il fiume Colorado, vicino alla California, si è ridotto a un terzo della sua capacità, al punto che le acque hanno fatto emergere un barile, dentro il quale sono stati trovati i resti di una persona, probabilmente uccisa con un colpo di pistola quarant’anni fa. Quando il killer, o i killer, buttarono nell’acqua il barile, probabilmente non avevano sentito mai parlare di emergenza climatica del Pianeta.
Cop26 – 1. Sos clima, se l’estate diventa perenne
La crisi in California affonda le sue radici nel periodo che va dall’autunno 2019 allo stesso periodo dell’anno successivo, quando si registrò un livello straordinariamente basso di precipitazioni. Pochi mesi fa le piogge e nevicate a nord sembravano aver dato la svolta positiva, ma è stata solo un’illusione. I primi tre mesi del 2022 si sono rivelati tra i più aridi di sempre. Il 95% della California – dicono i ricercatori della University of California – è nel pieno della crisi, la neve ha coperto solo il 35% del livello medio. Ma per gli studiosi gli ultimi tre anni rappresentano la coda di un periodo torrido che dura dal 2000. Ventidue anni di siccitá su 1200 di storia, ma soprattutto i ventidue più segnati dalla siccità di sempre. “Senza il cambiamento climatico – spiega lo scienziato Park Williams – questo non sarebbe neanche lontanamente avvenuto”.
Ad aggravare la crisi è anche una pianificazione urbana che negli ultimi cinquant’anni si è convinta che la California potesse diventare l’eden verde d’America, il giardino verde sul Pacifico. Ovunque sono nate oasi che hanno richiesto un’enorme quantità d’acqua. Questo è uno Stato che si affida alle piogge per fare riserva d’acqua, ma la temperatura alta ha finito per far evaporare più rapidamente l’acqua. I terreni aridi hanno bisogno di più irrigazione, che è dove finisce la maggior parte dell’acqua. L’80% viene impiegato in agricoltura e per innaffiare ettari di terreno e giardini. Nel momento in cui le condizioni ambientali si sono fatte più dure, o forse sono tornate a esserlo, come cento anni fa, il gigantismo ambientale si è rivelato poggiare su piedi d’argilla. La siccità della California sarà un tema di cui si parlerà molto nei prossimi mesi.