La cultura non è solo affare umano. In molte specie animali tramandare la cultura significa trasmettere comportamenti sociali da una popolazione all’altra. E, fra tutti gli animali, primati e cetacei sono quelli che possiedono caratteristiche culturali più diverse e complesse. Nel caso delle megattere si tratta principalmente delle loro incredibili canzoni, canti che questi animali creano, arricchiscono, adattano a quelle dei propri vicini. E che sono anche in grado di copiare da popolazioni che normalmente abitano a grande distanza, origliando i loro canti “stranieri” quando le rotte migratorie le portano ad avvicinarsi. È quanto emerge da uno studio che ha analizzato per sei anni i canti delle megattere dell’Australia orientale e di quelle della Nuova Caledonia, e che descrive, sulle pagine di Scientific reports, una capacità di trasmissione culturale che i suoi autori non stentano a definire “superiore a quella di qualsiasi altra specie non umana mai osservata in precedenza”.

Scambi culturali fra animali

Da anni i ricercatori della University of Queensland studiano il comportamento delle megattere, considerato un esempio perfetto di scambio culturale continuo fra animali. Erano quindi a conoscenza di una rete di comunicazione che avviene nel sud del Pacifico: qui le balene dell’Australia occidentale trasmettono diversi tipi di canto verso est prima alle popolazioni dell’Australia orientale, poi a quelle della Nuova Caledonia, proseguire verso Tonga e le Samoa americane, e infine alle Isole Cook e alla Polinesia francese. Non si era ancora compreso però quale fosse il meccanismo con cui questo avviene, e quale il vettore.

“Fathom – In profondità”, ascoltando il canto delle balene

Come cantano le balene

Solo i maschi di megattera cantano. La struttura musicale che compone un canto è abbastanza complessa e scomponibile come una sorta di matrioska. L’elemento unitario sono i singoli suoni, chiamati appunto “unità”, che disposti in una sequenza ordinata formano una “frase”. Le frasi poi si ripetono più volte per creare un “tema”. Infine, i temi vengono cantati in un ordine coerente senza ripetizioni, creando una vera e propria “canzone”.

 

Nel corso del tempo le canzoni si evolvono attraverso piccoli cambiamenti progressivi, le “evoluzioni”, che generalmente aumentano la complessità del canto e vengono accolti da tutti i cantanti e trasmessi attraverso l’apprendimento sociale. Ogni anno, quindi, una canzone cambia inserendo arrangiamenti leggermente diversi: potrebbe aumentarne la durata, o potrebbero essere aggiunti nuovi temi o nuove unità. Oltre ai cambiamenti evolutivi, può succedere che alcuni canti subiscano un cambiamento radicale, noto come “rivoluzione”, in cui un tipo di canto diverso introdotto dalla popolazione dell’Australia occidentale sostituisce completamente il canto esistente.

Sei canzoni in sei anni

La trasmissione del canto dall’Australia orientale alla popolazione vicina più vicina, la Nuova Caledonia, avviene in genere con un ritardo di un anno. Per comprendere con precisione il grado di apprendimento e trasmissione dei canti fra le due popolazioni, gli scienziati hanno analizzato sei tipi di canto distinti fra il 2009 e il 2015, quattro rivoluzioni e due evoluzioni, registrati per la prima volta nella popolazione dell’Australia orientale e poi trasmessi alla popolazione della Nuova Caledonia l’anno successivo.

I risultati hanno evidenziato che le balene della Nuova Caledonia hanno appreso ogni tipo di canto con un’elevata accuratezza, indipendentemente dalla sua complessità. La possibilità di apprendere modelli di canto complessi con tale precisione, secondo gli scienziati, è possibile solo attraverso un contatto acustico prolungato: l’ipotesi è che l’apprendimento avvenga in zone di alimentazione o rotte migratorie condivise.


“È risaputo che una conoscenza approfondita di una specie può migliorare notevolmente l’efficacia dei metodi di conservazione e gestione”, dice Jennifer Allen, ricercatrice della scuola di scienze veterinarie dell’università del Queensland e prima autrice dello studio. “Ora abbiamo un quadro più olistico dei comportamenti, dei movimenti e delle interazioni delle diverse popolazioni di megattere, compreso il modo in cui trasmettono la cultura. Ciò significa che siamo meglio attrezzati per proteggerle dalle numerose minacce che devono affrontare mentre il nostro clima e il nostro pianeta continuano a cambiare”.