Nuovo capitolo nella saga degli impianti eolici e fotovoltaici contestati. Questa svolta essere stati sbloccati sono due campi solari in provincia di Viterbo: il primo da 150 MegaWatt a Tuscania, il secondo da 85 MW a Montalto di Castro. Ma non è la nuova potenza elettrica green installata a fare notizia: la vera novità è nell’iter che ha portato al via libera.
Mentre nei mesi scorsi è stata la presidenza del Consiglio a sbloccare una serie di centrali che vedevano contrapposti il parere negativo del ministero della Cultura (Mic) e il parere favorevole del ministero della Transizione ecologica, nel caso dei due impianti viterbesi è stato il Consiglio di Stato a dar torto sia al ministro Franceschini che ha Palazzo Chigi.
La vicenda è ricostruita in dettaglio dal Gruppo Impianti Solari, associazione nata per dar voce a un insieme di aziende specializzate nel settore delle Rinnovabili. “A febbraio 2019 i due impianti erano stati autorizzati dalla Regione Lazio, dalla Provincia di Viterbo e dalle varie altre pubbliche amministrazioni coinvolte”, si legge in una nota del Gis. “Solo l’impianto di Montalto aveva ricevuto un incomprensibile parere negativo del Comune di Montalto di Castro. Entrambi gli impianti, comunque, avevano superato la Valutazione di Impatto Ambientale, visto che i progetti prevedevano che fossero collocati in terreni privati, invisibili da punti di visuale pubblica, fuori da zone vincolate, d’interesse turistico o a rischio archeologico.
Nonostante le autorizzazioni, il ministero della Cultura decise di presentare opposizione a giugno 2019. Un anno dopo l’allora governo Conte nei fatti accolse le opposizioni revocando, quindi, le autorizzazioni. Di fronte a questo blocco, le imprese costruttrici impugnarono la decisione del governo davanti al Tar, risultando vincitrici. Tuttavia, il Mic non si è fermato e, supportato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel luglio 2021 decise di ricorrere al Consiglio di Stato, per tentare di bloccare i due progetti. Dopo mesi di attesa, questa settimana le sentenze del Consiglio di Stato sono arrivate: i ricorsi del Mic e della Presidenza del Consiglio, sono stati rigettati e le imprese hanno ricevuto giustizia. Le autorizzazioni alla realizzazione dei due progetti fotovoltaici sono ora definitive“.
Interessante leggere le motivazioni del Consiglio di Stato, che contesta la legittimità del ministero della Cultura a opporsi a iniziative private che non insistono direttamente su aree sottoposte a vincolo paesaggistico, archeologico, idraulico o boschivo, come nei due casi presi in esame. Che, tra l’altro, sorgeranno su aree ammesse come idonee dal Piano territoriale paesaggistico regionale. Infine “non sono stati concretamente riscontrati, da parte delle competenti strutture amministrative, effettivi impatti né in termini di visibilità, né in punto di prospettica fertilità dei suoli, elementi che, viceversa, si sarebbero dovuti puntualmente dimostrare per sostenere la decisione di opporsi alla realizzazione dell’opera”.
Insomma, il Consiglio di Stato fa notare al Mic che può dire di no alle rinnovabili, ma solo se gli impianti già approvati da altre amministrazioni arrecano un danno al patrimonio ambientale, paesaggistico o culturale, sottoposto a specifiche misure di protezione. Ma se pale eoliche e pannelli fotovoltaici sono previsti su terreni dichiarati idonei e non sottoposti a vincoli le Sovrintendenze non hanno voce in capitolo.
Resta da vedere se questa sentenza farà giurisprudenza e, riducendo il numero di conflitti tra Mic e Mite, accelererà il cammino della transizione energetica in Italia. Per ora ha consentito l’inizio dei lavori per i due campi fotovoltaici che, secondo le aziende costruttrici, produrranno energia in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 80 mila famiglie.