La siccità è ormai un appuntamento ciclico che non riguarda soltanto l’estate e che tenderà a intensificarsi nell’area mediterranea. L’irrigazione dei giardini si espone al rischio di essere poco sostenibile e, nell’ipotesi di futuri razionamenti dell’acqua, persino difficoltosa. Ci sono alternative che possono soddisfare sia i cultori dei giardini sia le emergenze idriche, si tratta di quelli che vengono definiti “giardini senz’acqua“, colture ornamentali a ridotte necessità idriche. Ne abbiamo parlato con Angela Durnford, Responsabile della filiale italiana della Mediterranean Garden Society (Mgs), associazione mondiale che promuove i principi e le pratiche del giardinaggio sostenibile per favorire l’armonia con l’ambiente, la conservazione della biodiversità e delle risorse naturali.
Le specie più adatte
Benché si possa pensare che le specie che ben si adattano alla siccità siano poche, occorre ricredersi. Le specie sono molte: “Il giardinaggio a risparmio idrico è fondamentale: il prezzo dell’acqua non può che aumentare e l’acqua disponibile sarà sempre più scarsa. Meglio conservare lo ‘spirito del luogo e creare un giardino in sintonia con il paesaggio circostante. Alberi, arbusti alti e bassi, tra cui molte piante aromatiche, rampicanti, bulbi per tutte le stagioni e molte erbacee perenni. Esistono migliaia di piante endemiche in varie aree del mondo con analogo clima mediterraneo (ad esempio California, Africa del Sud, Australia), le quali si sono adattate alle condizioni di siccità estiva”, spiega Durnford.
Le più comuni sono l’agapanto, le specie callistemon, myrsine africana o la palma americana. Ma non ci sono soltanto fiori e piante, si può avere anche un prato poco esoso in termini idrici. “Ci sono diverse graminacee adatte (tipo la Phyla nodiflora), però si consiglia di considerare prima se un prato è veramente necessario o quale altra scelta di coprisuolo andrebbe meglio. Il vecchio concetto di ‘giardino all’inglese’, ad esempio, è totalmente inadatto alla natura e al clima italiani. In ogni caso, bisogna innanzitutto guardare al paesaggio circostante per scoprire le piante che non hanno grande bisogno di acqua, ma che sono anche resistenti al freddo invernale. Come diceva la pioniera inglese di giardinaggio ‘arido’ Beth Chatto: ‘right plant, right place‘ (la pianta giusta al posto giusto). Vale a dire che un cactus può sopravvivere senz’acqua ma non al gelo della stagione fredda nell’Italia centro-settentrionale”.
La cura e il costo
Si potrebbe credere che, la poca necessità di acqua, possa comportare un maggiore impegno per la coltivazione di questi fiori e piante ma non è così. “Una volta stabilizzate, queste colture non sono esigenti. Anzi – illustra Durnford – dato che il giardino ‘arido’ non richiede né annaffiatura né tosatura del prato né concimazione, riteniamo che ci sia molto meno da fare, una volta che le piante sono stabilizzate è necessario solo una potatura leggera ogni tanto”. Anche il costo per l’allestimento e la cura di un giardino a basse necessità idriche è una sorpresa, infatti è del tutto assimilabile a quello di un giardino tradizionale. “Per un giardino secco si consiglia di comprare piante di piccola taglia, in grado di stabilizzarsi più velocemente e di sviluppare radici che arrivino in profondità nel terreno per trovare l’acqua di cui hanno bisogno. Queste piccole piante spesso costano meno dei grandi esemplari utilizzati nei giardini tradizionali. Consigliamo l’uso di pacciame tipo ghiaia che, sebbene possa sembrare costoso, non si degrada ed è un investimento a lungo termine”, spiega Durnford.
“Riguardo alla diffusione di questi giardini in Italia, purtroppo, prevale l’abitudine ai vecchi sistemi e generi di colture tradizionali, anche se si sta diffondendo una più ecologica sensibilità. Non bisogna temere che un giardino ‘arido’ possa essere un luogo scialbo e triste, essendo senz’acqua. Con la giusta scelta delle piante, il colore e l’interesse, si può avere un bel giardino durante tutto l’anno, anche in piena estate”, conclude Durnford.