“Quando mi hanno chiamato per offrirmi di realizzare questo progetto sono rimasto interdetto. L’Italia infatti non mi sembrava avesse dei deserti”. Si è dovuto ricredere Gabriele Galimberti, fotografo toscano vincitore nel 2021 del World Press Photo, perché il 20 per cento del nostro territorio rischia già la desertificazione e durante la scorsa estate ne abbiamo avuto un assaggio. Guida Turistica ai Deserti d’Italia, volume appena uscito anche in versione digitale, somiglia a una provocazione ma con più probabilità è solo una finestra su quel che ci aspetta. Galimberti, classe 1977, da almeno dieci anni collaboratore di National Geographic, è stato coinvolto per realizzare questo volume commissionato da Finish.
“Da bambino andavo in barca con mio padre sul lago Trasimeno, in Umbria al confine con la Toscana”, racconta lui stesso. “Ricordo perfettamente dove attraccavamo. Oggi c’è sabbia in quei punti. Il lago infatti è arretrato di centinaia di metri. Un’altra impressione profonda me l’hanno fatta gli ex laghi di montagna ormai completamente asciutti d’estate. Che in quel periodo manchi l’acqua in Sicilia lo sappiamo tutti, ma solo di recente abbiamo iniziato a capire che anche al Nord fiumi e bacini sono ormai secchi”.
Con l’aiutante Camilla Miliani, Galimberti ha documentato i nuovi deserti d’Italia come fossero mete turistiche anomale durante i mesi più caldi del 2022. In molti casi si tratta quindi di condizioni transitorie, ma che si stanno accentuando. Il cambiamento climatico sta portando a picchi di calore sempre più frequenti e con una durata maggiore.
Entro il 2053, stando alla First Street Foundation, gruppo di ricerca no profit, oltre mille contee negli Stati Uniti contro le cinquanta attuali, sperimenteranno temperature sopra i 51 °C. Un’area che ospita 107,6 milioni di americani e copre un quarto della superficie del Paese. In Italia le analisi del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc) parlano di estati torride che si allungano di oltre tre mesi, specie al sud, con effetti profondi sull’economia oltre che sulla società.
Di qui il rischio desertificazione del territorio, che non colpisce la penisola in egual maniera: il 70% della Sicilia, il 57% della Puglia, il 58% del Molise e il 55% della Basilicata. Bisognerebbe cominciare ad immaginare come sarà l’Italia fra dieci, venti o trent’anni. Che aspetto avranno le nostre città e regioni e cosa significherà viverci e lavorarci. Servirebbe un manuale di sopravvivenza, una strategia a lungo termine, accurata e che riguardi i vari territori che dovranno affrontare situazioni diverse. Altrimenti sarà difficile far fronte a quel che ci aspetta specie se continuiamo ad immaginare l’Italia come un Paese sostanzialmente verde come era in passato. La Guida Turistica ai Deserti d’Italia ha sicuramente questo merito: mostrare a cosa stiamo andando incontro.
“Sembra davvero una guida turistica, l’abbiamo realizzata imitando quelle di National Geographic“, conclude Gabriele Galimberti. “Le immagini sono da un lato affascinanti visivamente e dall’altro terribili se si pensa a cosa vogliono dire. Ed è su questi due binari che si muove l’intero volume”.
Il volume fa parte dell’iniziativa “Acqua Nelle Nostre Mani”, nato dalla sinergia fra Finish e National Geographic, che ha per obiettivo il cercare di spingere ad un uso responsabile dell’acqua. A partire dalle nostre case, dove il semplice gesto di smettere di sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie può permettere di risparmiare fino a 38 litri d’acqua. Ogni volta. Questo è quel che sostiene Finish ovviamente, che è uno dei marchi della multinazionale anglo-olandese Reckitt, la quale ne controlla tanti altri, da Glassex a Napisan fino a Mira Lanza.