La Regione Lazio punta sulla blue economy e stanzia 1,8 milioni di euro per finanziare un modello economico circolare, sostenibile e innovativo, di produzione e consumo che, in sinergia con l’ecosistema acquatico, valorizza attività e risorse collegate al mare, ai fiumi, ai laghi e alle coste.
Il consiglio regionale ha approvato la legge – firmata dal capogruppo LeU Daniele Ognibene insieme ai consiglieri Gino De Paolis (Lista Zingaretti) e Enrico Maria Forte (Pd) – per creare un sistema sinergico tra imprese ed enti di formazione e ricerca al fine di offrire soluzioni concrete per un’occupazione in settori strategici e innovativi. Questo grazie a un programma triennale che stanzierà 200mila euro per finanziare l’offerta formativa e 1,6 milioni di euro per lo sviluppo del sistema produttivo nel settore, comprese le attività di ricerca. Un impegno importante per il Lazio, regione con 361 chilometri di costa sul Tirreno, 43 laghi, 18 fiumi e 11 porti marittimi strategici per spostamenti e trasporti commerciali.
“L’economia dei nostri territori marittimi – ha affermato Marco Vincenzi, presidente del consiglio regionale del Lazio – è uno dei settori più importanti per lo sviluppo della nostra Regione. È fondamentale la formazione di nuove figure professionali, al fine di diventare sempre più competitivi, anche con gli altri territori regionali. Ringrazio le consigliere e I consiglieri di maggioranza e opposizione per il lavoro svolto”.
Nella legge appena approvata la Regione riconosce il ruolo strategico della Blue Economy e promuove politiche formative, di crescita occupazionale e di sviluppo economico dei diversi settori di attività. Senza dimenticare il sostegno delle università per finanziare la ricerca nel settore, con interventi finalizzati al potenziamento e allo sviluppo dei programmi di ricerca e innovazione. Il provvedimento favorisce inoltre il processo di formazione del personale e l’inserimento nel mondo del lavoro di figure professionali innovative richieste dal particolare tipo di economia. Importante poi la cooperazione tra soggetti pubblici e privati, attuata soprattutto attraverso la creazione della Rete regionale sulla Blue Economy. Al centro anche la tutela dell’ambiente, con incentivi ai pescherecci che recuperano plastica in mare.