Dal 30 aprile all’8 maggio prossimi Italia Nostra organizza la tradizionale Settimana del Patrimonio culturale, con visite guidate, convegni e seminari che quest’anno si concentrano sul tema: “Italia Salvata e Italia da salvare”. La Presidente dell’associazione, Antonella Caroli, nel presentare l’iniziativa ai soci ha osservato che “il titolo della campagna ricorda la famosa mostra fotografica, Italia da salvare, inaugurata nel 1967 sotto la presidenza di Giorgio Bassani, con il contributo fondamentale di Renato Bazzoni e Antonio Cederna. Sono passati anni, qualcosa è stato salvato e qualcosa no. Ricordare i successi di Italia Nostra in questi ultimi anni è occasione fondamentale per raccogliere le forze per le sfide future che ci attendono e ritrovarci di nuovo uniti intorno ai nostri principi.”

 

Gli eventi in programma in tutta Italia, dice ancora Caroli, serviranno “a celebrare e concentrare l’attenzione sulle vittorie e storiche azioni concluse o in corso, i finanziamenti ottenuti, gli interventi di recupero efficaci, ma anche le opposizioni a devastazioni e i progetti intrapresi che fanno la storia di Italia Nostra”. Tra i principi ispiratori delle campagne di Italia Nostra la Convenzione di Faro, il testo approvato dai Paesi Ue per riconoscere l’importanza dei valori insiti nella tutela e promozione del patrimonio culturale.

Campagne del passato e battaglie per il futuro

“Se  la  nostra consapevolezza collettiva del valore del Patrimonio culturale ha fatto enormi passi avanti, altrettanto non si può dire riguardo al Paesaggio italiano, costantemente sotto attacco per esempio degli incendi boschivi in Sicilia e in Calabria e dell’abusivismo diffuso lungo le coste – dice la presidente – . Ancora oggi l’idea di Paesaggio sembra essere, per una parte dell’opinione pubblica, un concetto sovrapponibile a quello di panorama. Italia Nostra rivendica l’importanza della tutela del Paesaggio, già prevista nella Costituzione nell’Art. 9, recentemente modificato con l’inclusione della tutela dell’Ambiente”.

Le campagne di Italia Nostra in questo ultimo periodo si sono appunto concentrate su questo aspetto. Secondo l’associazione è preoccupante “lo smantellamento di istituti interni al Mibac” e il “depotenziamento del parere delle Soprintendenze, che non riesce più a difendere il nostro Paesaggio dai mutamenti generati, per esempio, dalla transizione energetica”.

“Al pari delle speculazioni edilizie che hanno stravolto l’Italia all’epoca del boom economico – è opinione di Italia Nostra -, la transizione energetica rischia, se lasciata nella deregulation attuale, di generare un rilevante consumo di suolo, con effetti irreversibili, anche all’agricoltura e all’attività turistica delle aree interne”.

Il dossier sul patrimonio da salvare

Tra le campagne di punta di Italia Nostra nel dossier elaborato in occasione della Settimana del patrimonio culturale l’associazione ricorda la difesa del patrimonio ferroviario, con la battaglia contro la politica dei rami secchi che ha prodotto la dismissione di troppe linee locali. “Solo adesso la dirigenza di FS sta cominciando a rivedere questa politica – dice l’associazione –  Un esempio è la linea NotoPachino in Sicilia, finalmente inserita in una lista di linee che verranno recuperate grazie ai finanziamenti del Pnrr e per la quale la sezione di Siracusa ha raccolto firme e lanciato petizioni per decenni”.

 

Altra battaglia storica è quella per l’istituzione del Parco dell’Appia Antica, ottenuto dopo anni di martellanti appelli sui giornali ad opera di Antonio Cederna: oggi Italia Nostra monitora le criticità e promuove l’ampliamento del Parco e la sua congiunzione con il Parco dei Castelli Romani, per creare un corridoio verde da Rocca di Papa alle Terme di Caracalla, un’area ricca di storia e di archeologia sottratta alla speculazione edilizia. Ancora, grande impegno è stato profuso per la tutela della Laguna di Venezia: “Dopo anni di battaglie, le grandi navi non sfilano più davanti a San Marco  – dice Italia Nostra – ma chiunque abbia a cuore la Laguna sa che questo risultato non risolve i problemi. Il Canale Petroli e il Porto di Marghera restano il grande vulnus, la canna fumante del fucile da cui è partito, il secolo scorso, il colpo che ucciderà Venezia. Ogni anno il delicato equilibrio tra terra e mare che costituisce la Laguna viene sempre più compromesso e il Mose non è la soluzione“.

Per continuare queste e altre battaglie dal 30 aprile all’8 maggio ci saranno quaranta eventi in tutto il territorio nazionale: da passeggiate patrimoniali a visite guidate, aperture o manutenzioni straordinarie, convegni e gazebi informativi, eventi online e divulgazione con filmati. “Oggetto di queste azioni è spesso quel Patrimonio culturale minore che rischia l’oblio e l’abbandono – dice Italia Nostra – ma non mancano anche siti di Archeologia industriale, Parchi e singoli beni culturali mobili, come pale d’altare e sculture”.