Che cos’è il plogging? Lo scorso settembre Ericsson ha dedicato l’interno mese a una delle tante attività di volontariato in cui i suoi dipendenti in tutto il mondo, e in Italia, sono coinvolti. Questa pratica, nata ovviamente in Svezia nel 2016, combina il jogging con la raccolta dei rifiuti. Il termine deriva dallo svedese “plocka upp”, che significa appunto raccogliere. Così il gruppo ha chiesto a tutti i ricercatori e professionisti presenti in Italia di vestire i panni dei volontari, impiegando alcune ore del proprio orario lavorativo alla pulizia di spazi pubblici in città e al benessere fisico. L’iniziativa è stata pensata come “indipendente”, consentendo l’adesione su base volontaria con piena libertà anche nella scelta del luogo da curare.

Da Roma a Milano passando per Genova, i volontari si sono distribuiti fra Parco degli Acquedotti, Villa Flora, Villa Lazzaroni, Tor Fiscale, Parco Delle Mura, Parco Erzelli, Mutedo e Abbiategrasso. La maggior parte delle ore del plogging, essendo opera di volontariato, sono state svolte durante l’orario lavorativo e questo ha permesso di fare anche attività di team building, soprattutto dopo il rientro dalle ferie estive.

Il plogging è ovviamente solo uno dei pezzi con cui Ericsson costruisce il proprio DNA di valori aziendali, che rispecchiano d’altronde le strategie industriali. Altre aree di impegno, oltre a quella ambientale, sono il soccorso umanitario, l’istruzione e inclusione digitale, l’attività di protezione del clima e dell’ambiente, lo sviluppo delle capacità delle comunità, diversità e inclusione. Ne abbiamo parlato con Laura Nocerino, Head of People di Ericsson Italia.

Laura Nocerino, Head of People di Ericsson Italia
Laura Nocerino, Head of People di Ericsson Italia 

Quale valore aggiunto portano i dipendenti che fanno volontariato nelle dinamiche lavorative?

“In linea con le nostre iniziative di corporate citizenship, i dipendenti Ericsson sono incoraggiati a svolgere attività di volontariato per diverse ore l’anno. Questa è una grande opportunità per contribuire attivamente alle comunità in cui operiamo in tutto il mondo. Questo fenomeno era ben diffuso anche in epoca pre-Covid ma sicuramente la pandemia e l’emergenza sanitaria globale hanno rafforzato l’attenzione dell’azienda al welfare e al benessere fisico e mentale dei dipendenti. Le attività di volontariato permettono ai dipendenti di consolidare il senso di appartenenza attraverso l’identificazione con i valori aziendali, la collaborazione e la condivisione. Un esempio su tutti, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i colleghi dei Paesi limitrofi sono stati estremamente solidali e si sono organizzati in squadre, tra cui una squadra di ‘Angeli custodi’, per offrire assistenza alle famiglie arrivate. Abbiamo supportato oltre 100 persone, dal trasporto all’alloggio e all’assistenza medica”.

I fronti di azione sono molti. Quello ambientale che ruolo riveste, storicamente e più di recente?

“La sostenibilità ambientale è al centro della missione di Ericsson ed è fortemente integrata nella strategia aziendale. Per più di un secolo le tecnologie di Ericsson hanno trasformato interi settori della società, e oggi ogni nostro prodotto, soluzione o progetto fornisce un contributo al raggiungimento dei 17 obiettivi di Sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Estendere i benefici della digitalizzazione a un numero crescente di persone significa ad esempio migliorare l’accesso all’istruzione e alle cure sanitarie, garantire maggiore inclusione finanziaria e sociale e superare le sfide ambientali globali.

Ci può fare un esempio pratico?

“Ericsson nelle Filippine ha attivato il progetto Connected Mangrove per la riforestazione e la salvaguardia dell’area del fiume Pampanga attraverso l’utilizzo di tecnologie connesse come sensori alimentati a energia solare e telecamere che raccolgono in tempo reale dati critici che, attraverso una piattaforma, permettono di monitorare le condizioni dell’acqua, del suolo e dell’umidità. Da quando sono stati installati i sensori, è stato registrato un aumento del numero di uccelli migratori che tornano a vivere nell’area, oltre a un incremento della pescosità delle acque. Le foreste di mangrovie, infatti, rappresentano uno scudo naturale contro le intemperie per le zone costiere e servono anche come vivai e habitat per pesci, che spesso sono un’importante fonte di sostentamento per le comunità che vivono nelle aree circostanti. Inoltre, le mangrovie hanno anche un ruolo nel mitigare il cambiamento climatico, poiché le loro radici assorbono l’anidride carbonica”.

Qual è il tasso di adesione a queste iniziative?

“Solo durante la prima settimana di plogging sono stati oltre 150 i dipendenti che hanno aderito ufficialmente, attivandosi in gruppi e condividendo poi la propria esperienza sulla piattaforma social aziendale interna, per un totale di circa 600 ore di volontariato. Questo sta generando decine di nuove adesioni, ogni giorno. C’è chi coinvolge anche familiari e amici o i vicini di casa. Oltre ai numeri, mi piace soffermarmi sull’entusiasmo con il quale i nostri dipendenti partecipano a queste iniziative, perché non va dato per scontato”.

Molti accusano i grandi gruppi di organizzare queste iniziative solo per il gusto di rinfrescare l’immagine, il famigerato greenwashing: perché nel vostro caso non lo è e quali sono le due principali iniziative di Ericsson per la riduzione del proprio impatto, al netto delle libere iniziative dei dipendenti?

“Il rischio di dare questa impressione all’esterno è elevato per tutti. Ericsson, tuttavia, oltre alle iniziative di volontariato, è alla continua ricerca di soluzioni e tecnologie sostenibili, grazie anche agli ingenti investimenti in Ricerca e sviluppo (circa il 18% del fatturato nel 2021). Abbiamo soluzioni per la connettività 5G che consentono di limitare l’impatto ambientale di un settore energivoro come quelle delle telecomunicazioni, e un approccio olistico per l’implementazione delle reti, chiamato Breaking the energy curve. La crescente crescita del traffico dati da mobile, infatti, comporta maggiori consumi energetici. Ciò sarebbe insostenibile in termini di costi e di impatto ambientale. In questo senso, Ericsson fornisce soluzioni all’avanguardia che permettono alle reti degli operatori di utilizzare la minor quantità di energia possibile”.

 

In quale misura è possibile contenete ad oggi l’impatto delle tecnologie?

“Proprio recentemente abbiamo presentato una soluzione radio che supporta diversi standard – dal 2G al 5G – e che riduce il consumo energetico del 40%. Pensiamo poi all’impatto del 5G sulle altre industrie. Nei settori ad alta intensità di carbonio – energia, trasporti, manufatturiero ed edilizia – le reti di quinta generazione possono consentire un risparmio annuo tra i 55 e i 170 milioni di tonnellate di CO2. Sarebbe come togliere dalle strade dell’Unione Europea un’auto su sette, oltre 35 milioni di veicoli. Abbiamo obiettivi ambiziosi. La nostra azienda mira a diventare “net zero” in tutta la catena del valore entro il 2040. Stiamo lavorando per ridurre le emissioni del 50% nella catena di fornitura e nel portafoglio entro il 2030 e allo stesso tempo essere Net Zero nelle nostre attività”.

Il prossimo appuntamento dopo il mese del plogging?

“In Ericsson, ottobre è il mese che dedichiamo alla Diversity & Inclusion. Tra le varie attività ci sono dei momenti di confronto, in presenza e online, per parlare di salute mentale, dipendenze e stress sui luoghi di lavoro. Anche a seguito della pandemia, riteniamo fondamentale creare un ambiente di lavoro che promuova il benessere psicologico dei lavoratori e operare attivamente per prevenire danni alla loro, nostra, salute psicologica. A fine mese invece prenderà il via la nuova edizione del Digital Lab di Ericsson. Si tratta di un programma di formazione innovativo che fa parte del più ampio progetto globale Connect to Learn di Ericsson, finalizzato allo sviluppo di competenze digitali e Stem per i giovani di tutto il mondo. A Roma inizieremo ospitando tre scuole, che hanno scelto il Digital Lab come Pcto (ex alternanza scuola-lavoro). A fare da trianer e mentor ci saranno oltre 30 volontari Ericsson”.