Nonostante la loro intelligenza e la loro memoria i piccioni che vivono in città sono poco benvoluti. Per una sparuta minoranza che li sfama, la maggioranza vuole allontanarli da piazze e balconi, tanto che numerose campagne per la loro sterilizzazione, o per introdurre i loro nemici naturali, sono state avviate un po’ ovunque. Ora una cittadina tedesca, Limburg an der Lahn, nella Germania occidentale non lontano da Francoforte, ha indetto un referendum per decidere di liberarsi in maniera ancora più drastica dei piccioni, sterminandoli.
Il 53% dei cittadini di Limburg, chiamati a votare sull’uccisione dei piccioni in concomitanza con le elezioni europee, ha appoggiato la decisione presa dal Comune lo scorso novembre. L’amministrazione locale aveva proposto di sterminare i piccioni attirandoli in una trappola, stordendoli con una bastonata e finendoli rompendo loro il collo.
Le associazioni animaliste e una parte dei cittadini aveva denunciato la brutalità di questo metodo, ma ora il voto ha dato ragione all’amministrazione e il sindaco Marius Hahn, della Spd, ha dichiarato alla stampa locale: “Il risultato di oggi era imprevedibile per noi. I cittadini si sono avvalsi del loro diritto e hanno deciso che gli animali devono essere uccisi”. Nei prossimi due anni, perciò, un falconiere si farà carico di azzerare la popolazione di piccioni della cittadina.
A sconsigliare questo tipo di intervento non ci sono, tuttavia, soltanto argomentazioni di tipo etico. Ci sono studi che dimostrano come l’abbattimento dei piccioni non sia realmente efficace, poiché gli uccelli rimasti si riproducono e, addirittura, alcuni studi dimostrano che il numero di piccioni può addirittura aumentare dopo un abbattimento. È accaduto a Basilea, in Svizzera, dove dal 1961 al 1985 sono stati abbattuti circa 100.000 piccioni all’anno, ma la loro popolazione è rimasta stabile.
In seguito a quelle uccisioni un’associazione chiamata Pigeon Action trovò una soluzione alternativa, oggi nota come “modello Basilea”, in cui i cittadini venivano avvertiti di non dare da mangiare agli animali e furono installati dei soppalchi per i piccioni, in modo che le uova potessero essere facilmente rimosse. Il metodo si è dimostrato efficace e la popolazione di piccioni di Basilea è crollata del 50% in quattro anni.
Una soluzione simile è stata adottata da Augusta, in Baviera, dove un’organizzazione locale per la protezione degli animali sorveglia diverse piccionaie, scambiando le uova nuove con uova finte per tenere sotto controllo il numero di nuovi nati. In altre città tedesche sono stati approntati siti di nidificazione controllata, dove si rimuovono le uova appena deposte, mentre in Gran Bretagna si introducono rapaci che predino i piccioni.
In Italia, il problema dei piccioni e soprattutto dei loro escrementi che rovinano i monumenti, è stato affrontato in modi diversi. Ad Asti l’amministrazione comunale chiese la collaborazione della Lipu per introdurre le taccole, che si nutrono di uova di piccione, ma allo stesso tempo monitorare la popolazione di questi ultimi in modo da mantenere un equilibrio tra prede e predatori.
Tra il 2023 e il 2024 il Comune di Torino ha approntato un “Piano di contenimento del piccione” con le misure da adottare nel quinquennio 2024-2029 per arginare la proliferazione degli uccelli. Le associazioni animaliste hanno fatto ricorso al Tar, ma il Tribunale ha giudicato infondati i motivi addotti contro il Piano. Già dal 2014 in città è vietato dar da mangiare a questi uccelli, che secondo il Piano potranno essere, tra le altre cose, anche abbattuti nelle campagne con fucile da caccia da operatori muniti di licenza, previa la frequenza a un apposito corso. A Cremona il Comune ha avviato una campagna di sterilizzazione e introdotto i falchi in alcune zone: secondo l’amministrazione le misure sono state efficaci e la popolazione di piccioni è diminuita di oltre il 50%.
Perché i gabbiani hanno invaso le nostre città
Sono, questi, soltanto alcuni esempi delle soluzioni adottate in molte città italiane per arginare la proliferazione dei piccioni, animali estremamente adattabili e aiutati dalla loro intelligenza a sopravvivere in ambiente urbano. Gli studi mostrano, ad esempio, che sono dotati di sorprendente capacità di apprendimento, per cui le misure per allontanarli devono tenere conto della loro abilità nel riconoscere i pericoli e aggirare gli ostacoli. È indubbio che ci sono numerose alternative alla loro eliminazione cruenta e molte passano da una maggiore informazione dei cittadini sull’etologia degli animali selvatici. I Comuni in cui le campagne per il contenimento della popolazione sono state più efficaci hanno previsto infatti divieti di alimentarli e informazione puntuale su come coprire buchi nel muro o nicchie dove i piccioni possono fare il nido. Purtroppo, spesso le soluzioni alternative all’abbattimento sono anche le più costose (tra queste di sicuro la sterilizzazione) e richiedono piani coordinati con esperti e piena collaborazione dei cittadini.