La purificazione delle acque reflue non è mai stato un argomento da grandi riflettori, ma a volte basta un singolo exploit di innovazione per cambiare tutto: è il caso della tecnologia sviluppata dalla startup Gradiant. “Prendiamo acque reflue altamente contaminate che contengono solventi, sali disciolti, sostanze organiche, ed eliminiamo tutti i rifiuti liquidi”, ha spiegato a CNBC Prakash Govindan, co-fondatore e direttore tecnico dell’azienda. “Altre tecnologie possono recuperare forse dal 50 al 60% dell’acqua, ma noi possiamo recuperarne il 99%”. È in questo ultimo dato eclatante che si svela il potenziale della startup, fondata nel 2013 come spinoff del Massachusetts Institute of Technology (MIT). Per altro sarebbe più corretto chiamarla unicorno – come si dice in gergo startupper – poiché lo scorso anno, pur non essendo quotata in borsa, ha raggiunto un valore di un miliardo di dollari.
La tecnologia Gradiant si basa sul principio con cui si crea la pioggia nell’atmosfera, ovvero l’azione di condensazione del vapore acqueo. Nello specifico le acque reflue confluiscono in un impianto dove il flusso viene riscaldato e poi pompato in un umidificatore a contatto con aria a temperatura ambiente. La tecnologia proprietaria consente poi di trasferire il vapore ottenuto in una colonna di acqua pulita. E così l’aria di raffredda e si ottiene una sorta di pioggerellina pulita, che secondo l’azienda, abbatte i costi di depurazione del 50%. Da rilevare che ormai Gradiant ha centinaia di brevetti relativi al trattamento di acque con inquinanti di diverso tipo.
Il metodo pare funzionare così bene che fra i clienti ci sono già colossi come Coca-Cola, Tesla, Amd, Bmw, TSMC, Micron e Pfizer. E il motivo di tale entusiasmo è facile da spiegare: il 50% del consumo dell’acqua globale si deve a esigenze industriali e con la diffusa siccità si rischiano ripercussioni sulle attività, al netto delle rinnovate sensibilità ambientali. Si pensi anche solo al settore alimentare, tessile e farmaceutico. Senza contare l’industria dei semiconduttori dove l’acqua è una componente critica per la produzione poiché se ne necessita di ultra pura e poi si ha bisogno di una gestione efficiente delle acque reflue. Gradiant in tal senso assicura di essere riuscita a massimizzare il recupero, ridurre i prelievi di acqua dolce, recuperare minerali e reagenti preziosi e ridurre l’impronta di carbonio e di acqua della produzione. Come ha spiegato a Forbes promette infatti di ridurre i consumi di una classica fab di semiconduttori: da 37 milioni di litri al giorno a 757mila litri al giorno. E sul fronte farmaceutico per GlaxoSmithKline è riuscita a risolvere l’annoso problema delle acque reflue, del grande impianto di amoxicillina di Singapore, che contenevano sostanze pericolose difficili da gestire. Dal 2020 l’ingrediente fondamentale di uno dei più noti antibiotici dell’azienda non è più un problema: Gradiant estrae circa cinque tonnellate di rifiuti al giorno dalle acque reflue dell’impianto.
In Italia un sistema come quello di Gradiant consentirebbe di migliorare notevolmente il trattamento delle acque. Secondo l’ultimo report Istat relativo agli anni 2020-2023 gli impianti di depurazione italiani gestiscono ogni anno più di 6,7 miliardi di metri cubi di acqua reflua, di cui 4,7 dovuti alla potabile e il resto a scarichi industriali, perdite e il resto. Dopodiché il 70% subisce un trattamento avanzato che ne consente l’impiego per irrigazione e nuovamente l’ambito industriale. “Scalare queste tecnologie è difficile. È facile trovare un prodotto, ma è molto più difficile trovare una soluzione end-to-end completa per i clienti, ed è quello che ha fatto Gradiant”, ha puntualizzato uno degli investitori, Mark Danchak di General Innovation Capital Partners. Oggi la startup ha più di 600 impianti di trattamento delle acque nel mondo e tratta circa 8,5 miliardi di acque reflue giornaliere. Assicura di poter riciclare il 98% dell’acqua contaminata dei suoi clienti, e farlo più e più volte, facendo risparmiare 6,4 miliardi di litri di acqua al giorno; quanto consumano circa 48 milioni di persone.