Non soltanto bucherellano e rosicchiano i nostri mobili in legno: le termiti rischiano di diventare delle inconsapevoli alleate del cambiamento climatico, approfittando del riscaldamento globale per diventare ancora più voraci. E innescando così un circolo vizioso che può portare il pianeta a riscaldarsi ancora di più. A fare luce su questo sorprendente nesso tra termiti e clima è stata un’équipe di scienziati della James Cook University e di altri istituti di ricerca, che in una ricerca appena pubblicata sulla rivista Science ha quantificato, per la prima volta, la “passione” delle termiti per il caldo e ne ha mostrato le conseguenze. Questi i risultati: “Abbiamo scoperto – raccontano in un commento pubblicato su The Conversation – che le termiti mangiano in legno molto più velocemente quando sono esposte a una temperatura maggiore. Per esempio, le termiti che vivono in regioni con temperature medie di 30 °C rosicchieranno il legno sette volte più velocemente rispetto a quanto non fanno in un posto con temperature medie di 20 °C”.
Per contestualizzare lo studio – ed evitare di colpevolizzare troppo le termiti – bisogna anzitutto tener presente che solo il 4% delle specie di termiti che popolano il pianeta sono effettivamente considerate “nocive” per gli esseri umani (e per la loro mobilia); in natura, queste specie giocano un ruolo molto importante negli ecosistemi tropicali e subtropicali, dal momento che mangiando il legno riciclano sostanze nutritive essenziali per il suolo. D’altro canto, è noto che anche gli alberi hanno un ruolo fondamentale, perché assorbono anidride carbonica dall’atmosferica tramite il processo di fotosintesi e ne incorporano circa la metà in nuove piante. “La maggior parte degli alberi – spiegano ancora gli autori del lavoro – cresce ogni anno in altezza e diametro. Una piccola parte di essi, invece, muore: nei resti lignei degli alberi morti l’anidride carbonica continua ad accumularsi finché non vengono bruciati o consumati da microbi o insetti, tra cui, per l’appunto, le termiti”.
Cominciate a vedere il problema? “Se i resti degli alberi morti sono consumati troppo velocemente, tutta l’anidride carbonica che contengono viene rilasciata rapidamente dell’atmosfera; se, al contrario, la decomposizione è lenta, questo processo è molto più graduale”. Ecco perché è così importante comprendere e quantificare le dinamiche che portano alla decomposizione dei tronchi morti: già in passato diverse ricerche avevano mostrato che il consumo del legno da parte dei batteri raddoppia per ogni aumento di 10 °C della temperatura, e si velocizza ulteriormente in ambienti molto umidi. Poco, invece, si sapeva sull’azione delle termiti: per conoscerla a fondo, gli scienziati hanno monitorato da vicino diverse colonie di termiti nel Queensland nordorientale, spargendo diversi blocchi di legno nelle foreste della zona. Metà dei blocchi di legno presentava alcuni buchi sulla superficie, una sorta di “porta di accesso” per le termiti; l’altra metà, invece, era accessibile solo ai batteri. “Abbiamo raccolto i campioni di legno a intervalli di sei mesi – dicono gli esperti – e abbiamo scoperto che quelli con i buchi erano stati ‘consumati’ più velocemente degli altri, il che implica che il contributo delle termiti è significativo rispetto a quello dei batteri”.
Il protocollo sperimentale è stato poi ripetuto in altri 130 siti, in ecosistemi molto diversi su sei continenti: le osservazioni hanno evidenziato una relazione molto stretta tra la voracità delle termiti e la temperatura, nel senso che a una differenza di temperatura di 10 °C corrisponde un decadimento del legno circa sette volte più veloce. “I nostri risultati – concludono gli esperti – ci hanno permesso di costruire un modello in grado di prevedere le variazioni nel consumo di legno da parte delle termiti in risposta al cambiamento climatico. Nei prossimi anni, prevediamo una maggiore attività delle termiti dal momento che le zone a più alta temperatura si espanderanno a nord e a sud dell’equatore: questo vuol dire un maggiore e più veloce rilascio di anidride carbonica nell’atmosfera […] che potrebbe innescare un ciclo di accelerazione del cambiamento climatico”. E noi stiamo ancora a preoccuparci di tavoli e sedie.