Daria Falconi, trentenne romana conosciuta sui canali social come DarialNaturale, green influencer (darialnaturale_) e youtuber, è un misto di delicatezza e determinazione mentre spiega come condurre una vita più sostenibile, riducendo gli sprechi e gli acquisti superflui. Raccontaci un po’ di te, com’era Daria da piccola? Quale episodio descrive il tuo animo green?
“Fin da piccola sono sempre andata in Trentino, un posto lontano dal caos. È sempre stata la mia via di fuga da Roma. La prima passeggiata nella Natura incontaminata è stata la mia epifania: mi sono resa conto che ciò di cui avevo bisogno era lì e non tra le mura di un centro commerciale.”
Non ti consideri un’esperta, ma desideri raccontare le tue esperienze di vita sostenibile, giusto?
“Non ho studiato i cambiamenti climatici. Ho una formazione letteraria ed ho lavorato per un’azienda come video editor per quattro anni. Ho però scoperto negli anni che un’accurata selezione delle fonti è fondamentale per le mie scelte di consumo e per aiutare gli altri a fare altrettanto. Con i miei canali social offro degli strumenti sui quali riflettere per migliorare le nostre scelte. Non mi metto su un piano superiore come se avessi la verità in mano. Semplicemente condivido le mie esperienze, con i miei successi e insuccessi. Dobbiamo essere realistici. Il cambiamento deve essere alla portata di tutti.”
Quando nasce il tuo desiderio di comunicare contenuti green?
“La vera svolta risale al 2017: vidi su YouTube il video di una modella greca che raccontava la triste realtà dietro il fast fashion. Prima ignoravo l’impatto delle nostre azioni sull’ambiente. Così nel 2020, durante la pandemia, è nata DarialNaturale. Ho iniziato ad approfondire il tema e non ho più smesso. Adesso mi dedico a tempo pieno alla mia attività da video editor freelance e ai miei canali social.”
Nei tuoi video parli dei prodotti a km 0, ma suggerisci di sfatare questo mito perché non per forza un sinonimo di sostenibilità. Ci spieghi meglio?
“La sostenibilità e il biologico sono diventati una moda, non possiamo negarlo. Fingere però che vada tutto bene non può funzionare ancora a lungo. Il mio monito è: ponetevi sempre delle domande. Anche se un prodotto è a km 0 dobbiamo capire qual è la sua filiera produttiva, se l’azienda ha violato i diritti umani, se sono stati usati pesticidi o altre sostanze nocive. A Napoli, durante la mia esperienza di lavoro come video editor, avevo trovato la mia fattoria di riferimento per l’acquisto di alimenti. Siamo noi a decidere chi sovvenzionare attraverso le nostre scelte.
Il bambù e il cotone sono considerati dei materiali a basso impatto ambientale ma, purtroppo, non è sempre così. Ci racconti il motivo?
“Le fibre di bambù sono fibre naturali ma la produzione non sempre è sostenibile. Per produrre una maglietta in cotone bisogna usare tanta acqua. Come acquirente devo controllare sempre il consumo e la filiera produttiva degli indumenti. Il concetto ‘sostenibil’ non è così immediato come sembra.”
Se ho già dei prodotti in casa devo buttarli? La corsa all’acquisto di prodotti sostenibili può essere una soluzione?
“Il principio fondamentale è zero waste: dobbiamo limitare il più possibile la produzione di rifiuti e non dobbiamo sostituire ciò che abbiamo. Se possedete degli abiti composti da fibre sintetiche usatele. Decidete in seguito se donarli o smaltirli nel modo corretto. I centri di raccolta servono proprio per questo motivo. Se abbiamo dei contenitori di plastica per alimenti, a meno che non siano rovinati, possiamo usarli. Poi occupatevi di smaltirli correttamente. Non va buttato tutto altrimenti si incentiva il meccanismo del consumo. Non vanno acquistati nuovi oggetti a meno che non siano necessari.”
Parliamo di allevamenti biologici. Qual è il tuo punto di vista?
“L’ideale è avere un’alimentazione vegetale. Se non si può proprio fare a meno della carne, vanno scelti dei prodotti provenienti dagli allevamenti biologici. Ricordiamoci però che la produzione intensiva non è sostenibile anche se l’alimento è biologico e quindi non è nocivo alla mia salute. Domandiamoci sempre se il cibo che stiamo acquistando è generato da una filiera sostenibile.”
Biodegradabile e compostabile. Secondo i tuoi approfondimenti non sono necessariamente sostenibili. Qual è la tua esperienza?
“Sono due nomenclature utilizzate da tutti ma bisogna fare attenzione. Una tazza di bambù biodegradabile non è necessariamente compostabile. Anche l’usa e getta compostabile non è la soluzione sostenibile perché va sempre smaltito soprattutto se ne utilizzo grandi quantità. Ogni materiale, se va nel giusto bidone, può essere riutilizzato, ma è meglio scegliere piatti in ceramica o in vetro anziché piatti usa e getta compostabili. Sarà più faticoso lavarli ma evitiamo di produrre ulteriori rifiuti. Pensiamo alle tazze della nonna: sono belle e vanno benissimo per prendere un tè. Meglio non sostituirle con soluzioni veloci e poco sostenibili.”
Esiste un make-up sostenibile?
“Esistono i trucchi 100% vegani. Possiamo riutilizzare lo stesso contenitore per inserire lo stesso prodotto una volta finito. Ricordiamoci però che il trucco non è una cosa necessaria. Se non possiamo farne a meno vale la regola ‘uno di uno’: provare trenta marche diverse di mascara non è sostenibile, ne basta uno. Avere solo l’essenziale è la scelta migliore.”
Il risparmio energetico in casa offre dei vantaggi al portafogli e all’ambiente. Come possiamo ottenerlo?
“Ogni volta che abbiamo ottenuto la carica di un apparecchio elettronico vanno staccate le spine. Dobbiamo aprire il frigo solo quando è necessario e gli alimenti vanno sistemati in modo corretto. Quando accendiamo il forno utilizziamolo per più pietanze contemporaneamente e senza aprirlo in continuazione. Una volta che l’acqua ha raggiunto l’ebollizione possiamo buttare dentro la pasta e spegnere il fuoco. Vedrete che continuerà a cuocersi a patto che mettiamo sopra il coperchio.”
Sui tuoi canali dai consigli su come recuperare i fondi del barattolo di marmellata. Qualche nuova dritta che non hai ancora condiviso?
“A breve uscirà un video in cui vi racconterò l’esistenza di un sapone che può essere usato per 18 scopi diversi. Un acquisto del genere comporta naturalmente la sostituzione di molti altri prodotti. Nei miei video vi spiegherò l’utilizzo.”
Cosa consigli ai nostri lettori per diventare acquirenti e consumatori più attenti e consapevoli?
“Consiglio di leggere e informarsi. I libri sono dei grandi alleati. Vanno anche ascoltati i dibattiti che possiamo trovare sul web. È fondamentale però saper distinguere ciò che leggiamo e controllare le fonti. Anche persone che non sentivo da una vita mi chiedono dei consigli. Poter fare del bene migliorando le abitudini di vita delle persone mi rende orgogliosa.”
Come immagini il futuro del Pianeta?
“Siamo in un momento storico particolare. Spero che a un certo punto la nostra generazione sarà così arrabbiata da creare un cambiamento netto nelle nostre abitudini. Ciò che vedo adesso non mi fa ben sperare. La tutela dell’ambiente non è una moda e spero che da qui a 10 anni diventi seriamente un interesse comune.”
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
“Vivo molto il presente. Voglio sicuramente sapere sempre di più di ciò che mi circonda ed essere un’attivista consapevole. Vorrei vivere una vita più lenta e serena il più possibile lontana dal caos, naturalmente nella società ma con dei ritmi diversi.”